Come gestire un trasloco con i figli

Il cambiamento è un passaggio faticoso in qualsiasi fase della vita.  La percezione che un bambino ha del cambiamento non deve essere sottovalutata. I bambini, soprattutto da piccoli, sono molto abitudinari e si stancano facilmente ogni qualvolta si chieda loro di stravolgere questa quotidianità. Affrontare un trasloco ad esempio è una cosa che generalmente mette a seria prova un equilibrio rodato. La prima fase è chiamata eliminazione, ovvero essere capaci di gettare l’inutile ma che per qualche ragione abbiamo conservato in tutti questi anni. Poi dopo la cernita arriva la fase dell’imballaggio e dello spostamento di scatoloni. E poi il lungo processo di sedimentazione nella vostra nuova casa. E’ faticoso. Ma lo spostamento con i bambini al seguito è un altro paio di maniche, soprattutto se sono in età scolare. Insieme con i vostri ninnoli dovrete imballare la cosa più pesante di tutte: il senso di colpa e l’ansia.

Ovviamente dipende sempre dal tipo di cambiamento che state facendo, se un semplice cambio casa, stessa città, stessa zona, o un cambio di zona o un più radicale cambio città o nazione, o continente. Ovviamente ogni situazione richiede tempi di accettazione e ambientazione differenti, ma ci sono degli aspetti che andrebbero tenuti in considerazione indipendentemente dall’entità del cambiamento.

Non hanno avuto voce in capitolo.

Ovviamente, la decisione di spostamento viene presa esclusivamente dai genitori, alias “adulti”, il che sta in qualche modo a significare che è come se avessimo detto ai nostri figli, “Ci stiamo lasciando alle spalle la vostra vita qui, indipendentemente al fatto che siate d’accordo o meno con questa decisione! Ovviamente, sono abituate a dire ai miei figli cosa devono fare, ma ci sono situazioni che esulano dalla quotidianità, e dovrò anche tener conto della loro reazione e gestirla.

Hanno dovuto lasciare la loro scuola.

I bambini dal momento in cui li lasci alla scuola materna iniziano ad instaurare una sinergia con questo nuovo ambiente. Instaurano un rapporto con l’ambiente e con le persone che incontrano in quell’ambiente. Generalmente questo rapporto dura e si cementifica nel corso degli anni.  Si tratta di persone che vedono i tuoi figli ogni giorno e conoscono le loro peculiarità e i loro bisogni. I vostri figli sono entrati in sintonia con un piccolo sistema sociale. E invece come sarà nel nuovo ambiente, si verrà a creare la stessa sintonia? E se non fosse così? Se i tuoi figli non riuscissero ad ambientarsi?

Hanno dovuto lasciare i loro amici.

Non adoro tutti gli amici dei miei figli, ma nonostante la mia opinione questi erano i compagni miei figli avevano scelto come amici, e con loro avevano condiviso ore e divertimento. Gli amici d’infanzia sono quelli che non ti dimentichi mai e io ho deciso di separarli prima che la vita facesse loro intraprendere strade diverse, ma forse già questa è una diversa. Vediamola così, chi prima, chi poi.

Hanno dovuto lasciare il nostro quartiere.

Abbiamo avuto la fortuna di vivere in un contesto ‘pieno di buoni vicini, persone di fiducia. I miei figli sapevano che se mai avessero avuto bisogno di qualcosa, avrebbero potuto chiamare più o meno tutti nel nostro quartiere. So che questa situazione potrebbe non ripresentarsi nel luogo dove andremo ad abitare. Forse questo mette più in ansia noi genitori.

Hanno dovuto lasciare la nostra casa.

E’ la casa dove sono nati, è la casa dove li ho portati dopo essere uscita dall’ospedale, è la casa dove hanno iniziato a camminare e a prendere le misure con il mondo. E’ la casa che sentivano loro e nella quale volevano tornare dopo ogni vacanza. E ‘stata l’unica casa che abbiano mai conosciuto, il loro luogo sicuro, quello nel quale avrebbero potuto camminare ad occhi chiusi. Ora avrebbero dovuto svegliarsi in un luogo sconosciuto senza poter più dire “mamma quando torniamo a casa?”.

Alla fine mediamente le cose vanno meglio di quanto detto sopra. Tutte le paure che abbiamo in testa si rivelano esagerate e i bambini ammortizzano bene. CRedo sia comunque importante riflettere su questi punti e dare credito alla loro capacità di essere resilienti.

Li dobbiamo accompagnare alla scoperta di questo nuovo mondo, non tralasciando l’importanza dei ricordi e con  la prospettiva di costruirne di nuovi.