Perché mio figlio non vuole studiare

Perché mio figlio non vuole studiare

“Mio figlio non vuole studiare! Suo figlio non si applica abbastanza” Quante volte ci è capitato di sentire queste frasi?

Quando un bambino inizia la scuola, che sia ai primissimi anni o già grande, potrebbe manifestare svogliatezza e dirvi chiaramente o farvi capire che non vuole studiare. Prima di diventare matti dietro ad un bambino che non vuole studiare, cerchiamo di capire come potremmo aiutarlo ad affrontare meglio gli anni scolastici e gli impegni che ne conseguono.

Cosa fare quando i figli non hanno voglia di studiare?

I nostri figli trascorrono molte ore tra i banchi di scuola e quando tornano a casa hanno magari altri impegni, come lo sport o anche semplicemente un po’ di svago, ma quando arriva il momento di fare i compiti non ne vogliono sapere. Non succede a tutti, ci sono bambini che non sentono questo obbligo come un’imposizione appunto, ma quasi come un passatempo; altri invece non hanno voglia di studiare.

Da genitori spesso cerchiamo di convincerli “comprando” la loro voglia, magari promettendo loro un regalo, che sia un giocattolo, un dolce, un pomeriggio al cinema o altro… Ma è davvero questa la strada giusta?

I miei genitori mi hanno sempre detto che la scuola è fatta per persone “normali”, di non aver timore a dire che non è chiaro qualcosa e che se si sbaglia non casca il mondo! Alcuni genitori, magari inconsapevolmente, non realizzano che sgridando il proprio figlio per aver preso un brutto voto, potrebbero in realtà trasmettergli il timore della scuola e quindi far passare in lui la voglia di studiare.

Come aiutare i bambini a studiare

1. Capire realmente qual è il motivo per cui il bambino non vuole studiare

Forse non ha capito la lezione e ha timore di dirlo, quindi preferisce non aprire il libro. Oppure non ha chiara la sua routine e bisogna quindi aiutarlo a gestire meglio il suo tempo.

2. Non fare mai i compiti al suo posto

Mi è capitato molte volte di sentire e vedere genitori mentre facevano i compiti al posto del figlio. Nulla di più sbagliato. Se vostro figlio non ha voglia di studiare potete inizialmente stare accanto a lui e rassicurarlo. Se è piccolo potete fingere di non sapere la lezione e di scoprire insieme, studiando la materia. Per esempio, se dovesse dirvi che non ha capito un concetto, gli potete rispondere che neanche voi conoscete la risposta e potete impararla leggendo insieme il libro.

Perché mio figlio non vuole studiare

3. Mai fare paragoni

Che sia nello studio o in qualsiasi altra attività, i bambini non hanno sicuramente bisogno di essere paragonati con altri. Evitate quindi frasi del tipo “Sei l’unico che non ha capito” “Gli altri hanno preso un voto più alto, tu invece no!”. Dovete essere costruttivi, quindi invece di dirgli così potete provare con “Qual è il concetto che non ti è chiaro? Lo rivediamo insieme” “Proviamo a vedere cosa non è andato nel compito, così la prossima volta andrà meglio”.

4. Le punizioni sono inutili

Dire ad un bambino che se non studia allora non potrà giocare equivale a trasmettergli ancora meno voglia di aprire un libro. Invece di procedere per la via punitiva, dove gli vengono tolti i giocattoli o gli viene proibito di uscire, cercate piuttosto di farli prima sfogare, magari quando rientrano da scuola non iniziate chiedendo loro se hanno dei compiti, ma lasciateli giocare per un po’ e poi ricordate loro dei compiti che hanno e che è importante non rimandare i loro impegni scolastici. È fondamentale in questo senso aiutarli al massimo ad organizzarsi con i tempi.

5. Fare schemi

Se i bambini ormai sono più grandi e in grado di comprendere i punti chiave della lezione, è bene aiutarli all’approccio allo studio proponendo loro dei riassunti o degli schemi. Vi sarà capitato di vedere libri completamente sottolineati o evidenziati, per un risultato inconcludente. Se il ragazzo non ha voglia di studiare, proponetegli uno schema, anche con delle forme, in modo da aiutarlo a ricordare più facilmente la lezione.

 

Per concludere, il ruolo di noi genitori non è quello di sostituirci ai nostri figli nel fare i loro compiti di scuola, né quello di metterli a disagio quando non riescono in un esercizio. Come genitori dobbiamo sostenerli e spronarli, quando li vediamo svogliati, a provare almeno un po’ di tentativi. In questo modo trasmettiamo loro la nostra fiducia e aumentiamo la loro autostima e voglia di fare.

 

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