Scuole aperte fino al 30 giugno e dal 1 settembre: ecco quello che succederà

Occorre recuperare i mesi di didattica in presenza persi a causa della pandemia e lavorare perché alla ripresa dell’anno scolastico a settembre sia tutto pronto, senza classi prive dei docenti. Questo sarebbe l’orientamento di Mario Draghi, secondo quanto riferito in particolare da Alessandro Fusacchia (già capo di gabinetto del Ministro Stefania Giannini), che ha partecipato all’incontro con il presidente del Consiglio incaricato in rappresentanza della componente di Centro democratico della Camera.

Draghi ritiene che ci sia un oggettivo disagio che gli studenti e le studentesse d’Italia hanno vissuto in questi mesi, un disagio di apprendimento ma anche psicologico. Quindi c’è un ragionamento da fare su come si può organizzare questo sostegno agli studenti e il recupero dei mesi persi”, ha detto Fusacchia, secondo il quale Draghi “ha condiviso un primo ragionamento su interventi strutturali che hanno a che fare con il calendario scolastico e con il prepararsi per tempo alla ripartenza a settembre”.

Il calendario scolastico, dunque, potrebbe subire importanti variazioni già da quest’anno. Si ipotizza il prolungamento delle lezioni alla fine di giugno (escluse, forse, le quinte classi che hanno la maturità), e attività formative di recupero nei mesi estivi e a settembre.

Molti docenti, contrari a questa soluzione, dicono: “Quest’anno noi abbiamo lavorato, invece questo bisogno di recupero di ore e di lezioni fa sembrare che la didattica a distanza non sia stata scuola”. E’ anche vero, però, che i ritardi di apprendimento sono stati via via certificati da nuovi lavori. Le quarantene degli studenti e dei docenti, il continuo stop and go favorito dalla ministra Azzolina, le lezioni da 45-50 minuti, non hanno spesso consentito uno sviluppo ordinato di spiegazioni e verifiche. In regioni come la Campania le chiusure sono state continue.

Studi internazionali hanno evidenziato, all’estero, gap formativi tra il 30-50 per cento in Matematica e nelle Lingue. Francesco Sinopoli, segretario della Flc Cgil: “Ci sono scuole che hanno la necessità di allestire recuperi, altre no. La scuola del primo ciclo è stata prevalentemente in presenza, bisogna fare un investimento dove è necessario, un’operazione mirata, lasciando agli istituti una sana autonomia da sostenere con risorse. Ragioniamo subito dove fare questi recuperi”.