Quando e come spiegare come nascono i bambini a mio figlio

Come nascono i bambini? Forse una delle domande più imbarazzanti che tuo figlio possa farti. Ecco come ti consigliamo di affrontare il delicato e bellissimo argomento del parto e della nascita!

Spiegare a tuo figlio come nascono i bambini: qualche consiglio

Si sa, prima o poi la fatidica domanda arriva e ai genitori tocca rispondere ai curiosi quesiti da parte dei bambini, del tipo “Come veniamo al mondo? Chi c’è dentro la pancia? E come ha fatto a finire li? E come ne esce?” Sarà il genitore a dover dare una risposta a questo grande mistero che è la vita, accompagnandolo in questa scoperta verso il mondo circostante.

A tal proposito si è espressa Paola Scalari, psicologa dell’età evolutiva:“E invece una risposta al bambino va sempre data, qualunque età egli abbia”. “La curiosità non va ‘tappata’, perché, se mostriamo di volerla reprimere, è come se gli dicessimo di non farci domande sconvenienti”.

L’aspetto essenziale da rispettare è determinato dal genitore: quest’ultimo deve dare una risposta proporzionale all’età del bimbo. Inoltre, facendosi un esame di coscienza, deve comprendere quanta facilità o quanto imbarazzo viene generato dall’argomento in questione dentro di sé. Gli esperti consigliano di iniziare in maniera chiara, pulita, e reale, all’interno di una cornice estremamente semplice, senza mai eccedere rispetto a ciò che gli viene richiesto. I bambini amano chi sa affrontare le spiegazioni in modo diretto, intuiscono le emozioni delle persone adulte. Quindi è bene che il genitore, da solo o in coppia, si prenda del tempo, come del resto è importante non girare troppo intorno alla questione, lasciando che sia il piccolo a decidere modi e tempistiche, senza sopraffarlo con informazioni che, magari, ancora non è pronto o interessato a ricevere. Nel momento in cui farà a domanda, vorrà dire che sarà pronto a sapere.

Come spiegare ai bambini il concepimento

Nel momento in cui il bambino chiede, vuol dire che sta già immaginando qualcosa. Quindi, aggiungere nel racconto elementi come fate, cicogne e altro ancora protegge temporaneamente il genitore, ma non aiuta molto il bambino, che a quel punto si affiderà alla storia che gli risulta migliore tra quelle ascoltate. Di solito è quella raccontata da qualche amichetto. Infatti, si tratta di favole, storie astratte e controproducenti se si vuole dare una formazione responsabile ai propri bambini.

Tra l’altro, le parole “pisellino” e “patatina” andranno benissimo dal momento che rispettano quella magia insita nei bambini piccoli. Oppure, si può utilizzare l’esempio del semino che nella terra fa germogliare un fiore. Allo stesso modo, il semino del papà nella casetta della mamma fa germogliare un bambino. Bisogna specificare che si tratta di un incontro speciale di due parti del corpo fatte l’una per l’altra.

Man mano che il bambino cresce, si arriverà a raccontare del seme del papà che entra nella vagina della mamma per poi rimanere nell’utero, una sorta di stanzetta sicura dove si trova tutto quello di cui il futuro bambino ha bisogno per crescere. Terminato il tempo di nove mesi, il bimbo uscirà da un buchino che la mamma ha nella sua vagina, dove una porta lo farà uscire e lo metterà al mondo.

Il genitore ha il compito di usare, durante il discorso, le parole corrette, selezionando quelle che sente più sue, inventando la sua storia, rispettando i tempi del bambino, ma anche i suoi. Inoltre, la capacità del bambino di scegliere i genitori come guida dipende da quanto loro hanno fatto per meritarsi la sua fiducia. Per questo, se rispondono alla domanda in modo scorretto o superficiale, comportano poi la loro esclusione dalle confidenze del figlio.

Come spiegare ai bambini la sessualità

Secondo il professor Vincent Guilamo-Ramos della New York University’s Silver School of Social Work «Molti genitori temono che parlando di sesso, i ragazzi possano iniziare a praticarlo prima, ma è vero il contrario». A tal proposito, pediatri ed esperti di genitorialità consigliano, infatti, di insegnare ai bambini di chiamare i genitali con i loro nomi reali. Per pensare bene alla risposta che volete dargli/le, potete chiedergli cosa ne pensa. Questo, inoltre, vi aiuterà a venire a conoscenza di quello che lui/lei già sa, andando a colmare le lacune. Verso i 5/6 anni i bambini iniziano a capire e ad essere curiosi, ma all’inizio non entrate nel dettaglio. Potrete raccontare che i genitori a volte si uniscono in un grande abbraccio e che questi momenti possono contribuire al concepimento di bambini. In questo modo, eviterete che il bimbo venga informato dai suoi compagni o peggio dalla rete.

