Perchè mio figlio non mangia: ecco cosa posso fare

mio figlio non mangia

Perchè mio figlio non mangia? Cosa posso fare se mio figlio è inappetente? Mi devo preoccupare se un neonato non mangia la pappa? Ecco qualche consiglio da seguire se tuo figlio non mangia come dovrebbe.

Perchè mio figlio non mangia niente? I motivi più comuni da sapere se un bambino è inappetente

L’alimentazione dei figli è un tasto davvero dolente per tutti i genitori, e a proposito di un argomento così delicato si è espressa la psicologa Marta Bottiani dell’Associazione Pollicino e centro crisi genitori Onlus, associazione fondata a Milano nel 2006 per sensibilizzare genitori e adulti sui disordini alimentari dei bambini. Secondo l’esperta, un disturbo alimentare manifestato dal bambino potrebbe rappresentare un campanello d’allarme da prendere seriamente in considerazione. Comportamenti del genere non devono mai essere sottovalutati, anche perché magari, a modo suo, il bambino vuole esprimere qualcosa che può veicolare soltanto attraverso una reazione di questo genere. Dal punto di vista psicologico, dice la dottoressa Aurora Mastroleo, il nutrimento è un atto legato alla sfera relazionale e affettiva. Quindi, se a un anno il bimbo dovesse rifiutarsi di mangiare, allora vorrà dire che risente della rinuncia all’esclusività del rapporto con la mamma.

Occorre, però, fare una dovuta riflessione, o meglio, distinzione. Già, perché se il bambino gode di ottima salute ma non vuole mangiare, allora è quasi certo che il suo rifiuto è da ricondurre alla difficoltà nell’affrontare il passaggio dal latte materno alla pappa. In questi casi, quindi, l’unica cosa da fare è rassicurarlo ed accompagnarlo pazientemente in questo percorso, che deve essere a tutti i costi graduale.

Al contrario, se il bambino si dimostra inappetente per un periodo di tempo prolungato, fino all’età di due o tre anni, allora il rifiuto va interpretato come una sorta di protesta del bambino, di capriccio generale, estremamente tipico a quell’età.

Quando il rifiuto, o lo scarso interesse verso il cibo si protrae anche fino ai 6 anni, è possibile che si tratti di “alimentazione selettiva”, che consiste in un’alimentazione che si limita a dei cibi preferiti del bambino, che però manifesta scarso interesse per il cibo in generale, e soprattutto per cibi che non conosce. Il bambino si sazia molto velocemente e consuma il pasto con estrema lentezza. Esistono altri tipi di disturbi, e solitamente è all’interno del famoso passaggio evolutivo (dal latte materno allo svezzamento) che si intravedono i primi segnali di difficoltà. Difficoltà che, in teoria, sono temporanee e si risolvono in tempi rapidi. Nel momento in cui persistono, e quindi vanno a costituire un disturbo, vuol dire che il bambino ha accusato nel tempo una forte pressione a mangiare oppure ha raggiunto elevati livelli di emozionalità negativa.

Cosa fare se sei mamma di bambini che non vogliono mangiare

Il consiglio che sentiamo di dare alle mamme di bambini inappetenti è innanzitutto quello di focalizzarsi sul proprio bambino senza osservare le esperienze altrui, visto che ogni bambino vive in un mondo tutto suo, quando è piccolo. L’ascolto deve essere una vera necessità, visto che spesso l’inappetenza e il rifiuto del cibo sono legati alla sfera emotiva del bimbo. Inoltre, la visita presso il pediatra diventa fondamentale per comprendere fino in fondo se, nonostante il rifiuto del cibo, il bimbo sta crescendo in modo corretto (in riferimento alla distinzione di cui parlavamo prima).

Interrogativi  da porsi sono “Sarà cambiato qualcosa nella sua vita?” “Si è verificato un evento che l’ha destabilizzato? “Vive in un’atmosfera tesa?”

A proposito dell’ultimo quesito da porsi, si sa che il comportamento alimentare si apprende. E il bambino impara a mangiare guardando proprio i genitori, che per lui sono i punti di riferimento. Sono gli adulti stessi a dover promuovere un buon comportamento alimentare. Tante altre volte, invece, sono gli atteggiamenti ansiogeni ripetuti nel tempo che invece vanno a creare un circolo vizioso di questo tipo. Infatti, l’aspetto in sé che il proprio bimbo fa fatica a mangiare è in grado di generare ansia nella neo-mamma, con annessi pensieri negativi sulla sua capacità di accudire e di prendersi cura della propria creatura. Inoltre, anche vissuti di natura depressiva e situazioni di irrequietezza che vengono trasmessi al piccolo lo riconducono in una condizione estremamente tesa e difficoltosa.
E’ in questo modo che il bimbo, in una situazione così spiacevole, inizi a rifiutare il cibo.

