Quando tuo figlio ha una crisi isterica in pubblico

Ovviamente non è uno dei momenti più belli nella vita di un genitore e in molti dei casi è assolutamente impossibile evitarlo.

Eccoci lì, nel bel mezzo di una giornata nella quale tutto sembrava filare liscio, circondati da tanta gente, in un luogo meraviglioso. Ad un certo punto il mio bambino di tre anni ha iniziato a piangere, quel tipo di pianto isterico per il quale sembra non esista soluzione negoziabile! Il tutto perchè non era riuscito a far scoppiare delle bolle di sapone.  Mentre gli altri bambini continuavano a saltare cercando di prendere le bolle che fluttuavano nell’aria, io mi ritrovavo a trasportare goffamente mio figlio inconsolabile. L’ho fatto sedere su una sedia, mi sono inginocchiata davanti a lui e gli ho spiegato che non era successo nulla…che bambini più alti di lui erano riusciti a scoppiare le bolle prima che arrivassero a terra, ma che non doveva prendersela.

I quel momento mi sono resa conto che lui aveva bisogno del suo tempo. Non era pronto ad accettare questa cosa e così mi sono messa in piedi vicino alla sua sedia, in attesa che la tempesta passasse. Ho sorriso alle altre mamme e papà con una scrollata di spalle.

Alla fine, mi0 figlio ha iniziato a calmarsi. Il pianto isterico si era trasformato in un piagnucolio sommesso. Ma nel momento in cui siamo fuori, lui ha visto ancora i bambini che giocavano con le bolle e in un attimo il suo pianto è ritornato ad essere insostenibile. Mi sono resa conto che stavo esaurendo le strategie. Non volevo andarmene, perchè ero sicura che mio figlio avrebbe potuto divertirsi. Così ho aspettato e guardavo mio figlio piangere in una stanza piena di bambini e genitori sorridenti.
In quel momento sentivo tutti gli sguardi su di me, continuavo a scrollare le spalle ma sapevo che la mia pazienza stava per arrivare al capolinea.

Gestire i capricci di un bambino è difficile, soprattutto quando ti senti giudicata come madre.

Tu sai che quel momento non durerà per sempre, conosci tuo figlio…sai che fra poco smetterà di piangere, ma in quel momento il tempo sembra non scorrere mai. Vorresti prenderlo e portarlo via, ma sai anche che vivresti questa decisione come un fallimento personale.

Ma è in questo momento che realizzi quanto sia inopportuno l’intervento degli altri e capisci che se vedi qualcuno che educa i propri figli diversamente da te non dovresti mai intervenire, proprio perchè non vorresti ricevere il consiglio di nessuno.

Ti fermi…aspetti sai che passerà…e quando pensi che tutto è perduto, lui smetterà di piangere e tu tornerai a scrollare le spalle per dire “visto non c’era nulla di cui preoccuparsi”

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