Bambini non vaccinati a scuola: cosa succede

Diminuiscono i bambini non vaccinati a scuola, ma quelli che ancora non si sono sottoposti ai vaccini obbligatori cosa rischiano? Non possono più seguire le lezioni? Quanto è alta la multa da pagare se non ho fatto battezzare mio figlio? Ecco qualche risposta.

Bambini non vaccinati a scuola: rischiano l’esclusione?

Sabato 10 marzo scadeva il termine per presentare la documentazione sulle vaccinazioni. I 10 vaccini obbligatori, in base alle specifiche indicazioni del Calendario vaccinale relativo a ciascuna corte di nascita, sono quelli contro poliomielite, tetano, difterite, epatite B, Haemophilus influenzae B, pertosse, morbillo, parotite, rosolia e varicella. Ma che succede ora a chi non è stato vaccinato? Potrà continuare a frequentare la scuola?

Come specifica il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, le famiglie che hanno intenzione di vaccinare i propri figli non avranno problemi se, per diverse ragioni, hanno avuto un rinvio dopo il 10 marzo. Al contrario, saranno sanzionati i genitori che hanno sottratto intenzionalmente il bambino alla suddetta vaccinazione per motivi ideologici.

Sono all’incirca 30 mila i bambini sotto i sei anni non in regola a rischiare l’esclusione da nidi e materne. Perché? Il rispetto degli obblighi vaccinali è un requisito necessario per l’ammissione all’asilo nido e alle scuole dell’infanzia (per i bambini da 0 a 6 anni). Il discorso relativo alla scuola primaria, medie e superiori, invece, è differente: i bambini e i ragazzi hanno garantito l’accesso, ma in caso non siano stati rispettati gli obblighi, l’Asl attiva un percorso di recupero della vaccinazione, facendo ricorrere la famiglia in sanzioni amministrative da 100 a 500 euro, modulate in base alla gravità dell’inosservanza. Quindi, per la scuola del primo e del secondo ciclo l’obbligo vaccinale non è un requisito di accesso.

Nel momento in cui il genitore/tutore/affidatario non presenta la documentazione richiesta, il minore non in regola con gli adempimenti vaccinali non potrà più frequentare la scuola ma sarà nuovamente ammesso ai servizi in seguito alla presentazione della documentazione richiesta. In ogni caso, la mancata della suddetta presentazione nei termini stabiliti sarà segnalata, entro i 10 giorni successivi, all’ Asl territorialmente competente, che avvierà la procedura prevista per il recupero dell’inadempimento.

A tal proposito si è espresso Carlo Signorelli, presidente della Società Italiana di Igiene: “Al momento numeri certi non ce ne sono. L’unica base di partenza sono i 120 mila in arretrato nelle coorti 2011-2015 calcolati dal ministero della Salute quando è stata approvata la legge. Di questi circa un terzo era già stato recuperato a ottobre 2017, e si può stimare che ancora circa 30 mila non siano in regola“.

Qualche numero? In Piemonte sono 1200 i bambini a rischio, mentre in Veneto erano 8800 ai primi di Febbraio.

C’è da sapere che in molti casi questi vaccini sono disponibili in forma combinata perché somministrati al bambino attraverso un’unica iniezione. Con questo sistema viene ridotto il disagio della puntura e viene incrementata l’efficacia della risposta immunitaria stessa. Inoltre, quando il bambino compie 6 anni sono obbligatori i seguenti richiami: difterite, tetano, pertosse, polio (DTP + polio); richiamo morbillo, parotite, rosolia e varicella  (MPR o MPRV).

Bambini non in regola con i vaccini non possono andare a scuola?

