La pandemia sta costringendo tantissime donne a rinunciare al lavoro

rinunciare al lavoro

La pandemia sta costringendo un numero record di donne a rinunciare al lavoro.

Il Bureau of Labor and Statistics (BLS) ha pubblicato il suo rapporto mensile sull’occupazione e i risultati, sebbene non sorprendenti, confermano ciò che molti si aspettavano sulle ramificazioni della pandemia sulle donne lavoratrici e sulle madri.

Un rapporto pubblicato dal BLS ha mostrato una differenza drammatica tra donne e uomini che abbandonano il lavoro. “Sapevamo perfettamente che sarebbe successo, ma settembre è stato un disastro per le donne che lavorano: 865.000 donne hanno abbandonato il proprio lavoro, 216.000 uomini”, ha scritto su Twitter l’economista Michael Madowitz, condividendo le informazioni in un grafico che suscita rabbia e tristezza.

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Le chiusure scolastiche, la messa in quarantena e la flessibilità sul posto di lavoro sono solo alcuni dei motivi per cui trovare un equilibrio tra lavoro e casa è stato difficile (ri: impossibile) per i genitori. Ma i ruoli tradizionali delle donne come caregiver (indipendentemente da quanto contribuiscono al reddito familiare) gravano sulle donne il peso di questa situazione. A causa della mancanza di flessibilità e delle continue disparità salariali, le donne stanno facendo la scelta difficile di lasciare il lavoro.

“Anche se le mamme che lavorano ora hanno parte di ciò che desideravano un anno fa – la possibilità di lavorare da casa, orari flessibili, nessun tragitto giornaliero, una routine mattutina meno stressante – purtroppo devono fare fronte a delle esigenze scolastiche dei loro figli con sempre più scuole chiuse a causa della pandemia”, ha scritto Dara Levy, VP di Partnership per The Mom Project, un’organizzazione che si occupa di donne e lavoro. “Questo non è lavoro a distanza. Non è sostenibile. E le donne ne stanno subendo le conseguenze. Le donne hanno perso 143.000 posti di lavoro solo nel mese di settembre”.

Inoltre, la quota di donne che lavorano o cercano lavoro, è scesa al 55,6% dal 56,1%. Questo è il numero più basso dal 1987.

“L’attuale recessione economica derivante dalla pandemia COVID-19 sta danneggiando in modo sproporzionato l’occupazione femminile, con ramificazioni che potrebbero durare a lungo”, ha scritto l’organizzazione in un rapporto.