PARTO IN CASA: quali sono i rischi e i costi

Dopo l'ultimo caso di cronaca della bambina podalica partorita in casa, eccoci a parlare delle difficoltà legate al parto in casa e i rischi che si corrono.

Partorire in casa da sola, tra l’intimità e il rischio

Oggi partiamo da un caso di cronaca che sta facendo discutere sulla necessità di creare una corretta sensibilizzazione sui rischi del partorire in casa da sola. I giornali infatti riportano di una coppia di neo-genitori del Trentino che hanno deciso di avere la loro bambina tramite un parto in casa, desiderosi di accoglierla al mondo nella tranquillità e nell’intimità dell’ambiente domestico. Seguiti da due ostetriche dipendenti di una clinica privata, i due non hanno ascoltato i consigli dei medici che avevano invece fissato un parto cesareo dal momento che la bambina si presentava podalica. Il 27 settembre scorso infatti la bambina è nata a casa proprio un giorno prima del parto fissato dalla ginecologa della coppia e, ovviamente, le complicazioni della situazioni hanno portato subito all’intervento dell’Ospedale. La bambina infatti ha riportato delle gravi lesioni che condizioneranno permanentemente il suo sviluppo.

Ad oggi, l’indagine aperta nei confronti dei due genitori e delle ostetriche è stata rinviata a giudizio dalla Procura della Repubblica di Trento. Ma mettendo da parte il caso particolare e più recente che ti abbiamo segnalato, ci sembra doveroso affrontare la questione del parto in casa per considerare tutte le eventualità che si presentano ai genitori che rifiutano il ricovero ospedaliero.

Parto in casa, cosa fare e come organizzarsi

Partiamo da una delle domande più ricorrenti: il parto in casa è sicuro o no? A sentire i racconti delle nostre mamme e nonne si: in quanti bambini infatti nel passato sono nati in casa senza nessuna complicazione. Importante era allora l’intervento e l’esperienza delle levatrici, ostetriche ante litteram. Ma oggi cosa devono affrontare le coppie che decidono di partorire in casa? Innanzi tutto una selezione. Come dichiarato dall’American College of Obstetricians and Gynecologists (ACOG), sebbene venga riconosciuto che i luoghi più idonei a parto siano ospedali e centri nascita, ci sono determinate condizioni che permetterebbero ai genitori di optare per il parto a domicilio senza troppi rischi:

  1. selezione appropriata da parte dei ginecologi delle donne “candidate;
  2. assistenza da parte di ostetriche specializzate;
  3. distanza adeguata dall’ospedale di riferimento.

Secondo l’Associazione Nazionale Culturale Ostetriche Parto a Domicilio e Casa Maternità requisito fondamentale per un parto in casa è che si tratti di un parto fisiologico, ovvero a basso rischio. Parimenti importante è che il travaglio avvenga tra le 37 e 41+6 settimane, per scongiurare l’insorgere di rischi. Inoltre non deve trattarsi di un parto gemellare e il feto deve essere necessariamente in presentazione cefalica e con battito cardiaco regolare. Viene da se che nel caso in cui la madre presentasse delle patologie particolari come il diabete gestazionale, obesità o epilessia, il ricovero ospedaliero è la soluzione ottimale da seguire.

Per quanto riguarda l’assistenza delle ostetriche – è sempre meglio che si tratti di una coppia di dottoresse specializzate , dopo la firma di un iniziale documento che impegna le due professioniste, la presa in carico definitiva del parto in casa viene effettuata dopo un accertamento finali delle condizioni di mamma e feto almeno due settimane prima della data prevista del parto. Le ostetriche rimangono poi insieme ai genitori anche dalle tre alle cinque ore dopo il parto per verificare che non ci siano complicazioni. La prima visita pediatrica arriva invece dopo una dozzina d’ore dopo il parto.

L’Italia e il parto in casa, statistiche e modalità

Qual è la posizione delle mamme italiane? Molte, relativamente al parto in casa, le esperienze negative come quella che abbiamo riportato in apertura di articolo che dissuadono le mamme dal parto in casa. Un rapporto del Ministero della salute dichiarava che nel 2014 sarebbero più o meno 500 i bambini nati al di fuori di strutture ospedaliere pubbliche o private. L’Associazione Nazionale Culturale Ostetriche Parto a Domicilio e Casa Maternità dal canto suo però riporta che le ostetriche affiliate avrebbero assistito a circa 800 parti in casa nel corso del 2017.

Nel nostro paese i costi del parto in casa si aggirano attorno ai 2500 euro, a seconda della tariffa delle ostetriche professioniste a cui ci si affida. Esistono poi due diverse modalità per la richiesta del parto a domicilio:

  1. parto in casa assistito da un’ostetrica ospedaliera o da una di un consultorio. Per il momento si tratta di servizi messi a disposizione dalle città di Torino e Reggio Emilia e dai consultori di Modena e Parma. In questi casi i costi sono a carico del servizio sanitario nazionale;
  2. parto in casa assistito da un’ostetrica libera professionista. In questo caso i costi sono tutti addebitati sulla coppia di genitori, anche se in alcune e selezionate regioni sono previsti dei rimborsi fino ai 1000 euro. Tra queste figurano le province autonome di Trento e Bolzano, Emilia Romagna, Marche, Lazio e Piemonte.

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