Mamme e lavoro: aumento di dimissioni tra le neomamme

Le donne, in modo particolare, non si sentono supportare e sono arrivate a 37.738 mila le dimissioni volontarie registrate in Italia per i genitori con figli fino a 3 anni di età.

Arriva il nuovo anno che sembra portare con sè una serie di agevolazioni  pensate dal Fisco per le famiglie. Ad esempio lo sconto fiscale per metro, treni e scuolabus e la detrazione per gli studenti con disturbi di apprendimento, oltre al bonus per gli strumenti musicali e al bonus bebè.

Purtroppo le “agevolazioni”offerte alle famiglie non bastano e non rappresentano un reale aiuto per chi decide di avere un figlio. Le donne, in modo particolare, non si sentono supportare e sono arrivate a 37.738 mila le dimissioni volontarie registrate in Italia per i genitori con figli fino a 3 anni di età.

I numeri più alti si registrano in Lombardia dove le dimissioni convalidate dalla regione sono 88 di cui 3757 sono dovute al passaggio ad altra azienda, ma le altre (5.093) sono legate a motivi familiari. Seimila e 767 donne si sono licenziate per mancanza di posti al nido, assenza di parenti disponibili, ma soprattutto per gli altissimo costi richiesti dalle strutture e da personale qualificato.

Purtroppo un problema da non sottovalutare è anche quello del rientro al lavoro dopo il congedo per maternità obbligatoria e facoltativa. Molte donne vengono declassate o non ritrovano più le condizioni di lavoro precedenti. Nel nostro paese la scelta di avere un figlio viene ancora considerata come una perdita dal punto di vista lavorativo e non come un valore aggiunto. Si ritiene che le priorità di una donna con figli siano altre rispetto a quelle lavorative e che quindi non è garantisca affidabilità.