Come spiegare a un bambino che è stato adottato

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La cosa più importante è che i genitori siano sereni rispetto alla vicenda adottiva e soprattutto che possano rivivere il percorso fatto senza rimorsi o rimpianti. Nella maggior parte dei casi la scelta di adottare un bambino nasce dalla scoperta di non poterne avere e quindi da un impedimento di realizzazione di un progetto di diventare genitori di un figlio generato dalla coppia stessa.

Non è infatti facile trasmettere la gioia di diventare genitori di un bambino nato da altri e con una sua storia precedente, ma per il bambino adottato questo è davvero molto molto importante, si tratta infatti di un momento di un momento di trasmissione di senso e di valore per il bambino adottivo e per gli stessi genitori.

Quando si adotta un bambino molto spesso si tende ad essere sopraffatti dal desiderio di cancellare il suo passato doloroso e molto spesso è proprio il voler negare questo passaggio doloroso per il bambino che porta molti genitori adottivi a non affrontare l’argomento. Molti genitori hanno  il timore che i bambini soffrano nel sentir parlare della propria storia e molto spesso si cade nell’errore di destorificare il bambino, privandolo di un passato che potrebbe essere difficile e doloroso, escludendo così tuttavia una parte importante di ciò che egli è e di come si è costruito nel tempo.

Risposte confuse alle domande che il figlio pone, parlare di altro, evitare di parlare dell’adozione, o alcuni atteggiamenti non verbali legati alla negazione, possono trasmettere l’idea che l’adozione sia un momento da tenere nascosto o del quale non si vuole parlare.

Come raccontare l’adozione ai bambini

Ci sono molti mezzi che possono aiutare il genitore nel racconto. Tra i più comuni abbiamo fiabe da raccontare a bambini adottati, lettera ad un figlio adottato, libri per spiegare l’adozione ai bambini.

Ma la storia andrebbe raccontata dal suo inizio partendo dalla coppia, ovvero dai genitori.  Raccontare infatti quelle che sono state le emozioni dei genitori, il percorso fatto può aiutare il bambino a capire quanto è stato desiderato. E’ davvero importante che il bambino riceva tutte le informazioni corrette sul suo passato, ovviamente tenendo conto dell’età del bambino. Potrebbe essere utile un disvelamento graduale che rispetti le fasi di crescita del bambino.

È necessario accogliere tutte le domande del bambino nelle diverse fasi di sviluppo, anche quando queste possono diventare imbarazzanti e impegnative, perché è proprio il significato che noi diamo agli avvenimenti che aiuterà nostro figlio a rielaborare la sua storia e a integrare il suo passato con il suo presente.

Ovviamene in tutto questo processo i genitori adottivi non devono sentirsi soli ma affidarsi  agli Enti preposti e ai servizi di supporto che potranno aiutarli a dare le giuste risposte di fronte a domande difficili.

Quando raccontare al bambino la storia della sua adozione?

La storia va raccontata nel momento in cui il bambino è pronto ad ascoltarla, quindi quando lo chiede. In assenza di domande esplicite, si possono cogliere le occasioni per parlarne, nel rispetto delle sue capacità e della sua voglia di ascolto. I genitori dovranno fare particolare attenzione anche a tutto ciò che il bambino comunica con il suo comportamento, che costituisce un atto comunicativo non verbale ma preciso. I disegni, le domande indirette, le fiabe che vorrà ascoltare, i giochi che farà, costituiranno spesso domande che andranno “ascoltate” e cui bisognerà dare risposta.

Quando il bambino è molto piccolo difficilmente farà delle domande esplicite e quindi è necessario leggere i suoi comportamenti e non fare finta di nulla.

In commercio ci sono dei libri molto belli che possono sicuramente aiutare i genitori di figli adottivi a rapportarsi con l’argomento.