Ecografie in gravidanza sono pericolose o no?

ecografia in gravidanza

Le ecografie in gravidanza sono pericolose e comportano dei rischi per il bambino? Ecografie interne o esterne in gravidanza? Quando fare la prima ecografia in gravidanza? Sono tantissime le domande sul tema, cerchiamo di fare chiarezza!

Ecografie in gravidanza fanno male al bambino?

Durante la gravidanza, tutti sanno che vanno eseguite le ecografie allo scopo di controllare a vista la salute e lo sviluppo del bambino in arrivo. Ma andiamo un po’ più a fondo per capire in cosa consiste il processo.

L’ecografia è un esame dalle seguenti caratteristiche: non è invasivo, non lascia alcun tipo di cicatrice ed è applicabile ad un buon numero di circostanze. Tra queste vanno menzionate il check-up agli organi interni, oppure tessuti sottoposti a lesioni e traumi. La tecnica attuata si basa essenzialmente sull’uso di una sonda che emana ultrasuoni innocui e di un gel in grado di eliminare l’aria circostante il punto di contatto per una migliore trasmissione dell’impulso. Si tratta di un esame di routine pratico, rapido e più sicuro rispetto ad altre alternative.

In questo modo, grazie alla competenza dell’operatore e alla capacità del medico di interpretare i risultati forniti dall’immagine, la futura mamma potrà tranquillizzarsi e avere tutte le informazioni necessarie sulla crescita del bambino.

L’ecografia consente ai genitori un aggiornamento circa eventuali problematiche che si potrebbero presentare, al fine di curarle per tempo. Generalmente ne vengono effettuate (e consigliate) tre. La prima durante il primo trimestre (a partire dall’ottava settimana), poi nel secondo trimestre (intorno alla ventesima settimana) e l’ultima tra la 30/32° settimana di gravidanza. Poi, su richiesta, potranno poi essere effettuate ulteriori analisi.

Solitamente, i genitori hanno la tentazione di monitorare a vista la crescita del proprio bambino, anche quando non è necessario. Ma fate attenzione: in questi casi, in assenza di complicazioni o di necessità, non bisogna superare le tre ecografie. E aggiungiamo anche che la prima è consigliata a partire dall’ottava settimana, non prima.

Ecografia in gravidanza rischi per mamma e bambino: ce ne sono?

C’è da sapere che è stato ormai dimostrato che gli ultrasuoni utilizzati durante l’ecografia sono del tutto innocui sia per la salute della mamma che per quella del bambino in grembo. Anche in merito all’ecografia transvaginale (eseguita inserendo la sonda in vagina) è stato dimostrato che può essere effettuata senza problemi nei primi tre mesi di gravidanza. Per mettere a tacere eventuali dubbi sull’argomento, va detto che l’ecografia non presenta rischi né per la mamma né per il bambino. Anzi, è uno strumento utilissimo e insostituibile per seguire lo sviluppo del feto. Oltre alla sua valenza pratica, poi, l’ecografia è anche in grado di fornire un’utilità emotiva, dal momento che attraverso questo processo i genitori riescono a vedere il bambino prima della nascita e a stabilire un contatto con lui e assicurarsi che tutto proceda per il meglio. Ma attenzione: non bisogna esagerare, a meno che non insorgano fattori di rischio che richiedano esami più approfonditi ed ecografie di II livello.

A tal proposito, va detto anche che nei casi di gravidanza a rischio, se la madre soffre di diabete, di pressione alta oppure ha già avuto in passato una gravidanza con problemi, verrà eseguito un numero più elevato di ecografie rispetto alla norma. Ciò non deve affatto spaventare la futura mamma.

ecografia in gravidanza
Ecografia in gravidanza

Ecografia in gravidanza interna o esterna

L’ecografia in gravidanza può essere sia esterna (eseguita per via addominale) che interna (eseguita per via transvaginale). Durante il primo trimestre di gravidanza l’approccio è sempre transvaginale, che non è pericoloso e non riporta alcun tipo di danno al feto. Essa consente di individuare sia la camera gestazionale che l’embrione più velocemente e con maggior precisione rispetto all’ecografia transaddominale. Grazie a questa ecografia, è possibile controllare la gravidanza nel primo trimestre con una qualità e definizione d’ immagine nettamente superiori, ed è anche possibile visualizzare più precocemente i dettagli della morfologia fetale.

