Se sei una mamma sull’orlo di una crisi, leggi questo

Sono stanca. Il mio bambino di 4 mesi è inconsolabile e urla a squarciagola. Le mie tette mi fanno male 24 ore su 24 e ho un mal di testa persistente.

Tutto ciò a cui riesco a pensare è come in questo momento la maternità mi stia prosciugando di tutta la mia forza vitale. E sono abbastanza sicura di essere sul punto di perderla del tutto. Ma ho imparato che non devo tenere tutto per me.

Accettare che non devo fingere di stare bene ha reso la mia vita molto più facile.

Ho visto così tante mamme, specialmente giovani, a cui viene regolarmente detto che abbiamo fatto noi la scelta di essere genitori e che quindi meritiamo di affrontare in silenzio tutti gli ostacoli che la maternità porta. I messaggi ci suggeriscono che dovremmo cavarcela da sole proprio in virtù della nostra scelta e che non dovremmo cercare aiuto quando ne abbiamo bisogno.

Cercare di elaborare queste esperienze da sola, con il pensiero che nessuno ci capisca, è doloroso e rende più difficile per noi essere buone madri.

C’è una quantità indescrivibile di spazio dedicato a discutere l’amore e l’orgoglio della maternità. Il mondo che ci circonda ama e perfino esalta i sacrifici incrollabili che le mamme fanno. Ci è stato detto che la maternità è bellezza e sorrisi.  In poche dicono che la maternità è fatica. Nella rara occasione in cui discutiamo apertamente di come la maternità possa farci affogare, veniamo ignorate o compatite. Ho persino sentito la gente suggerire se sei frustrato nella maternità, forse non meriti di essere una madre.

Niente di tutto questo è vero.

Mi ci è voluto molto tempo per capire che la libertà di affrontare gli ostacoli che ho di fronte come madre è ancora più importante della libertà di discuterne il divertimento. Trascurando di mostrare i modi in cui la maternità possa essere causa al contempo di gioie e fatiche, facciamo del male a tutti, compresi i bambini, i genitori e la gente che in futuro vorrà diventare genitore.

Crescere un bambino è una grandissima responsabilità e richiede il riconoscimento che a volte le cose possano non andare per il verso giusto. Ho finalmente iniziato a venire a patti col fatto che il mio viaggio nell’autocomprensione non mi fa essere una cattiva madre.

Al contrario, più imparo qualcosa di nuovo su di me, più diventa chiaro che lo debba dire a tutti, perchè l’immagine idealizzata della madre che si sacrifica di nascosto non serve a nessuno. Non funziona. Non possiamo continuare ad aspettare finché non abbiamo raggiunto il crollo totale. Come madri, dobbiamo imparare a praticare l’auto-cura preventiva.

Dobbiamo accettare che va bene sentirsi sull’orlo di una crisi. Non è un sentimento da ignorare e soprattutto questo non significa che tu non sia una buona madre.

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