Banchi a rotelle vietati: fanno male alla schiena

Ricordiamo tutti la questione banchi a rotelle a scuola, vero?

Il tutto risale a mesi fa, quando per mantenere il distanziamento sociale tra gli studenti in classe, la Ministra dell’Istruzione, Azzolina, ha dichiarato che il Governo avrebbe acquistato questi nuovi banchi. La consegna è avvenuta a ridosso dell’inizio dell’anno scolastico 2020/2021, non in tutte le scuole, ma a poco a poco sono arrivati quasi a tutti.

Si è discusso se fossero conformi, se assicurassero un distanziamento tra gli studenti in aula, se fossero idonei alla fisicità dei bambini e ragazzi e, soprattutto, se il costo valesse la pena. Ebbene, è notizia di pochissimi giorni fa quella che il Veneto ha ritirato dalle scuole i banchi a rotelle perché provocherebbero dolore alla schiena.

Non siamo noi a dirlo, ma l’assessore all’Istruzione, Formazione, Lavoro e Pari opportunità della Regione, Elena Donazzan, che ha dichiarato:

“Bocciamo interventi assurdi e poco salutari come lo sono stati i banchi con le rotelle che sono stati ritirati dai plessi scolastici in cui erano stati introdotti perché erano causa di mal di schiena”.

Nasce quindi una nuova ulteriore polemica su questi banchi pagati, lo ricordiamo, grazie a fondi messi a disposizione del Governo. Ora questi banchi, in Veneto, non si trovano più nelle aule dei nostri studenti, ma chiusi a chiave in un magazzino. Sarebbero stati 434mila, a ci vanno aggiunti 2,1 milioni di banchi tradizionali. Il costo totale dell’operazione, in base a questi numeri, è stato di 119 milioni per i banchi a rotelle e di 199 milioni per quelli tradizionali. Per un totale di 318 milioni di euro.

Banchi a rotelle non sono a norma?

Il commissario straordinario Domenico Arcuri, in risposta alla Donazzan ha dichiarato:

“I banchi forniti sono certificati e non viene mai chiesto ai dirigenti scolastici di certificare i banchi stessi ma unicamente di siglare un documento di regolare ricezione della fornitura, con il relativo verbale di collaudo. Ciò al fine di attestare che le forniture richieste siano state consegnate e siano conformi a quanto richiesto”.

Non sappiamo se al Veneto si uniranno altre regioni, certo è che le domande che ci facciamo sono tante e le risposte faticano a trovarsi…

 

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