Alla fine del primo trimestre, invece, il primo approccio avverrà sempre per via addominale, che si preferisce nel momento in cui si riscontra la presenza di masse o fibromi che rendono più difficile la visualizzazione dell’embrione.

Nel secondo e terzo trimestre di gravidanza risulta utile il ricorso all’ ecografia transvaginale nei casi in cui si sospettino delle modificazioni precoci (raccorciamento) del collo dell’utero, come potrebbe verificarsi nei casi di minaccia d’ aborto o di parto pretermine.

Quando fare l’ecografia esterna in gravidanza

Come è stato già detto, l’ecografia esterna (o transaddominale) va eseguita nelle settimane successive al primo trimestre, quando invece va fatta l’ecografia transvaginale/interna. L’ecografia esterna avviene per via addominale, semplicemente appoggiando la sonda sulla pancia. Con l’ecografia esterna, sarà possibile verificare se si tratta di gravidanza singola o gemellare. Inoltre si può controllare la crescita del bebè e studiarne gli organi, escludendo così eventuali malformazioni evidenti. In genere questo tipo di ecografia dura quindici minuti.

Ecografia interna in gravidanza è pericolosa?

Grazie all’ecografia interna (o transvaginale) eseguita solo a partire dall’ottava settimana di gravidanza, è possibile sentire il battito cardiaco fetale, identificare la presenza della gravidanza e individuare eventuali problemi.
Si tratta di una tecnica diagnostica per immagini, adatta per studiare la morfologia e lo stato di salute degli organi genitali interni femminili. L’ecografia interna viene eseguita durante il primo trimestre in gravidanza.

Tale indagine viene svolta da una sonda coperta con una guaina in lattice a sua volta ricoperta da gel da ultrasuoni che, una volta inserita nella vagina, emette delle onde sonore a frequenza elevata. Queste ultime vengono riflesse dai tessuti che incontrano e poi captate dalla sonda che le ha prodotte. In seguito, le onde vengono elaborate da un computer che ricostruisce le immagini in tempo reale, che sono poi riprodotte su uno schermo: in questo modo si possono vedere le parti anatomiche in questione.

L’ecografia interna è una tecnica in grado di fornire un quadro più dettagliato sulla morfologia del feto, ed è bene sapere che non presenta rischi, dal momento che le onde sonore emesse dalla sonda sono del tutto innocue sia per la mamma sia per il bambino. Inoltre, questa ecografia va fatta anche durante il secondo e il terzo trimestre quando si rivela necessario approfondire le strutture adiacenti alla cervice.

Come funziona l’ecografia in gravidanza

L’ecografia si serve di onde acustiche in grado di ricostruire le immagini dell’interno di un corpo attraverso uno strumento chiamato ecografo. Queste onde hanno la proprietà di passare attraverso i tessuti del nostro corpo e il computer ne rileva ed elabora le informazioni.

L’esame non è né doloroso né fastidioso e si effettua cospargendo uno speciale gel (sostanza altamente conduttrice degli ultrasuoni) sulla superficie cutanea della zona da esplorare. Su di essa viene poi appoggiata una sonda, che rappresenta la sorgente del fascio di ultrasuoni. Questi vengono riflessi e consentono la formazione di echi che tornano verso la sonda. Da qui vengono trasferiti a un apparecchio che li trasformerà in segnali elettrici e quindi in immagini.
L’esame dura dai 10 ai 20 minuti, durante i quali la futura mamma deve evitare movimenti e deve, in certi momenti e su richiesta dell’esaminatore, trattenere il respiro. L’esame può essere moderatamente fastidioso solo nel corso di procedure speciali (inserimento della sonda nel retto o nella vagina nell’ecografia transrettale e transvaginale).

Ecografia in gravidanza quando fare la prima

Si tratta di un esame assolutamente innocuo e indolore che utilizza gli ultrasuoni (onde sonore non percepibili dall’orecchio umano). La prima ecografia va eseguita a partire dall’ottava settimana e consente di precisare l’epoca gestazionale della lunghezza del feto e di indicare la data presunta del parto. Permette, inoltre, di scoprire subito l’eventuale presenza di gemelli, di verificare che non si tratti di una gravidanza extrauterina e di rilevare il battito cardiaco del feto.

 

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