Insegno a mia figlia a volersi bene

Sono felice di essere una donna.  Mi piace la combinazione femminile di forza e nutrimento. Mi piace che il mio corpo abbia dato la vita a due esseri umani. Mi piace il nostro essere multitasking.  Essere una donna è una cosa meravigliosa.

Ciò che non mi piace è quello che la società ha fatto dei corpi femminili, o più precisamente, quello che viene fatto sul nostro cervello in relazione ai nostri corpi. Sto crescendo una figlia, che presto, prima di quanto creda, inizierà a vivere la sua adolescenza. Ed è tanto impressionante e scoraggiante quanto tempo ed energie si spendano nella costruzione di un idealtipo di donna e i messaggi che arrivano loro sull’immaginario del corpo femminile, così drasticamente diversi da come i nostri corpi appaiono realmente.

Da un lato, ci sono gli evidenti messaggi rivista di bellezza irrealistici – seni prosperosi e perfetti, le gambe lunghe e magre, glutei sodi, cellulite inesistente. Grazie a Photoshop, siamo bombardate da immagini di pelle perfetta, girovita disumani, e uno standard in continua evoluzione della perfezione.

Mi ricordo quando ero giovane e Kate Moss rappresentava un ideale di bellezza, poi è arrivato il modello Kim Kardashian. Ho cercato di limitare a mia figlia l’esposizione alle immagini non veritiere, ma sono ovunque. Così sto cercando di farle capire che quello che sta guardando non è vita reale.  Ma quelle immagini non sono gli unici messaggi che stanno ricevendo. Molto spesso anche la comunicazione legata all’alimentazione sana è accompagnata da immagini di perfezione. Nel mondo del corpo sano, ci possono essere forme diverse, non necessariamente stereotipate.

Sto provando ad insegnare ai miei figli ad amare il proprio corpo così com’è, con un’attenzione particolare al mangiar sano per stare bene e non per essere perfetti dal punto di vista estetico.

Come possiamo insegnare ai nostri figli l’importanza di mantenere il loro corpo sano, senza esporli a standard irrealistici o piantare i semi di pregiudizio inconscio su se stessi o gli altri? Come possiamo insegnare loro che il grasso corporeo in eccesso può essere un indicatore di cattiva salute, e al contempo dire loro che non c’è niente di male ad avere un pochino di ciccietta? Come possiamo insegnare loro quanto sia importante prendersi cura di se stessi senza cadere nella stereotipizzazione dell’apparenza?

Ogni donna che conosco lotta con questi problemi. Io stessa mentirei se dicessi che non ho mai pensato a quello che mi cambierei se potessi. Allo stesso tempo, ho paura, ho paura che i miei figli non siano contenti di se stessi, che soffrano per il giudizio altrui, che siano vittime di un immaginario sbagliato.