Come chiedere la maternità all’INPS

maternità INPS

Come chiedere la maternità INPS, chi deve inoltrare la richiesta? Dove posso trovare i moduli per la maternità obbligatoria? È possibile chiedere la maternità all'INPS online? Ecco tutto quello che devi sapere.

Maternità INPS, chi fa la richiesta

In questo articolo andremo a capire cosa si intende per Maternità INPS, a chi è rivolta e come fare domanda per ottenerla.

Ogni donna lavoratrice, è tutelata dalla Legge ad astenersi dal lavoro per due mesi prima del parto e per i tre mesi successivi alla nascita del figlio.

Ci sono due tipi di domande di maternità INPS che possono essere fatte: maternità flessibile e obbligatoria.

Per la domanda di flessibilità è necessario avere un certificato del ginecologo, il quale indica la data presunta del parto e attesta che la gestante non ha problemi a continuare a lavorare fino all’ottavo mese.

Il certificato deve essere firmato da un ginecologo della ASL o un ginecologo che lavora in ospedale (e che deve quindi mettere sul certificato il timbro dell’ospedale).

Nel caso in cui il proprio ginecologo sia privato, si deve fare convalidare il certificato da un ginecologo della ASL. Per farlo basta farsi fare un’impegnativa per una visita ginecologica per certificazione della flessibilità e prendere appuntamento con un ginecologo della ASL.

Vi verrà poi consegnato un certificato valido per la domanda di flessibilità, che consiste nella scelta della neo-mamma di suddividere i 5 mesi di maternità in un mese prima del parto e 4 dopo il parto.

Maternità INPS per le lavoratrici

Per le lavoratrici dipendenti, i requisiti essenziali sono un accertato stato di gravidanza e un rapporto di lavoro subordinato in corso con diritto alla retribuzione.

In base alle diverse categorie di lavoratrici, esistono i seguenti requisiti:

  • addette a servizi domestici e familiari (colf e badanti): devono avere almeno 52 contributi settimanali, versati o dovuti, anche in settori diversi dal lavoro domestico, nei 24 mesi precedenti l’inizio del congedo di maternità, oppure 26 contributi settimanali nei 12 mesi precedenti l’inizio del congedo stesso;
  • agricole a tempo determinato: è richiesta l’iscrizione per almeno 51 giornate negli elenchi nominativi dell’anno precedente la data di inizio del congedo obbligatorio di maternità oppure nello stesso anno in cui inizia il congedo purché le giornate di lavoro siano regolarmente effettuate prima dell’inizio del congedo stesso;
  • a domicilio: sono tenute a riconsegnare al committente, all’inizio del periodo di congedo, tutte le merci e il lavoro avuto in consegna, anche se non ultimato. Qualora la riconsegna avvenga dopo l’inizio del periodo di congedo, l’indennità di maternità spetta a partire dal giorno successivo alla riconsegna.

Maternità INPS: quali documenti servono

Alla domanda deve essere allegato il certificato medico che attesta la data presunta del parto, e in più:

  • richiesta di avvalersi della facoltà di usufruire della flessibilità del concedo di maternità (può essere anche compilato il campo predisposto dal modello di domanda di congedo per maternità);
  • attestazione del ginecologo del servizio sanitario nazionale (o convenzionato) rilasciata nel corso del settimo mese di gravidanza;
  • certificazione medica del medico aziendale, rilasciata sempre nel settimo mese di gravidanza.

Possono essere necessari anche i seguenti documenti:

  • dichiarazione dell’azienda per le lavoratrici a domicilio. Dalla dichiarazione, o le dichiarazioni in caso di più aziende, deve risultare la data di riconsegna di tutte le merci e di tutto il lavoro loro affidato, anche se non ultimato;
  • provvedimento della DPL, per le lavoratrici in astensione obbligatoria anticipata da lavoro nei casi previsti e analogo provvedimento nel caso di proroga dell’astensione obbligatoria;
  • domanda per parto prematuro. Nel caso di parto in anticipo, le lavoratrici devono presentare una domanda, entro 30 giorni dal parto, per la fruizione del periodo ante partum non goduto, decorsi i tre mesi di periodo post partum;

Maternità INPS fare domanda online, come funziona

Per avere diritto alla maternità obbligatoria, entro il settimo mese di gravidanza (è opportuno muoversi con un po’ di anticipo), la futura mamma deve presentare una domanda apposita al datore di lavoro e all’INPS accompagnata da una certificazione medica che specifichi la data presunta del parto e il mese di gestazione.