Cosa bisogna fare? Ricordatevi che punizioni, minacce o altre strategie non vi faranno di certo ottenere l’effetto sperato. Anzi, l’eccessiva ansia e preoccupazione andranno solo ad accentuare il rifiuto o la protesta del bimbo nei confronti dei genitori. Innanzitutto, è bene trasformare i pranzi e le cene in momenti di condivisione, di confronto, di scambi di parole e di affetto con i propri bambini, così da associare al cibo un nuovo contesto, un nuovo significato agli occhi del bambino. Inoltre, se vuole alzarsi dalla tavola, evitate di rincorrerlo con giochi o altre distrazioni, lasciatelo in pace, non insistete, anche perché sarà il bambino stesso a tornare serenamente a tavola.

Inoltre, preparare insieme le pietanze e inventare delle ricette sono tutti modi per rendere più appassionante l’alimentazione, per sottolineare l’importanza della condivisione.

Da evitare, nel modo più assoluto, invece, sono i ricatti affettivi. E soprattutto, non bisogna mai far vedere il cibo come un premio o una punizione agli occhi del bambino. La cosa fondamentale è rispettare la sua libertà senza insistere, risolvendo insieme il problema.

Perché mio figlio non mangia all’asilo o a scuola: come risolvere il problema

Se il bimbo dovesse rifiutare il cibo anche all’asilo, uno dei motivi potrebbe proprio essere ricondotto al suo inserimento nella scuola materna. Il cambiamento che si vive è sicuramente molto forte, quindi un rifiuto del genere potrebbe essere un chiaro segnale da parte del bimbo, che vuol far capire a tutti i costi il suo desiderio di tornare a casa. Potrebbe essere un modo, il suo, di attirare l’attenzione. La regola, da parte del genitore, è essenzialmente quella di non cedere, di non insistere. Se così non si dovesse risolvere il problema, allora vi consigliamo di contattare il pediatra. Infatti, potrebbe trattarsi di un problema serio, non passeggero, magari legato a difficoltà relazionali con i suoi pari o con gli adulti. Quindi, uno specialista dell’infanzia potrebbe aiutarvi a capire le cause di queste difficoltà e soprattutto ad orientarvi sui comportamenti da attuare.

Cosa fare se un neonato non vuole mangiare la pappa

Può capitare, spesso e volentieri, che un neonato si rifiuti di mangiare la pappa. Oppure di alternare giorni in cui mangia e assaggia volentieri ad altri dove chiude la bocca senza volerne sapere. C’è da sapere che il bambino sa autoregolarsi e che, durante lo svezzamento, si trova in una fase di scoperta assoluta. Può capitare che un giorno abbia poca fame, o che non gli piaccia più una cosa che il giorno prima sembrava apprezzare.

I bambini che giungono alla fase di svezzamento, sono abituati a prendere il latte materno o il biberon e spesso possono rifiutare qualsiasi altro cibo che non sia latte. Inoltre, c’è da dire che le prime pappe hanno un sapore ed una consistenza diversa rispetto a quello a cui sono abituati, per cui è facile che soprattutto all’inizio ci siano dei problemi. Cosa fare? In questi casi è importante variare, sperimentando anche le diverse consistenze. Altri, invece, consigliano di iniziare lo svezzamento con la farina lattea e le pappe al latte, che hanno un sapore più simile a quello a cui i neonati sono abituati, risultando più dolci.

Le mamme non devono mai cedere davanti al proprio bimbo che non vuole mangiare, anche perché in questo modo capisce che gli basta fare un po’ di storie per avere il latte, il suo cibo preferito. Lasciatelo giocare, magari facendogli toccare cibi nuovi che vede per la prima volta e facendogli prendere confidenza. In questo modo potrà sentirsi stimolato ad assaggiare! Oppure, quando arriva l’ora del pranzo o della cena, mettetelo a tavola con voi facendogli assaggiare cose che può mangiare, stimolando la sua curiosità.

Neonati che non mangiano: è comune?

Il rifiuto del cibo da parte dei neonati pare sia una preoccupazione abbastanza comune tra le mamme, specie durante il difficile passaggio dall’allattamento allo svezzamento. Si tratta, infatti, di una fase di scombussolamento che ha modificato le loro abitudini, vedendosi catapultato in un mondo fatto di nuovi sapori e consistenze.

 

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