Quello che farei da neomamma se tornassi indietro nel tempo

Quando l’infermiera ha portato in camera la culla con la mia primogenita, mi ricordo distintamente che, guardando verso di lei con la mente ancora annebbiata dagli ultimi eventi, ho pensato che lei non potesse assolutamente a sua volta pensare che io sarei stata in grado di prendermi cura di quel piccolo essere umano. Mentre si allontanava ho pensato distintamente “e ora che faccio?”.

Non sapevo assolutamente nulla di genitorialità. Nei mesi di attesa avevo letto un sacco di libri, guardato un sacco di trasmissioni a tema, da reparto maternità a 16 anni e incinta, ma ora era come se nel mio cervello ci fosse una tabula rasa.

Dopo essere tornata a casa e aver abbandonato il limbo dell’ospedale mi sono ritrovata con un  corpo, il mio corpo, che stentavo a riconoscere,  con degli ormoni fuori controllo, e e con una neonata che ogni giorno metteva in gioco nuove questioni da affrontare: dermatite da pannolino, notti insonni, coliche e pianti inconsolabili. Tutto questo non faceva altro che mettermi in profonda crisi. La maternità non è mai stata istintiva per me, e mi sentivo come se ogni giorno venissi messa davanti ad un nuovo complicato inizio. Ed ero così stanca.

I miei figli ora sono cresciuti, e quando ripenso a quel tempo, mi rendo conto che ci sono così tante cose che avrei fatto in modo diverso. E anche se non vorrei mai rivivere le ragadi, l’esaurimento e i bambini urlanti nel bel mezzo della notte, se potessi tornare indietro nel tempo, farei queste cose.

Non perderei tempo cercando di togliere le macchie del latte materno dai vestiti.

E’ inutile. Comprati vestiti nuovi perché, francamente, li meritate.

Il vostro bambino non arriverà a 18 anni con il ciuccio.

Non fatene una malattia se vostro figlio a quattro anni vuole ancora il ciuccio, prima o poi se ne libererà da solo.

Lo stesso vale per lo spannolinamento.

Anche in questo caso nessuno stress. Imparerà. Lo prometto.

Memorizzerei l’odore della pelle del mio bambino.

Respirate profondamente e cercate di conservare nella testa l’odore di vostro figlio neonato. È l’odore che vi mancherà di più.

Quando fuori era ancora buio ed ero tranquillamente seduta con la mia bambina piccola in braccio mi sarei goduta il silenzio.

La vita diventa intensa e caotico e folle in un batter d’occhio. Vi mancheranno quei momenti di quiete in cui tutto quello che dovevate fare era cullare il bambino per farlo addormentare.

Godermi quel tempo in cui i miei figli credono a Babbo Natale.

Lo stesso vale per la Befana e la fatina dei denti.

Registrare o memorizzare il suono della voce (e anche delle grida) del mio bambino

In men che non si dica cambieranno la loro voce e capirete che stanno diventando adulti.  

Comprare una torta per la loro prima festa di compleanno.

Nessun bambino nella storia si ricorderà che la loro mamma è rimasta fino alle 02:00 a cercare di fare la torta perfetta con personaggi di zucchero. Il sonno è prezioso. Comprate una torta bellissima, fate le foto di rito e riposate.

Ritagliarmi dei momenti con il mio partner

Quando i figli se ne saranno andati non riuscirete a recuperare un rapporto di coppia messo in secondo piano.

Raccogliere più immagini possibili di loro e di me stessa

Quando non ci sarete più i vostri figli vorranno ricordarvi in ogni attimo della vostra vita.

Cercare la strada per tornare alla mia carriera.

All’inizio non sarà facile, ci si può sentire a disagio e arrugginite, ma si finirà per avere il tempo di concentrarsi sul lavoro che amate.

Se il mio istinto mi diceva che qualcosa non andava in mia figlia, lottare contro tutto e tutti fino a quando qualcuno mi avrebbe ascoltata.

L’istinto di una mamma non sbaglia mai.

Ci sono tanti momenti che mi piacerebbe rivivere e fare in modo diverso. Vorrei ricordare a me stesso che gli anni sono lunghi, le giornate sono brevi, e il suono di una casa vuota dopo i bambini sono andati a scuola è assordante. Mi piacerebbe anche saltare le faccende più spesso e guardare Netflix, invece.

Ma a volte più di tutto questo vorrei abbracciare forte i miei genitori e dire loro che finalmente ho capito cosa significa crescere un figlio.