Come diventare grandi nonostante i genitori

Il 24 Novembre arriverà nelle sale “Come diventare grandi nonostante i genitori”, film diretto da Luca Lucini che porta la sceneggiatura di Gennaro Nunziante, già noto al grande pubblico per aver firmato pellicole di successo come “Cado dalle nubi”, “Che bella giornata”, “Sole a catinelle” e “Quo vado”. Nel cast, perlopiù di giovanissimi, spiccano figure del calibro di Margherita Buy, Giovanna Mezzogiorno, Matthew Modine.

La commedia, che mixa l’ironia con esperienze di vita quotidiana, è targata Disney Channel ma il titolo racchiude in una perfetta sintesi il nobile intento del regista: raccontare qualcosa di interessante e avvincente per i giovani e ancor di più per i loro genitori.

La trama, apparentemente semplice e lineare, si sviluppa scena dopo scena, battuta dopo battuta, volto dopo volto, portando alla luce un intreccio di storie che sembrano incontrarsi solo sul finale, dove tutto si scioglie. Ai poli dei diversi percorsi, due fazioni destinate per natura a scontrarsi: da una parte i genitori, dall’altra i figli adolescenti. In primo piano ci sono i classici problemi generazionali che tutte le famiglie hanno attraversato o stanno attraversando e quel rapporto conflittuale fatto di incomprensioni, litigi e drammi più o meno seri.

Ciò che emerge, è il duplice sguardo che hanno i genitori nei confronti dei loro figli non più così piccoli; la sensazione che stanno crescendo, la voglia di vederli sempre bambini. Da una parte percepiscono in maniera chiara i continui e tumultuosi cambiamenti e vivono con ansia e determinate paure il loro diventare adulti; da qui la necessità di controllare i diari segreti, indirizzarli verso strade che reputano più fruttuose per il loro futuro rispetto a delle semplici passioni, premere sullo studio e sull’importanza di prendere bei voti. Dall’altra i figli come eterni bambini, ragazzini comprensibilmente inesperti che necessitano sempre della guida di un adulto ma soprattutto di essere protetti e tutelati di fronte a qualsiasi difficoltà. È in questa doppia prospettiva che si inserisce la figura – a tratti fin troppo dura – di una preside intransigente, interpretata magistralmente da Margherita Buy: sarà proprio lei ad aiutare i nostri adulti ad approcciarsi in maniera diversa alla genitorialità, permettendoli di intraprendere un percorso di maturazione che percorreranno in parallelo – ma pur sempre in simultanea – ai loro figli.

Il tema che si fa spazio in questo melodramma dal gusto italiano è quello dell’importanza dei “no”; solo di fronte agli ostacoli, alle privazioni, alle apparenti ingiustizie di un adulto inflessibile, i ragazzi imparano a sbagliare ma anche a rialzarsi e quindi (inevitabilmente) a crescere. Se è essenziale per un genitore capire quando stare vicino al proprio figlio, lo è ancor di più comprendere che talvolta è necessario e molto più efficace fare il tifo da lontano – dita incrociate e sorriso d’orgoglio, of course-.  

È in questa serie di esilaranti dinamiche che gli spettatori troveranno spazio per la riflessione, andando a cogliere le sfumature che caratterizzano la crescita dei ragazzi ma anche degli adulti; perché la verità è che nella vita non si finisce mai di imparare.

Giulia Giannessi