Come spiegare l’omosessualità ai bambini

Come rendere comprensibile l'omosessualità ai bambini: spiegare cosa sia l'omosessualità è difficile. Essendo un tema delicato, è bene affrontarlo con cautela. Ecco qualche consiglio su quando parlare a tuo figlio di omosessualità e in che modo.

Come spiegare l’omosessualità ai bambini

Un genitore ha delle grandi responsabilità nei confronti del proprio bambino. Deve fornirgli dei valori, un’educazione, deve essere il suo punto di riferimento educativo e il suo fulcro affettivo. Ogni aspetto comunicato, ogni parola, ogni insegnamento, avrà degli importanti effetti su quella che sarà la vita sociale del bambino. In parte prenderà forma la sua personalità, le sue relazioni con gli altri, il suo modo di pensare, la sua interpretazione nei confronti della realtà. Per questo, è sbagliato evitare argomenti che possono sembrare difficili, quando in realtà non lo sono. In questo modo, il genitore rischia di perdere l’occasione di dare ai propri figli una lettura giusta e corretta.

A tal proposito, una delle domande più frequenti che si pongono i genitori è “Come possiamo spiegare l’omosessualità ai nostri bambini?” Innanzitutto, un bravo genitore sente la necessità di documentarsi sempre, specie per far fronte alle eventuali domande che arrivano dai bambini in seguito alle spiegazioni ricevute. Un altro aspetto fondamentale riguarda il genitore stesso: quest’ultimo dovrà farsi un esame di coscienza e capire se nei suoi insegnamenti, nella sua lettura, nei suoi pensieri, esistono dei pregiudizi. In questo modo riuscirà ad allontanare dal figlio eventuali tabù che gli avrebbero procurato delle influenze negative.

Qualora quest’ultimo dovesse chiedervi il significato della parola omosessuale, ditegli che si tratta semplicemente di una questione di gusti personali. Ditegli che è la stessa cosa quando ad esempio una persona preferisce il cioccolato al latte a quello fondente. O che preferisce la verdura alle caramelle. Ditegli che i rapporti si basano su preferenze assolutamente naturali. Che si tratta di due persone dello stesso sesso che sono felici di amarsi e di stare insieme.

I genitori dovranno prima capire le informazioni già possedute dal bambino, e in tal caso modificarle e condurle nella giusta direzione attraverso il confronto. Tra le altre cose, risulta fondamentale chiarire che avere atteggiamenti maschili o femminili non ha nulla a che vedere con la sessualità di una persona, rimuovendo dalla loro testa questi possibili equivoci.

Tra le altre cose, lasciate liberamente giocare i bambini con i giocattoli che preferiscono, senza porre limiti, senza frenare il loro istinto. Altrimenti interpreteranno questa azione come una discriminazione, che anche loro ripeteranno in futuro.

Perché parlare di omosessualità ai bambini

Se la vostra domanda è “Perché parlare di omosessualità ai bambini?“, la risposta è molto semplice. Gli psicologi sono tutti concordi nell’affermare che affrontare presto l’argomento con i bambini aiuta a prevenire l’omofobia. Il compito di genitori ed educatori, infatti, è quello di insegnare a vivere l’omosessualità con la stessa naturalezza con la quale viene vissuta l’eterosessualità, non essendoci alcuna distinzione.

Parlare di omosessualità al proprio bambino, così come parlare dell’affettività in generale o della sessualità, è lo strumento più efficace per prevenire l’omofobia.

Quando dire a mio figlio cos’è l’omosessualità

In realtà, non esiste un momento preciso in cui dover parlare al proprio figlio di omosessualità. Sono le occasioni della vita, il più delle volte, a creare il momento adatto. È nella sensibilità del singolo genitore deciderlo e ognuno lo farà in base alle proprie inclinazioni. Ovviamente, come è stato detto poc’anzi, prima se ne parla, prima si previene l’omofobia e la formazione di eventuali pregiudizi completamente sbagliati nel bambino. Tra l’altro, è bene che un genitore si documenti e si informi per dare delle risposte corrette al proprio bambino. E soprattutto, è fondamentale che ciascun genitori impari ad analizzare i propri pensieri, ad essere autocritico, per comprendere se la sua interpretazione è determinata da pregiudizi che andrebbero ad influenzare negativamente il bambino.

Ovviamente delle risposte evasive e imbarazzate da parte del genitore comunicheranno al bambino, in modo indiretto, che si sta parlando di un argomento tabù. Oppure che da parte del bambino è arrivata una domanda che doveva essere evitata.

In quel caso, il genitore non riuscirebbe ad affrontare l’argomento con naturalezza dal momento che si trova in una situazione scomoda. A quel punto, il genitore deve prima lavorare su se stesso. Deve porsi delle domande, come “Ho mai elaborato una riflessione in merito? Cosa ne penso? Quanto a fondo conosco i miei sentimenti a tal proposito? ho paura di parlarne con mio figlio?

Rispondendo a queste domande, il genitore diventerà più consapevole per fornire una giusta spiegazione al figlio, consentendogli la costruzione di una personalità priva di pregiudizi e tabù.

Cosa dire a mio figlio quando mi chiede cosa vuol dire gay o lesbica

Se il proprio bambino vi porge la domanda “Cosa vuol dire la parola gay/lesbica?” la cosa più immediata e naturale da dire è che si tratta di gusti personali. Che la scelta dei rapporti si basa su una preferenza naturale, e che non esistono preferenze giuste o sbagliate. Le parole da usare sono le stesse che si usano per parlargli dell’amore. Quindi, tra le risposte ci può essere ” Le coppie omosessuali sono formate da due persone dello stesso sesso che si amano”.  In questo modo, il genitore contribuirà alla costituzione di un’educazione corretta del figlio, lontana da informazioni errate e da inutili pregiudizi.

 

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