REDDITO DI MATERNITÀ 1000 euro al mese per le mamme

Assegno unico temporaneo

Reddito di maternità a chi spetta

Il Popolo della Famiglia ha proposto di erogare il reddito di maternità. Si tratta di un bonus da 1000 euro netti al mese, per tutte le donne, sposate o non sposate, che rinunciano al lavoro per dedicarsi completamente ai figli.

L’indennità sarebbe pari a 12mila euro annui netti privi di carichi fiscali e previdenziali e la richiesta deve essere avanzata presso il Comune di residenza.

Per richiederla è necessario:

  • essere cittadine italiane
  • fare tutto entro 15 giorni dalla nascita del figlio o dalla sentenza di adozione

Queste le richieste di partenza del Popolo della Famiglia, ma non tutte le regioni hanno aderito a questa iniziativa. Al momento il reddito di maternità è diventato realtà solo ada Averara, in alta Valle Brembana. Qui, per incentivare la popolazione a non abbandonare il territorio verranno dati 1.000 euro al mese per tre anni alle neo-mamme. I requisiti per poter usufruire del reddito di maternità sono solamente essere residenti ad Averara e dedicarsi completamente al figlio dopo la nascita per tre anni, quindi non avere altro reddito o impegni lavorativi.

bonus bebè 2000 euro

L’idea del consigliere comunale Fabio Annovazzi è quella di ripopolare la montagna e sembra che abbia già riscosso un grande successo.

“L’iniziativa – ha concluso Fabio Annovazzi – non vuole dare ad intendere che magicamente i problemi di spopolamento scompariranno, ma almeno crediamo che questo giovi a dare credibilità ad una politica che deve intervenire concretamente nei problemi reali delle famiglie e non essere sempre in perenne campagna elettorale”.

Reddito di maternità come funziona

Ai microfoni di Uno, nessuno, 100Milan (Radio24) il leader del movimento cattolico, Mario Adinolfi, spiega:

E’ una proposta moderna, visto che la denatalità è un problema moderno. Scommettiamo che così nascono più figli? Diamo 96mila euro per i primi 8 anni di vita del bambino, così finalmente si fa capire che un figlio è una ricchezza e non uno strumento che ti riduce alla povertà. Il lavoro di una madre è un vero lavoro. Siamo stanchi di vedere le donne-mamme, trattate come donne di serie B se non fanno il lavoro fuori casa. In più” – continua – “vogliamo dare alle donne la possibilità di scegliere se lavorare fuori casa o lavorare in casa. Non abbiamo fatto chiacchiere, ma abbiamo depositato una proposta di legge alla Corte di Cassazione e stiamo raccogliendo le firme per tutte le strade d’Italia, per essere esaminata dal Parlamento è necessaria la sottoscrizione di 50mila persone”.

E aggiunge: “La nostra proposta ha assolutamente dei costi compatibili con la finanza pubblica. Il reddito di cittadinanza si rivolge a 6,5 milioni di persone. Purtroppo, come ci dicono i dati Istat, le mamme che fanno un figlio in un anno sono poco più di 350mila. Molte di queste mamme lavorano, quelle che non lavorano potranno accedere al reddito di maternità. Il costo è una inezia, si aggira a un miliardo l’anno. Si potrà arrivare a 3 miliardi l’anno quando il provvedimento andrà a regime. Si tratta di una indennità e quindi non sottoposta a tassazione. Se fai due figli, ti parte quando nasce il secondo figlio. Se hai un figlio disabile o hai quattro figli, diventa vitalizia, come per i parlamentari. Noi, insomma, vogliamo fare una rivoluzione“.

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Reddito di maternità in Sardegna

L’obiettivo di questa proposta di legge è di garantire un reddito per otto anni. Per ogni figlio viene percepita un’indennità e alla nascita del quarto figlio l’indennità diventa vitalizia.

Sono già state raccolte circa 50 mila firme per far passare questo disegno di legge e ad aprile verranno depositate in Parlamento per discuterne la fattibilità.

Il coordinatore nazionale del Popolo della Famiglia, Mirko De Carli, ha dichiarato: “Ci piacerebbe che la Sardegna fosse la prima in Italia ad investire su un modello di famiglia che fa figli, anche perchè l’Isola ha i tassi di natalità tra i più bassi a livello italiano ed europeo. Attraverso Fortza Paris e i Riformatori contiamo di incardinare una proposta di legge ad hoc all’interno dei lavori della nuova consiliatura e della Giunta Solinas”.