Una coppia su 6 non rifarebbe figli se tornasse indietro: costano troppo

sindrome burnout genitori

Stiamo assistendo ad una diminuzione delle nascite. Fare figli comporta sacrifici e rinunce. Dopo la diffusione dei dati Istat sul crollo delle nascite emerge sicuramente un aspetto allarmante, ovvero un sondaggio Swg rivelerebbe che un genitore su quattro, ovvero una coppia su sei, se potesse tornare indietro, non rifarebbe la stessa scelta.  Non metterebbe al mondo un bambino perché rinunciare al tempo dedicato a se stessi è, è stato, troppo duro, una fatica e un sacrificio insostenibili.

Dunque possiamo parlare di genitori pentiti? Dal sondaggio si scopre infatti che il 67% degli intervistati ritiene che senza un figlio si vivrebbe un’esistenza incompleta, monca, dobbiamo presumere meno accettabile e soddisfacente. Una percentuale che però si abbassa al 57% fra coloro che vivono la cosiddetta generazione di mezzo, ovvero tra i 25 e i 44 anni.

Diciamo che la maggior parte delle problematiche emerse sono sociali-antropologiche, a partire dal contesto economico. Da qui la richiesta di maggiori servizi, più sostegno alle famiglie, sgravi fiscali, pannolini gratis e via discorrendo. Si conferma infatti, e purtroppo, il dato strutturale del crollo del numero delle donne in età fertile (da 15 a 49 anni). Si tratta di un dato che deve far riflettere, visto che il numero di figli per donna è rimasto immutato (1,29). Vuol dire che la diminuzione delle nascite non è imputabile a una minor propensione (per motivi economici, sociali o di scelta esistenziale) delle donne a fare figli. Oggi, per  100 persone decedute arrivano soltanto 67 bambini. Dieci anni fa erano 96.

Il 2019 è  passato alla storia come l’anno dei record negativi. Non solo si è registrato il minor numero di nascite di sempre (appena 435 mila), ma è avvenuto anche il ricambio naturale più basso degli ultimi 102 anni. In un Paese da 60,3 milioni di abitanti (di cui 5,4 milioni stranieri) dove continua inesorabile il calo della popolazione: -116 mila persone in un anno. I dati dell’Istat mostrano un’Italia con un evidente problema di denatalità, sul quale è intervenuto anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. «Va assunta ogni iniziativa per contrastare questo fenomeno», ha detto il capo dello Stato spiegando che si rischia un indebolimento del «tessuto del nostro Paese. Chi è anziano come me – commenta Mattarella – ha ben presente l’abbassamento di scala della natalità nelle generazioni. Due generazioni prima della mia, i figli erano numerosi; poi si sono ridotti ancora. E questo è un problema che riguarda l’esistenza del nostro Paese. Quindi le famiglie non sono il tessuto connettivo dell’Italia, le famiglie sono l’Italia. Perchè l’Italia non è fatta dalle Istituzioni ma dai suoi cittadini, dalle persone che vi vivono».
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