Come fare domanda online per il congedo di maternità?

La domanda va presentata online all’INPS attraverso i servizi telematici accessibili sul sito istituzionale tramite l’inserimento del PIN (oltre a quest’ultimo, è bene munirsi anche di documenti che certifichino lo stato di maternità e della carta d’identità).

La domanda di congedo parentale (anche conosciuto con il nome di “maternità facoltativa“) online rivolta all’INPS avviene attraverso il servizio dedicato.                                Ecco il procedimento da seguire:

cliccare su > Accedi ai servizi > Servizi per il cittadino (menù a sinistra) > Domande per prestazioni a sostegno del reddito (elenco centrale della pagina) > autenticazione con PIN DISPOSITIVO > Maternità.

Inserire negli appositi campi il proprio codice fiscale e il PIN dispositivo, selezionare la voce Maternità nel menù a sinistra.

Per cominciare una nuova acquisizione nel menù a sinistra selezionare:

Acquisizione domanda > Congedo di maternità/paternità scegliendo nel vostro caso se siete lavoratrici Dipendenti o Autonome > Cominciare una nuova acquisizione.

Maternità facoltativa INPS fare domanda online, come funziona

Per la domanda online di “maternità INPS facoltativa” bisogna andare su Acquisizione domanda e compilare il modello per Congedo parentale (NON Congedo di maternità, che è per la maternità obbligatoria).

Alla pagina di visualizzazione di tutti i dati anagrafici della futura mamma, vanno inserite le informazioni di recapito e la selezione della sede di competenza della domanda tra quelle proposte.

Nel proporre la lista delle sedi INPS potenziali il sistema si basa sull’indirizzo del richiedente o sul recapito. Va definita la tipologia dell’evento per il quale si intende effettuare una domanda di congedo. La scelta è tra: parto, adozione/Affidamento nazionale, adozione/Affidamento internazionale, affidamento non pre-adottivo.

Una volta compilati tutti i campi richiesti, si passa alla sezione in cui sono contenute eventuali dichiarazioni di sospensione o licenziamento nel caso di domanda prima del parto. Bisognerà poi controllare i dati relativi alla propria posizione contrattuale e in automatico comparirà l’elenco della documentazione da allegare alla domanda di congedo. Cliccando sul pulsante ALLEGATI è possibile caricare telematicamente i documenti richiesti.

Poi si passa alla sezione della informativa sulla privacy e del riepilogo della domanda di congedo.

Cliccando sul pulsante “confermo” la domanda verrà presa in carico dal sistema. Attenzione perché in questo caso la domanda diventa immodificabile ed è pronta per essere acquisita in modo automatico dalla specifica sede di competenza ed essere successivamente trattata.

Come chiedere la maternità anticipata INPS 2018

La maternità anticipata 2018 INPS è un periodo di congedo post partum riconosciuto alla neo mamma in caso di parto prematuro.

Cosa s’intende per parto prematuro?

Secondo la circolare INPS, la maternità anticipata in caso di parto prematuro, fa riferimento ai parti fortemente prematuri, dove la nascita del bimbo si verifica prima dei 2 mesi antecedenti alla data presunta, cioè prima che inizino i 5 mesi di congedo maternità ordinario, 2 mesi prima del parto e 3 mesi dopo il parto.

In tale ipotesi, il congedo si calcola aumentando ai 3 mesi di post partum, tutti i giorni compresi tra la data presunta e la data in cui è avvenuto il parto fortemente prematuro. Questi giorni si aggiungono ai 5 mesi ordinari.

In caso di parto prematuro, la domanda maternità anticipata 2018 INPS va presentata per via telematica, e al modulo domanda, deve anche essere allegato anche il certificato medico di gravidanza.

La domanda maternità anticipata Inps per via telematica, può essere presentata attraverso questi 3 canali alternativi:

  • direttamente dalla madre lavoratrice, qualora sia in possesso del PIN Inps dispositivo;
  • tramite Contact center multicanale INPS;
  • tramite Patronati.

È possibile richiedere la maternità anticipata in questi casi:

  • gravi complicanze della gravidanza o di preesistenti forme morbose che potrebbero aggravarsi con la gravidanza,
  • condizioni di lavoro o ambientali che possono mettere a rischio la salute della donna e del bambino,
  • lavori pericolosi o insalubri che possono pregiudicare la gravidanza laddove la lavoratrice non possa essere reindirizzata a mansioni diverse.

Anche per la maternità anticipata alla lavoratrice spetta un’indennità apri all’80% della retribuzione media giornaliera dell’ultima busta paga e per le libere professioniste l’80% di 1/365 del reddito medio annuo.

Modulo maternità obbligatoria, dove trovarlo

La domanda per ottenere il congedo di maternità può essere compilata esclusivamente online, sul sito dell’Inps.

Va inoltrata entro la fine del settimo mese di gravidanza, anche in caso di flessibilità, previo parere del medico.

I documenti necessari per la richiesta della maternità obbligatoria sono:

  1. Documento identità
  2. Codice fiscale
  3. Certificato di gravidanza che attesti la data presunta del parto
  4. Dichiarazione del medico aziendale in caso di richiesta di flessibilità del congedo
  5. Ultima busta paga
  6. Autorizzazione rilasciata dalla DTL o dall’AUSL in caso di precedente astensione anticipata

Per la domanda di maternità facoltativa, invece, troviamo:

  1. Documento identità
  2. Codice fiscale
  3. Dati altro genitore e figlio
  4. Ultima busta paga di entrambi i genitori
  5. Date dei periodi eventualmente già fruiti

Cos’è la maternità gestione separata?

Durante il periodo di assenza obbligatoria dal lavoro la lavoratrice ha diritto all’indennità economica in sostituzione del compenso.

Le libere professioniste iscritte alla gestione separata Inps non hanno tale obbligo di astensione; tuttavia la permanenza al lavoro comporta la perdita del diritto all’indennità di maternità.

In cosa consiste? Un periodo di astensione obbligatoria dal lavoro che comprende (artt. 16 e seguenti del T.U.):

prima del parto

  • i 2 mesi precedenti la data presunta del parto (salvo flessibilità) e il giorno del parto;
  • i periodi di interdizione anticipata disposti dall’azienda sanitaria locale (per gravidanza a rischio) oppure dalla direzione territoriale del lavoro (per mansioni incompatibili)

dopo il parto

  • i 3 mesi successivi al parto (salvo flessibilità) e, in caso di parto avvenuto dopo la data presunta, i giorni compresi tra la data presunta e la data effettiva;
  • in caso di parto anticipato rispetto alla data presunta (parto prematuro o precoce), ai tre mesi dopo il parto si aggiungono i giorni non goduti prima del parto, anche qualora la somma dei 3 mesi di post partum e dei giorni compresi tra la data effettiva del parto ed la data presunta del parto, superi il limite complessivo di cinque mesi;
  • i periodi di interdizione prorogata disposti dalla direzione territoriale del lavoro (per mansioni incompatibili con il puerperio).

In questo caso specifico, l’indennità non verrà versata dal datore di lavoro bensì dall’INPS stessa sul conto corrente bancario. Si tratta di un’indennità pari all’80% di 1/365 del reddito derivante da attività di collaborazione coordinata e continuativa oppure all’80% di 1/365 del reddito derivante da attività libero professionale.

 

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