Ricordategli/le che nel termine “fare l’amore”, la parola “amore” è tutto, è davvero fondamentale. È un atto sessuale, ma deve essere collegato ad altre emozioni, come il rispetto e la sensibilità. Da un lato per un genitore la sessualità rappresenta un tabù o un argomento imbarazzante, ma dall’altro deve sempre ricordarsi che i figli imparano a vedere il mondo attraverso i suoi occhi, quelli di genitore.

Da dove escono i bambini quando nascono

I bambini di oggi, soggetti a numerosi stimoli come tv, web, libri e amichetti, non accettano più la storiella che vengono portati dalla cicogna o che nascono sotto un cavolo. Se il bimbo è molto piccolo, e magari è curioso perché sta per nascere un fratellino, si può rispondere che i bambini stanno al caldo nella pancia della mamma finché non diventano abbastanza grandi da poter uscire. Oppure, che nascono dall’amore tra mamma e papà, oppure ancora che sono una piccola stella luminosa che piano piano, nel caldo della pancia, cresce e si fortifica.

Specie in età prescolare, i bimbi si dimostrano molto incuriositi dalla presenza di un’altra vita nella pancia di una donna. Si rendono conto, allo stesso tempo, che esiste un “prima” e un “dopo”. Quindi è lecito che da parte loro possa arrivare la domanda su come avvenga il passaggio del piccolo verso il mondo esterno. Se i bambini da cui parte la domanda sono molto piccoli, è bene utilizzare parole semplici. Ad esempio, si può dire che c’è una fessura, una porta piccola nella patatina che a un certo punto consente la fuoriuscita del bimbo.

Come spiegare il parto ai bambini

Il genitore può fornire al bambino anche alcuni dettagli sul parto. Ad esempio, può dirgli che il piccolo nella pancia della mamma si forma lentamente, e quando tutto sarà pronto deciderà di nascere. A quel punto, la mamma se ne accorge e lo farà uscire attraverso un buchino che ha tra le sue gambe.

Se il bimbo o la bimba in questione dovesse chiedere di vedere questo “buchino”, è ovvio che il genitore gli risponderà di no perché sono cose personali e intime, ma a tal proposito ci sono video e illustrazioni di libri. Questi, in modo molto efficace, riusciranno a soddisfare la curiosità dei bambini rivolta alle varie parti del corpo e a trasmettere la naturalezza del processo con cui il bambino viene al mondo.

Alla domanda “Vale la pena sottolineare il dolore che si prova durante il parto?” gli esperti credono sia opportuno non sottolineare questo aspetto. Infatti, si andrebbe a generare nel bambino un senso di colpa per aver fatto soffrire la sua mamma. Inoltre, il genitore può rivelare al bimbo che il parto può creare un po’ di dolore ma che, per questo motivo, si porta la mamma in ospedale dove viene aiutata dai dottori.

Come spiegare ai bambini come nascono i bambini libri consigliati

I bambini possono comprendere qualsiasi cosa se quest’ultima viene spiegata loro con le parole giuste, e soprattutto adatte alla loro età e alle loro emozioni. A tal proposito, i libri possono rivelarsi molto utili per fare da guida ad un genitore imbarazzato.

Tra questi, troviamo ad esempio “E io dove stavo?”, libro del 1997 che continua ancora oggi ad essere apprezzato da genitori e insegnanti per introdurre il tema della nascita attraverso un linguaggio semplice e misurato. I testi sono accompagnati da illustrazioni realistiche che mostrano gli apparati maschile e femminile. Tra gli altri, c’è “Col cavolo la cicogna!” di Alberto Pellai e Barbara Calaba, che trattano l’argomento in modo chiaro e onesto. “I bambini nascono così” di Silvia Baroncelli, infine, è invece un libro del 2014 accompagnato da illustrazioni dai toni dolci e morbidi. Il linguaggio utilizzato è calmo, corretto, sobrio e rassicurante.

 

Ti possono interessare anche: