Fase 2: genitori che lavorano e scuole chiuse

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Da qualche giorno sentiamo parlare di Fase 2 dell’emergenza coronavirus, sentiamo parlare di ripresa delle attività lavorative ma ancora una volta chi viene dimenticato sono i genitori e i bambini. Come gestire la ripresa lavorativa se le scuole sono chiuse? Chi si occuperà dei più piccoli, quando riapriranno uffici e aziende?

Alcune mamme hanno lanciato un hashtag #noncisiamo  invitando a farsi una foto con il cartello «Chi pensa ai bambini» e taggare le ministre all’Istruzione Lucia Azzolina e alle Pari Opportunità Elena Bonetti proprio per portare l’attenzione su un problema che affliggerà molte famiglie nella fase di ripresa.

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Fase 2: aiuti per le famiglie quali saranno?

Quattro o cinque settimane in più di cassa integrazione; indennità per autonomi, professionisti e co.co.co che salirà da 600 a 800 euro; un mini bonus per colf e baby sitter, modulato sull’orario di lavoro (full time o part time); proroga dei congedi parentali e del voucher baby sitter; un reddito di emergenza per le famiglie senza redditi da lavoro e pensione né rendite né altri sostegni pubblici.
Sono queste le ipotesi sul tavolo in vista del nuovo decreto legge a sostegno dell’economia che sarà varato verso la fine di questo mese e che come detto potrebbe avere una potenza di fuoco di 70 miliardi, compresi i 30 necessari per finanziare i fondi di garanzia previsti dal decreto liquidità (che per ora dispone solo di 2,7 miliardi).
Per la famiglia, oltre alla proroga dei congedi parentali o in alternativa del voucher per pagare la baby sitter, potrebbe arrivare un bonus una tantum sui figli fino a 14 anni parametrato sul reddito.

Quindi non sappiamo ancora con certezza quali saranno le misure prese dal governo a supporto dei genitori che dovranno tornare al lavoro, certo dovrebbero pensare anche ai genitori in smart working con i figli a casa e capire come aiutarli a gestire le necessità.

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