I videogiochi fanno male ai bambini?

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Bambino di 8 anni spende 3000 sterline all’Xbox

La notizia ha fatto subito il giro del web e fa riflettere. La vicenda è successa a Brighton, in Inghilterra.

Martine Berriedale-Johnson, mamma di Leon (8 anni) si è accorta troppo tardi che il figlio aveva speso ben 3000 sterline acquistando videogiochi e trucchi online per la sua Xbox.

Martine è una mamma single con due figli e quelli per lei erano i risparmi di quasi un mese di lavoro. La donna non si è resa conto che, quando ha concesso al figlio un acquisto da 4.99 sterline, il sistema aveva registrato i dati della sua carta di credito e non aveva immaginato che Leon avrebbe provato a fare altri acquisti online senza chiederle il permesso. Il bambino ha speso l’intera cifra durante una giornata con gli amici.

“Sono una mamma single e già faccio fatica a mettere del cibo in tavola, ma sono sempre molto attenta con le mie finanze. Non ho idea di come farò a pagare tutti questi soldi”, ha dichiarato Martine, proseguendo: “Ho dovuto dire ai bambini che quest’anno non ci sarà nessun Natale. Non posso permettermi di comprargli alcun gioco”.

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La storia di questa famiglia ha fatto il giro del mondo grazie al potere di Internet e pare che, per questa volta, Microsoft rimborserà alla donna l’intera cifra spesa dal figlio. Sembrerebbe infatti che un portavoce di Microsoft abbia dichiarato al MailOnline: “Esistono impostazioni e trucchi che permettono ai genitori di impedire ai loro figli di fare acquisti online. Tuttavia, possiamo esaminare singoli casi e decidere se concedere o meno un rimborso una tantum. Per questa volta sarà fatto”.

Dal canto nostro noi speriamo che la storia di Martine e Leon sia d’esempio per tutti. I bambini non vanno “abbandonati” ai videogiochi senza controllo.

I motivi per cui i videogiochi fanno male

Sono diversi anni che noi genitori ci chiediamo se i videogiochi possano fare male ai nostri figli. Se rappresentino un passatempo nocivo o se i videogiochi violenti possano essere collegati a manifestazioni di violenza da parte dei bambini.

Tantissimi studiosi se ne sono occupati e sembra che un recente studio confermi che i videogiochi possano generare dei danni celebrali.

Secondo uno studio condotto da studiosi dell’Università di Montréal e della McGill University sotto accusa vengono messi i giochi detti sparatutto. Questi sarebbero riconducibili ad una perdita di materia grigia nell’ippocampo, la zona del cervello situata nel lobo temporale.

L’effetto all’atto pratico potrebbe tradursi nel fatto che, giocare a questi videogiochi, avrebbe un impatto negativo sulla facoltà di ricordare luoghi. Inoltre la diminuzione della materia grigia nell’ippocampo esporrebbe maggiormente gli individui a patologie quali:

  • il disturbo da stress post traumatico,
  • la depressione
  • e in età più avanzata il morbo di Alzheimer

«I videogiochi hanno dimostrato di avere effetti positivi in determinati sistemi cognitivi del cervello, in particolare per quel che riguarda l’attenzione visiva e la memoria a breve termine», ha detto il professor West a UdeMNouvelles, il sito della facolta di Montreal. «Ci sono però evidenze comportamentali secondo cui la cosa potrebbe avere un costo, in termini di impatto sull’ippocampo. Per questo motivo abbiamo deciso di fare uno studio scannerizzando i cervelli di gamer abituali, per paragonarli a quelli di non gamer. Così abbiamo notato una minor presenza di materia grigia nell’ippocampo dei giocatori abituali. Abbiamo allora effettuato due ulteriori studi per comprendere la correlazione tra le cose, scoprendo che sono proprio i videogiochi a portare il cambiamento nel cervello».

Dipendenza videogiochi sui bambini

L’American Academy of Pediatrics, nel dossier “Bambini Adolescenti e Media“, ha citato una statistica elaborata dall’organizzazione statunitense no profit che si occupa di analisi e sondaggi, la Kaiser Family Foundation, secondo cui i bambini tra gli 8 e 10 anni passano quasi 8 ore al giorno con un dispositivo digitale, e gli adolescenti arrivano fino a 11 ore.

La televisione rimane il dispositivo più usato, ma computer, tablet e cellulari la stanno gradualmente sorpassando.

Ma, secondo i pediatri dell’American Academy, i bambini di questa età non dovrebbero passare più di un’ora o massimo due al giorno davanti a uno schermo (cellulare, tablet, pc o televisione). La loro occupazione principale deve essere il gioco libero.

Sempre secondo gli esperti:

Prima dei due anni i bambini non dovrebbero essere esposti ai mezzi elettronici. In questa fase, il cervello del bambino si sviluppa rapidamente e i bambini imparano dall’interazione con le persone, non dagli schermi“.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha, infatti, inserito il “gaming disorder“, ossia l’uso compulsivo dei videogiochi, nella bozza dell’undicesima edizione della International Classification of Diseases (ICD), classificazione internazionale delle patologie, definendolo come “una serie di comportamenti persistenti o ricorrenti che prendono il sopravvento sugli altri interessi della vita“.

Il disagio si manifesta quando:

  • si verifica un abuso dei giochi elettronici
  • un loro utilizzo continuativo e sistematico prende il sopravvento
  • occupa gran parte della giornata dei ragazzi e finisce col sostituirsi ad ogni attività quotidiana

In tali situazioni, bambini e ragazzi tendono a isolarsi dalle relazioni, a chiudersi in se stessi e in quel mondo virtuale che può diventare, soprattutto nei momenti di maggiore fragilità, una modalità per evadere dalla quotidianità, sperimentare sensazioni nuove ed evitare il senso di incapacità o inutilità spesso vissuto in altri contesti e in altre relazioni quotidiane.

I videogiochi fanno male alla vista?

Non è vero che lo schermo del computer procuri danni alla vista. Il nostro occhio è nato per guardare da vicino qualcosa come la carta che non ha certo una retroilluminazione ma viene illuminata dall’esterno. Va ricordato che quanto compare sullo schermo è formato da tutta una serie di “puntini di luce” cosiddetti pixel che, messi assieme, formano ciò che il nostro cervello è in grado di decifrare come immagine. Questo può essere stancante ma non a livello dell’occhio, bensì del cervello. Quindi non esiste una correlazione tra i videogiochi ed effetti negativi sulla vista.

Secondo queste riflessioni i videogiochi non fanno necessariamente male, anzi alcuni studi  i videogiochi aiutano a sviluppare abilità cognitive come la memoria, stimolino a tenere alta la soglia di attenzione, allenano il pensiero logico e aiutano i rapporti sociali.

I videogiochi violenti fanno male rispetto a quando sostenuto sopra nella parte iniziale di questo articolo.

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