Quello che le mamme non postano: la fatica

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La fatica. Qualche giorno fa ho letto un articolo che raccontava cosa davvero si nasconde intorno alle "perfette" foto pubblicate su Instagram, i retroscena di quello che viene raccontato come idilliaco.

La fatica. Qualche giorno fa ho letto un articolo che raccontava cosa davvero si nasconde intorno alle “perfette” foto pubblicate su Instagram, i retroscena di quello che viene raccontato come idilliaco.

Ovviamente in tutte le foto che noi mamme pubblichiamo quello che non emerge è una cosa sola: la fatica. Forse perchè non vogliamo ammetterlo a noi stesse, forse perchè far vedere quanto sia faticoso occuparsi dei figli, potrebbe mettere in dubbio agli occhi degli altri il nostro ruolo.

Io sono grata di aver avuto due figli, ma questo non elimina il senso di frustrazione che ogni tanto provo. E fino a quando non sono riuscita ad ammettere a me stessa quanto sia faticoso essere mamma c’era una nube che incombeva e stava seriamente minando la mia gioia. Mi lamentavo della stanchezza fisica ma sapevo che non si trattava solo di quello. E poi arrivi al culmine di quelli che consideri giusti sacrifici per i tuoi bambini. Quelli che pensiamo ci rendano contente, quegli atti di negoziazione tra una mamma ed un bambino che sono sempre a sfavore della prima, come la cena mangiata fredda.

E poi arriva il culmine con le interazioni che costituiscono la nostra routine quotidiana. Insistere per far indossare un paio di scarpe,  spiegare il perchè non si possa fare colazione con il gelato. Piccoli ma enormi decisioni che devono essere prese un centinaio di volte al giorno e le domande che continuamente esigono risposta ( “Posso guardare l’iPad?” “Posso avere un biscotto?” “Dove sono le mie scarpe?” ” Cosa c’è per cena? “).

Essere genitore è questo: un atto fisico ed emotivo al contempo. “24 ore al giorno, 7 giorni su 7”.  Negoziazione e conciliazione, rimprovero e lodi, oltre ovviamente al cucinare, il cambio pannolino, la lavanderia, la pianificazione, la vigilanza e l’immancabile peso della responsabilità.

Chi mi ha affidato la gestione di queste piccole vite umane? A volte voglio solo urlare: “Stop! Fatemi riposare! Solo per un momento! Solo così posso riprendere fiato”.

E ‘innegabile. Ci sono in gioco grandissimi sentimenti e questi ci possono sopraffare a tal punto da non farci ammettere quello che si nasconde dietro: la fatica.

Ovviamente ammettere quanto sia faticoso essere genitori  ci investe anche di quello che possiamo definire senso di colpa. Chi sono io per essere stanca di tanta meraviglia? I miei figli sono sani e lo sono anch’io. Altre persone stanno facendo molto di più con molto meno. Ho pregato per i bambini e le mie preghiere sono state esaudite quando le preghiere di molti altri non lo sono. I miei bambini avranno bisogno di me ora. In un batter d’occhio, non avranno più bisogno di me allo stesso modo.

Tutte queste cose sono vere rendono la fatica ancora meno sopportabile.

A volte abbiamo bisogno di darci il permesso di premere il pulsante di reset. Nessuno mi chiamerà una cattiva mamma se mi concedo una pausa.

Questo non cancella definitivamente la fatica. I giorni difficili sono ancora giorni difficili. E allora inizio a fotografare la mia fatica, ancora stento a pubblicarla, ma quantomeno la conservo. Giocattoli ovunque da rimettere a posto, bagni pseudo allagati, le corse per casa per convincerli a fare il bagno…etc etc. Per i selfie della mia faccia stravolta c’è ancora tempo, ma vi assicuro che qualcuno esiste già.