Liquirizia in gravidanza stimola le contrazioni?

liquirizia in gravidanza

La liquirizia possiede molte proprietà benefiche: facilita la digestione, disinfetta la gola, calma la tosse, protegge l’apparato gastrointestinale, contrasta la stipsi. Ma se assunta ad alte dosi la liquirizia alza la pressione. Tutte queste proprietà sono molto utili in gravidanza, perché risolvono problematiche che si possono presentare facilmente quando si aspetta un bambino.

Ma dobbiamo fare attenzione perchè durante la gravidanza la liquirizia andrebbe assunta a bassi dosaggi proprio perchè potrebbe causare un innalzamento di pressione, molto pericoloso per le donne in attesa.

Liquirizia in gravidanza: contrazioni

La glicirrizina contenuta nella liquirizia è in grado di danneggiare la placenta e veicolare gli ormoni dello stress da madre a figlio, causando così importanti danni a livello cognitivo e comportamentale. Inoltre può coadiuvare l’aumento delle prostaglandine con il rischio di indurre un parto prematuro.

Una liquirizia ogni tanto dopo i pasti per aiutare la digestione o sedare la nausea non ha nessuna controindicazione, purché il quantitativo non superi 300 mg a settimana. Al contrario alti dosaggi, necessari in caso l’obiettivo sia quello di contrastare una condizione ipotensiva, devono essere del tutto banditi in gravidanza. Da evitare assolutamente la tisana liquirizia in gravidanza sempre per la sua capacità di elevare la pressione sanguigna.

Molte si staranno chiedendo che tipo di conseguenze potrebbe avere la liquirizia haribo in gravidanza. Come abbiamo detto sopra una caramella ogni tanto non fa male, basta rispettare le dosi consigliate. Le caramelle in gravidanza che contengono liquirizia ad ogni modo sarebbero da evitare per quanto è possibile.

Liquirizia in allattamento

Da indagini recenti si consiglia di ridurre il consumo di liquirizia anche durante l’allattamento, poiché potrebbe causare nei figli, l’insorgere di problemi comportamentali, di non trascurabile entità: da uno studio alimentare condotto su un campione di bambini nati da mamme che introducevano settimanalmente, nella loro dieta, una quantità pari ad almeno 500 mg di liquirizia rispetto ai 35 mg assimilabili, è emerso che il cervello di questi bimbi riscontrasse capacità cognitive inferiori alla norma; non solo: erano ben presenti disturbi di natura comportamentale come ad esempio, l’ADHD, la sindrome da deficit di attenzione e iperattività, contraddistinta da alcuni tratti peculiari quali impulsività, inattenzione e iperattività motoria che spesso può rendere maggiormente difficoltoso il regolare sviluppo e l’integrazione sociale dei più piccoli.

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