Come abbiamo detto, sarebbero oltre 30 mila i bambini non vaccinati secondo gli obblighi di legge, che vedevano il 10 marzo come termine entro il quale assolvere all’adempimento, effettuando la consegna della documentazione alla scuola specifica. I bambini di asilo nido e scuola materna non vaccinati o non in lista d’attesa per esserlo, non potranno andare a scuola finché la loro situazione non sarà regolarizzata. E le conseguenze della legge sull’obbligo vaccinale si sono già manifestate concretamente in alcuni recenti episodi. A Prato, dove sono stati esclusi dalla scuola 8 bambini per la maggior parte stranieri, le cui famiglie erano coscienti della situazione, e nella città di Perugia, nella quale i genitori hanno chiesto alle autorità di far terminare l’anno scolastico ai loro bambini coinvolti.

Un altro episodio ha visto protagonista la regione Piemonte, dove sono stati allontanati da scuola due bambini non vaccinati a Torino, nel quartiere Mirafiori. Stesso copione, sempre a Torino, è avvenuto per una bambina i cui genitori erano stati informati attraverso una lettera, nella quale si affermava che la bimba non sarebbe stata accolta in aula.

Multa per bambini non vaccinati: quanto si paga

Ecco l’intera procedura che viene osservata: entro il 10 marzo le Asl hanno inviato alle scuole l’elenco dei bambini non in regola con l’obbligo vaccinale, ovvero chi è in arretrato e chi non ha preso l’appuntamento per vaccinarsi. A quel punto le scuole faranno una comunicazione scritta alle famiglie, in cui si dice che entro 10 giorni dal ricevimento dell’avviso dovranno mettere in regola i figli e presentare alla scuola la documentazione relativa all’avvenuta vaccinazione. Nel caso in cui ciò non dovesse verificarsi, è previsto il pagamento di una multa che può andare da 100 a 500 euro, in base alla gravità dell’inadempimento, mentre nel caso di bimbi da 0 a 6 anni è prevista l’impossibilità ad accedere all’asilo.

Bambini non vaccinati a scuola in discesa: ecco perché 

In meno di sei mesi di applicazione della legge, la copertura vaccinale è migliorata in quasi tutte le regioni italiane:  in 11 su 21 è stato raggiunto l’obiettivo di immunizzare almeno il 95% dei casi nei bambini di due anni di età con il vaccino esavalente (contro difterite, polio, tetano, pertosse, emofilo B, epatite B). Sono aumentate poi le vaccinazioni  con il quadrivalente, contro morbillo, parotite, varicella e rosolia (+4%), e nel Lazio è stata raggiunta la quota del 95% di bimbi immunizzati.

Secondo il Ministero, si è trattato di un aumento legato alla legge sull’obbligatorietà dello scorso luglio. Infatti, a tal proposito, in base ai dati aggiornati alla fine del 2017, nei bambini di due anni di età la copertura contro il morbillo è salita del 4,42% rispetto all’anno precedente, raggiungendo una percentuale media nazionale pari a 91,68%.

Come funziona l’autocertificazione dei vaccini a scuola?

Ai fini dell’iscrizione all’anno scolastico 2017/2018 è risultata obbligatoria la presentazione da parte dei genitori degli alunni, di un modulo per l’autocertificazione della vaccinazione obbligatoria. Si tratta di un’autocertificazione vaccini che deve essere consegnata alla scuola entro una specifica data di scadenza per la scuola d’infanziamaternascuola primariaelementare, medie e superiori fino all’obbligo scolastico, comprese anche le scuole private. All’interno di tale autocertificazione vanno indicate tutte le vaccinazioni effettuate, le eventuali vaccinazioni per cui il bambino ha ottenuto l’esonero dal proprio medico, le vaccinazioni omesse o differite e le vaccinazioni per cui è stata presentata richiesta ma che non sono state ancora effettuate. Anche gli operatori scolastici sono tenuti a compilare un modulo di autocertificazione, molto simile a quello descritto in precedenza, e a trasmetterlo alla scuola in cui lavorano.

Per l’anno 2018/2019, invece, la situazione cambierà nuovamente: sarà l’Asl ad inviare alle scuole  i certificati sulle vaccinazioni degli studenti.

 

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