Prosciutto crudo di Parma in gravidanza si può mangiare

crudo in gravidanza

Il prosciutto crudo di Parma in gravidanza si può mangiare senza problemi: ecco come e perchè! Ecco le risposte sul prosciutto crudo in gravidanza.

Prosciutto crudo di Parma in gravidanza si può mangiare? Una domanda che si fanno molte donne in gravidanza, ma andiamo con ordine parlando dei possibili rischi come la toxoplasmosi.

Cos’è la toxoplasmosi

La toxoplasmosi è una malattia causata da un parassita della carne. Per diffondersi il parassita ha bisogno di essere “trasportato” e gli animali, in particolare i gatti, ne sono spesso portatori. Per gli esseri umani la toxoplasmosi è una malattia innocua e i suoi sintomi passano generalmente inosservati, ma durante la gravidanza può avere delle gravi conseguenze sul feto.

Il contagio avviene prevalentemente attraverso:

  • l’ingestione diretta del toxoplasma, con carni infette crude o poco cotte e vegetali contaminati non lavati accuratamente;
  • il contatto diretto con le feci dell’animale infetto.

Prosciutto crudo in gravidanza e toxoplamosi

I prodotti a base di carne stagionati per oltre 2 mesi sembrano sicuri. I prosciutti crudi come ad esempio il prosciutto di San Daniele, il prosciutto di il Parma, il prosciutto di Veneto Berico Euganeo, e altri, essendo salati e maturati per oltre 13 mesi devono essere considerati sicuri. Il sale, la disidratazione (Aw < 0.92) e la stagionatura ottenuta in tempi lunghi (oltre i 13 mesi) sembrano inattivare tutte le oocisti eventualmente presenti nelle masse muscolari, come dimostrato da numerosi articoli reperibili a livello internazionale.

Prosciutto crudo si può mangiare?

Secondo Andrea Strata, professore di Nutrizione Clinica dell’Università di Parma, il Prosciutto di Parma è un alimento sicuro per le donne in dolce attesa.

Non esistono, infatti, assolutamente controindicazioni all’uso del prosciutto crudo durante i mesi della gestazione, in rapporto alla possibile trasmissione di un’infezione da toxoplasma.
Estratto tratto da www.analisicrudoparma.it

L’eventuale presenza nella carne suina della toxoplasmosi svanisce grazie alla particolare lavorazione del Prosciutto di Parma. Rispetto alla maggior parte degli altri salumi italiani non cotti, la carne suina per la realizzazione del Prosciutto di Parma viene conservata fin da subito in ambienti a bassa temperatura (fra 0 e 4°C), per un periodo di almeno tre mesi. Già in questa fase, la sopravvivenza di agenti infettanti è da escludere. La salagione e la stagionatura sono altrettanto importanti per garantire la salubrità del Prosciutto di Parma. Ogni coscia suina viene trattata con una quantità tale di sale – 6% del peso del prodotto fresco – tale da rendere del tutto impossibile la sopravvivenza del parassita della toxoplasmosi. La stagionatura del Prosciutto di Parma, poi, deve essere di almeno 12 mesi, periodo più che sufficiente per scongiurare qualunque sopravvivenza dell’agente toxoplasmosico.

Ho mangiato prosciutto crudo in gravidanza: è pericoloso?

Se il prosciutto crudo è stagionato più di 18 mesi non dovrebbe destare problemi.

Per sapere se si è immuni oppure sensibili all’infezione basta un semplice esame del sangue che permette di rilevare la presenza di anticorpi contro il toxoplasma. Il test può essere eseguito anche prima del concepimento, oppure nell’ambito della prima batteria di esami che viene consigliata alla mamma alla prima visita della gravidanza. Se la donna risulta immune, può stare tranquilla per tutti i nove mesi e non è necessario ripetere il test.

 

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