Maternità obbligatoria integrazione contributo INPS: cosa fare

Maternità obbligatoria integrazione contributo INPS: cosa fare, cosa compilare, a chi si rivolge e come funziona? Ecco tutte le informazioni che ti servono.

Maternità obbligatoria integrazione contributo INPS: cosa devi sapere

Quello della maternità obbligatoria è un argomento molto attuale e importante, per tutte le donne che lavorano e che mettono al contempo su famiglia. Il congedo di maternità obbligatoria, detto anche “astensione obbligatoria” è quel periodo di 5 mesi (due che precedono la la data presunta del parto e tre successivi) di astensione obbligatoria dal lavoro riconosciuto alle lavoratrici dipendenti durante la gravidanza e il puerperio.

Sempre in merito alla salvaguardia della salute della donna in gravidanza e del suo bambino sono prese in considerazione alcune eccezioni, come la flessibilità del congedo di maternità, che permette alla madre di posticipare ad un mese prima del parto l’inizio dell’interdizione obbligatoria per il congedo di maternità. Si tratta di un congedo riconosciuto anche alla madre lavoratrice nei casi di affidamento e adozione (nazionale e internazionale) di minori.

Chiedere il congedo è molto semplice. Infatti, per avere diritto alla maternità obbligatoria, entro il settimo mese di gravidanza (è opportuno muoversi con un po’ di anticipo), la futura mamma deve presentare una domanda precisa al datore di lavoro e all’INPS che deve essere accompagnata da una certificazione medica che specifichi la data presunta del parto e il mese di gestazione.
La domanda può essere presentata esclusivamente in via telematica, ma ci sono tre opzioni:

  • online sul sito dell’INPS utilizzando il PIN dispositivo;
  • al telefono chiamando il numero 803164 gratuito da rete fissa oppure il numero 06164164 da rete mobile a pagamento secondo la tariffa del proprio gestore telefonico;
  • patronati, che provvederanno ad evadere la pratica in via telematica.

E in merito ai contributi, cosa c’è da sapere?

Il periodo di congedo di maternità vale anche per il calcolo dell’anzianità di servizio, con tutto ciò che ne consegue (maturazione ferie, mensilità aggiuntive, scatti di anzianità, progressioni di carriera e tutto ciò che è previsto dai contratti collettivi).

Il periodo di congedo di maternità è, tra le altre cose, considerato come periodo utile per il diritto e la determinazione della misura della pensione. L’accredito della contribuzione figurativa spetta anche per i periodi di congedo di maternità che avvengono al di fuori del rapporto di lavoro a condizione che, al momento della domanda, la donna interessata possa far valere almeno cinque anni di contribuzione.

In merito all’integrazione dei contributi da parte dell’Inps per la maternità obbligatoria, questa si verifica nel momento in cui le lavoratrici in maternità ricevono direttamente l’indennità dall’INPS e alle quali scade il contratto di lavoro a tempo determinato in somministrazione. A tal proposito, è utile sapere che la domanda deve essere presentata entro 90 giorni dall’ultimo pagamento da parte dell’Inps, con l’ulteriore invio tramite raccomandata di moduli e allegati a Ebitemp.

In questo modo, cosa vogliono ottenere le future mamme? Un contributo integrativo dell’ indennità di maternità fino al 100% della retribuzione precedentemente percepita.

Nel caso in cui la lavoratrice abbia terminato il rapporto di lavoro in somministrazione prima di entrare in maternità obbligatoria, per verificare che l’ultimo rapporto di lavoro sia stato in somministrazione è necessario presentare la copia dell’estratto conto contributivo INPS.

Pagamento festività in maternità obbligatoria

L’Inps, in merito al pagamento delle festività in maternità obbligatoria, fornisce delle indicazioni ben precise:

  • alle operaie, compreso le apprendiste e le lavoratrici agricole, spetta l’indennità per le giornate feriali incluse nel periodo di astensione, quindi con esclusione delle domeniche e delle festività;
    alle lavoratrici addette ai servizi domestici e familiari (colf e badanti) spetta analogo trattamento previsto per le operaie;
  •  alle lavoratrici impiegate spetta l’indennità di maternità per tutte le giornate incluse nel periodo di astensione con l’esclusione delle festività nazionali e infrasettimanali cadenti di domenica e per la ricorrenza del Santo Patrono.

