Famiglie in difficoltà per Covid e scuole chiuse

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Sembra di vivere un incubo. Siamo tornati esattamente ad un anno fa. Per non dire peggio. Il covid è ancora in circolazione e le famiglie, lasciatecelo dire, sono in grande difficoltà.

L’ennesima chiusura delle scuole della prima infanzia, elementari, medie per non parlare della perenne chiusura dei licei ha messo tutte le famiglie in ginocchio.

Covid famiglie chiuse in casa con i figli

Continuiamo a sentire frasi del tipo “Sei fortunata perché lavori in smart working quindi puoi seguire i tuoi figli“. Ma chi? Ma dove? Lavorare in smart con covid, famiglie al completo chiuse in casa non è mica una passeggiata!

Forse non vi è ben chiaro cosa significhi smart working.  Per il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, lo Smart Working (o Lavoro Agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali e un’organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro.

I figli li vedete menzionati da qualche parte? Avete mai provato a fare una call di lavoro con colleghi o con un cliente con vostro figlio di due anni e mezzo che vi salta addosso? Con il bambino di 9 mesi che piange? Con la bambina di 10 anni che non riesce a collegarsi in DAD? Potremmo continuare all’infinito…

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Covid chiusura scuole e asili nido

Mi chiamo Francesca, ho 31 anni e sono mamma di due bambini, il primo ha due anni e mezzo, il secondo 9 mesi. Sono una mamma che lavora. Ho la fortuna, visto il tremendo periodo, di avere un lavoro da dipendente.

Durante la prima ondata di Covid ero incinta e ho dovuto annullare visite di controllo in gravidanza. Poi è nato mio figlio a giugno, il Covid c’era ma sembrava un po’ meno incombente nelle nostre vite.

Poi, è arrivato marzo 2021 e in una sera si è deciso di nuovo di chiudere le scuole. I bambini sembra che siano i più sacrificabili quando si tratta di chiudere, ma non viene in mente a nessuno che la gestione dei figli per genitori che lavorano è praticamente impossibile?

Io non ho chiamato nessuna baby sitter. Non l’ho fatto per mancanza di fiducia, anzi, io stessa sono stata cresciuta a volte da baby sitter, lo ritengo un lavoro nobile. Non ho chiamato una tata perché non posso permettermela. Gli aiuti economici del Governo non basterebbero e comunque la retta del nido (per entrambi i miei figli) va pagata ugualmente, anche se il nido è chiuso. La pago, senza fare polemiche, perché penso alle maestre, che sono lavoratrici quanto me e che hanno bisogno di quello stipendio.

Lavoro, da casa. Ho un datore di lavoro intelligente che comprende la situazione e sa che mi faccio in quattro per mantenere i miei impegni. Non è facile.

Covid le conseguenze sui bambini piccoli

Mio figlio, che ha due anni e mezzo, ha vissuto molto male la prima ondata di Covid. Da un giorno all’altro era chiuso in casa con noi a ripetere sempre le stesse cose, senza vedere nessuno, senza sport, chiusi in lockdown. Ha maturato una diffidenza negli altri che, dopo quasi un anno, sta lentamente scomparendo.

Ora siamo di nuovo chiusi in casa. L’asilo nido ha chiuso ancora. Io mi devo destreggiare tra il lavoro, la casa, cosa preparare da mangiare, la nanna dei bambini, i cambi pannolino, i giochi, le crisi di pianto per i “no”. E in tutto questo, molto spesso mi sento sola. Sono stata lasciata sola. La mia fortuna è che ho un carattere combattivo e non mi abbatto, ma penso invece a chi questo carattere non lo ha… penso a come si possa sentire. Se stai leggendo le nostre parole, mamma, sappi che sei bravissima, anche se pensi di sbagliare tutto in questo momento, non è così.

Covid e le difficoltà della dad

Organizzare le giornate in DAD per molti vuol dire incastrare gli impegni di lavoro con le esigenze scolastiche dei propri figli. Questo cosa comporta? Comporta sicuramente, se i figli sono al di sotto dei 14 anni, una presenza in casa di almeno un genitore, una linea internet funzionante, un computer o un tablet a disposizione. Se il genitore lavora fuori casa deve cercare qualcuno che badi al figlio, o se lavora in smart working deve incastrare le esigenze del figlio a quelle del lavoro da casa. Come? Assicurarsi di avere una rete internet sufficientemente potente da essere di supporto alle esigenze di tutti, avere tablet e computer, avere stanze separate dove poter lavorare. Oltre a questo deve far fronte a tutti i problemi tecnici che potrebbero emergere. La DAD non permette ai bambini delle scuole primarie di essere completamente autonomi e quindi viene richiesta continuamente l’attenzione del genitore. I miei figli vivono diversamente questa situazione.

Thalia, 10 anni, vive con molta ansia le interrogazioni davanti allo schermo, ma ha saputo adattarsi con molta più facilità alla situazione rispetto a Zeno, 8 anni, decisamente più insofferente nello stare seduto per molte ore davanti al computer. i miei figli svolgono 15 ore di DAD settimanali + eventuali attività asincrone e di recupero.

Avere figli a casa vuol dire riorganizzare spazi e tempi in funzione delle loro esigenze e mettendo molto spesso in secondo piano le nostre, soprattutto quelle lavorative. Io mi ritrovo molto spesso a lavorare la sera per avere a disposizione una connessione più stabile.

 

Voi come state gestendo questa situazione covid famiglie?