Inventato il porta biberon-smartphone per ottimizzare il tempo delle mamme
La tecnologia non ci abbandona mai, neanche mentre diamo il biberon ai nostri figli. L’idea di inventare un porta biberon – smartphone arriva da un giovane papà americano, Tim Causa, che ha capito quanto siamo ormai diventati succubi dei nostri smartphone.
Sarà capitato a tutti di dare il biberon al bambino e nel frattempo di utilizzare il telefono cellulare. Magari non tanto per lavoro, ma quanto per giocare o restare aggiornati sui social.
Dopo l’invenzione del selfie stick, è arrivato il porta biberon-smartphone
Per cercare di avere dei finanziamenti a questa sua invenzione, Tim Causa ha aperto una campagna sul famoso sito Kickstarter per raccogliere più consensi possibili e donazioni da parte di altri genitori. Con soli 107 finanziatori, Tim era già arrivato alla cifra di 12.000 $, ma parliamo del 2017.
Per sostenere il progetto era stata creata anche una pagina Facebook che però non ha mai superato i 242 like.
Poco importa, perché il prodotto è già in commercio alla cifra di 24,99 $ sebbene sia stato da alcuni criticato.
Proprio sulla pagina facebook del prodotto, si possono leggere dei commenti negativi, ma che fanno riflettere, ad esempio:
“Recenti studi hanno dimostrato che i bambini si sentono inutili e soli quando i genitori usano lo smartphone accanto a loro. La vostra invenzione è uno degli effetti collaterali della nostra generazione… non sappiamo più come concentrarci su una cosa senza alcuna distrazione o schermo che ci dia piacere… siamo una generazione egoista….. Ho avuto una figlia 2 anni fa, momenti come darle da mangiare o anche fare niente con lei (quando era così piccola) non durano!!!”
“La tua invenzione ha un grave svantaggio: rende più facile per i genitori stare ancora più lontano dai propri figli… per non parlare del fatto che i cellulari posti accanto alla testa dei bambini potrebbero provocare danni al loro cervello.
Quindi sì, il genitore riuscirà a guardare il proprio telefono, invece di perdere tempo in modo amorevole con i propri figli… ma a che costo?”
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