Si può non amare i propri figli?

Qualche giorno fa è andata in onda l’intervista a Valentina Persia in cui racconta la sua esperienza di neo mamma single alla trasmissione Vieni da Me

Avevo paura di non farcela, avevo paura di non riuscire a dare supporto a due estranei. Io non ho problemi a dirlo: per i primi tempi, dicevo alla dottoressa, ‘io non sento nulla’, avevo solo voglia di dormire. Sono due estranei, perché un compagno, un marito, vuole mangiare mangia, non vuole mangiare non mangia. Bambini che dipendono da te, che li hai cercati, che li hai voluti, sei la loro mamma… Io avevo paura di non farcela. E sono crollata, al livello di graffiarmi a sangue la faccia. E i miei bambini buonissimi, dormivano tutta la notte e io non dormivo. Ho avuto un crollo psicologico, qualcuno dice depressione post parto, qualcuno dice baby blues, io ero solo stanca”.

Essere madre è un istinto naturale antico come il mondo, un bisogno e una propensione necessaria di ogni donna? Chi non rientra in queste categorie è una strega o un mostro? Fino a qualche anno fa la risposta era semplice, e ammettere a se stessi e alla società la volontà di non volere un figlio o di essersi pentite della propria maternità, era praticamente impossibile.

Quanto è diffuso in Italia oggi il fenomeno delle madri che si sono pentite di aver fatto un figlio?

La maternità è un evento complesso, caratterizzato da numerosi cambiamenti fisici, ormonali, emotivi e sociali. Si tratta di un evento che racchiude sentimenti di amore e di odio anche se è difficile dirselo. Credo che il pentimento di aver avuto un figlio sia un sentimento comune per molte donne, da sempre esistito e transculturale, forse oggi le donne, in particolare nella nostra cultura, riescono ad esserne più consapevoli, in quanto più emancipate ed autonome. Nonostante ciò non se ne parla per vergogna e senso di colpa. Fin dagli albori della storia umana ed in ogni cultura, una donna nasce per essere madre. C’è un presupposto sociale per cui la donna deve mettere al mondo un figlio per ritenersi tale e realizzata nella vita. Questo porta anche ad identificare la donna come un corpo che genera oppure no, capacità che è vista come nucleo cruciale nella sua vita. Il pentimento di aver fatto un figlio è un sentimento molto diffuso al quale noi donne dobbiamo cominciare a dare voce senza per questo sentirci in colpa o delle madri sbagliate (Alessandra Bramante, psicoterapeuta perinatale e criminologa clinica)

Cosa induce una madre a non amare il proprio figlio?

Può sembrare strano ma molto spesso si tratta di un fenomeno neurologico e non psicologico. Quando nasce un bambino alla madre arrivano determinati segnali sensoriali che attivano una riplastificazione delle aree neuronali del cervello a livello mesencefalico. Questo ci permette di attivare una serie di comportamenti innati o acquisiti dai propri genitori. Tra i comportamenti innati possiamo includere allattamento, protezione, insegnamento, in quelli acquisiti la nostra esperienza come figli.

Quando nasce l’amore per il proprio bambino?

C’è chi si innamora non appena vede il test positivo, chi alla prima ecografia, chi ai primi movimenti, chi al parto. E di solito non vengono considerate altre opzioni.

E così, se la mamma, con quell’esserino appena nato in braccio, non sente tutto quell’infinito amore, ma disorientamento e magari un po’ di paura, potrebbe sentirsi inadeguata. Ognuno reagisce con un sentimento diverso e nessuno di questi è problematico a priori.

Le prime settimane dopo il parto sono faticosissime, la mamma non è più oggetto di attenzioni e preoccupazioni, ma ogni interesse si sposta sul neonato, i ritmi cambiano repentinamente così  come il corpo della mamma che passa in pochissime ore da contenitore della propria creatura a distributore di cibo, le ore di sonno diminuiscono, gli ormoni impazziscono. Se oltre a tutto ciò una mamma ha sempre pensato che si sarebbe innamorata a prima vista di suo figlio e invece questo non accade, potrebbe sentirsi in grossa crisi.

L’amore per il proprio figlio non nasce necessariamente subito dopo il parto, ma può crescere con il tempo. Molto importante è non lasciare sola la mamma mentre si trova in questa situazione.

Ti può interessare anche: