I genitori devono giocare con i propri figli

La spensieratezza e i tanti momenti di gioco tipici delle vacanze appena trascorse sono ormai un vecchio ricordo. Si torna al solito tran tran quotidiano, pieno di impegni e con i minuti contati. Un corri corri continuo e generale, weekend compresi. Nessuno ne è indenne, men che meno le famiglie. Ed è così che il tempo trascorso a giocare tra genitori e figli, rispetto a un mesetto fa, si riduce nettamente: durante la settimana, in casa si gioca meno di un’ora al giorno. A confermarlo i 507 bambini tra i 5 e gli 11 anni (55% femmine, 45% maschi) che, insieme a 643 genitori (51% donne, 49% uomini), hanno partecipato all’indagine che Hasbro, azienda leader nell’intrattenimento, ha commissionato a Pepita Onlus, cooperativa sociale specializzata in interventi educativi. Il dato più confortante è che almeno tre quarti degli intervistati sono ben consci che la quantità di tempo dedicata al gioco tra le mura domestiche è del tutto insufficiente. A pagarne le conseguenze i più piccoli: solo il 15% condivide momenti di gioco con mamma o papà, mentre il 22% gioca completamente da solo. Ma il gioco è un elemento fondamentale nelle fasi di crescita dei bambini, con un importante valore educativo che si esprime al suo massimo nei momenti di condivisione, tanto più se in compagnia di un genitore, un parente o meglio ancora di tutta la famiglia al completo. Di conseguenza, anche se l’estate è finita, il #TempoDiGiocare non può e non deve finire, anzi deve aumentare!

Il motivo? Il confronto con il passato è davvero impietoso: quasi il 40% degli adulti, infatti, confessa di trascorrere meno tempo con i figli di quanto facessero i loro genitori. E sono proprio i più piccoli a lanciare un grido d’allarme: il 76% vorrebbe avere più tempo a disposizione per giocare. Ma non da soli, bensì in compagnia di mamma e papà, come sostiene il 78%. A maggior ragione se per il 94% dei bambini coinvolti “giocare vuol dire anche imparare”. Ed è proprio per questo che oltre il 60% chiede quotidianamente ai genitori di divertirsi con loro. Le risposte sono per lo più evasive e circostanziali, mamma e papà accontentano i figli, ma spesso lo fanno controvoglia e con scarso interesse. Nonostante ciò, il 43% dei genitori si ritiene soddisfatto della quantità di tempo dedicata a giocare con i figli, ma solo il 31% lo reputa di qualità. Eppure, il 67% è consapevole del valore relazionale del gioco e il 69% riconosce appieno il suo valore educativo. E allora perché solo il 26% ammette di giocare con propri figli? E perché appena il 28% si limita alla mera osservazione dei bambini durante i momenti di gioco? Eppure, basterebbe davvero poco per renderli felici, proprio come accadeva qualche settimana fa durante le ferie estive.

A dimostrarlo il team creativo di Ciaopeople che, ispirato dai dati emersi dalla ricerca, ha realizzato un esperimento sociale che è diventato un video emozionale dal claim “L’estate è finita, ma il #TempoDiGiocare NO!”. A telecamere accese e con i genitori che li osservano di nascosto, ad alcuni bambini è stato chiesto di raccontare qualche episodio delle recentissime vacanze: intenti a narrare le loro avventure, tutti fanno riferimento a momenti di gioco trascorsi con mamma e papà. Peccato che adesso, con il ritorno alla vita di tutti i giorni, son tutti un po’ tristi e ricordano con malinconia quegli attimi di divertimento spensierato. La soluzione? Tornare in vacanza, magari in un bel parco divertimenti acquatico! Ma questa volta senza mamma e papà. Ed è qui che arriva il bello: nessuno dei bambini coinvolti andrebbe in vacanza senza di loro, non sarebbe affatto la stessa cosa. Colpiti e affondati: i genitori acquisiscono consapevolezza sul modo di pensare dei loro figli e si rendono conto che il tempo trascorso a giocare insieme ai loro figli è cruciale per la loro felicità. Sono le cose semplici e che spesso si danno per scontate a rendere felici i più piccoli. D’altronde non chiedono la Luna, non occorre chissà quale promessa: una partita a Indovina Chi? o una sfida con l’Allegro Chirurgo è più che sufficiente per farli ridere a crepapelle, basta farlo insieme e regolarmente.

E non è un caso se l’unico punto dell’indagine che accomuna grandi e piccini sono proprio i giochi di società: nel 45% dei casi i grandi classici del divertimento in scatola mettono d’accordo tutta la famiglia, forti del fatto che per il 52% dei genitori coinvolti sono utilissimi all’apprendimento mnemonico, logico-matematico, strategico, intellettivo e non solo. Imparare a perdere o a rispettare le regole, sono la base per crescere in modo sano nella società attuale. Adulti e bambini hanno quindi una piena consapevolezza del gioco e del suo valore positivo, ma il tempo dedicato al gioco, benché ritenuto a malapena sufficiente dagli adulti, sembra non esserlo affatto per i bambini, che tendono a giocare soprattutto con i fratelli o i coetanei e molto più raramente con gli adulti. È dunque arrivato il momento di riscoprire ed esaltare la passione e la voglia di giocare in modo sano, utile e coinvolgente, per tornare a condividere momenti di vero divertimento tra genitori e figli: insomma, è SEMPRE #TempoDiGiocare.

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