Calcolo retribuzione media giornaliera maternità obbligatoria

Adesso vediamo più da vicino il calcolo dell’assegno pagato dall’Inps per il periodo di astensione obbligatoria dal lavoro per maternità.

L’indennità di maternità erogata dall’Inps è pari, nella maggioranza dei casi, all’80% della retribuzione giornaliera, riferita al periodo di paga mensile precedente a quello d’inizio del congedo. L’indennità comprende anche il rateo giornaliero di gratifica natalizia o tredicesima, il rateo relativo alla quattordicesima (se prevista), nonché i ratei relativi ad ulteriori emolumenti come premi, maggiorazioni o trattamenti accessori, se erogati periodicamente.

Inoltre, la contrattazione collettiva può, poi, prevedere l’integrazione a carico del datore di lavoro, fino a raggiungere il 100% dell’ordinaria retribuzione percepita in busta paga.

Come si calcola la retribuzione media giornaliera? In sostanza, il calcolo è uguale a quello utilizzato per ricavare la retribuzione media giornaliera in caso di malattia: i criteri di determinazione della retribuzione media giornaliera variano comunque a seconda della categoria e, in alcuni casi, del particolare tipo di rapporto.

Esiste, però, una distinzione: quella tra impiegati e operai, visto che ai primi l’indennità è assicurata per tutti i giorni del calendario con l’eccezione delle festività nazionali e infrasettimanali che cadono di domenica.

Per gli operai, invece, l’indennità non è corrisposta per le domeniche e per le festività.

Esempio calcolo maternità obbligatoria

In particolare, per gli impiegati:

  • si considera la retribuzione imponibile del mese precedente a quello di inizio della malattia;
  • si aggiungono i ratei delle mensilità aggiuntive e delle altre voci a carattere ricorrente non comprese nella retribuzione corrente mensile (maggiorazioni, indennità, etc.);
  • il risultato di questa somma diviso 30 dà la rmg.

Se il mese precedente non risulta interamente lavorato, si divide la retribuzione lorda relativa ai giorni lavorati o retribuiti per il numero dei giorni stessi (comprese le domeniche e le festività retribuite) e si aggiunge il rateo delle mensilità aggiuntive e delle altre voci diviso 30.

Per gli operai retribuiti a ore la rmg è data dalla somma dei seguenti elementi:

  • retribuzione lorda del mese precedente (o delle 4 settimane precedenti) divisa per il numero delle giornate lavorate o retribuite (escluse quelle di malattia) del periodo; se le giornate lavorative della settimana sono 5 (settimana corta), il divisore va incrementato con l’aggiunta delle seste giornate: in pratica, si deve moltiplicare il numero delle giornate per 1,2 prima di dividere la retribuzione lorda;
  • rateo giornaliero delle mensilità aggiuntive e delle altre voci ricorrenti, ottenuto dividendo l’importo del rateo mensile per 25.

 

Inoltre, le lavoratrici dipendenti percepiscono per la maternità anticipata la medesima retribuzione prevista per quella obbligatoria: l’80% della retribuzione media giornaliera dell’ultima busta paga. Spetta anche una quota che viene accantonata per il TFR e per le ferie, è a carico del datore di lavoro, si matura comunque l’anzianità lavorativa e vengono versati i contributi.

Le lavoratrici libere professioniste e parasubordinate percepiscono l’80% di 1/365 del reddito medio annuo derivante da attività di collaborazione coordinata e continuativa o libero professionale.

Un esempio, invece, della lordizzazione dell’indennità della maternità è dato da una procedura che verifica l’aliquota contributiva e che esegue tale calcolo:

coefficiente di lordizzazione = (100 meno aliquota c/dipendente) diviso 100

 

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