Perché mio figlio non dorme: cosa posso fare [VIDEO]

Siete delle neo-mamme alla ricerca del sonno perduto? Beh, sicuramente si tratta di un fenomeno assolutamente normale: durante la crescita del vostro bambino bisogna mettere in conto che qualche notte la passerete in bianco.

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Perché mio figlio non dorme: cause

Siete delle neo-mamme alla ricerca del sonno perduto? Beh, sicuramente si tratta di un fenomeno assolutamente normale: durante la crescita del vostro bambino bisogna mettere in conto che qualche notte la passerete in bianco. Ma fareste bene ad approfondire la situazione. O meglio, è importante per voi capire quali possono essere le cause che tengono sveglio il piccolo, o comunque quelle che gli procurano molta fatica a “cadere tra le braccia di Morfeo”.

Se uno dei vostri tarli è “capire perché mio figlio non dorme? c’è da sapere che ci sono diverse possibili cause a scatenare questo effetto. In primis, l’età: se il vostro bambino è molto piccolo, è più che naturale, e soprattutto frequente, che i bambini si sveglino ripetutamente nel cuore della notte e facciano fatica a riaddormentarsi (tra improvvisi attacchi di fame e cambi di pannolini). Niente allarmismi. Il cosiddetto “sonno frammentato” è un comunissimo fenomeno transitorio (per fortuna), dal momento che “dopo i due anni di età i “cicli” di sonno e veglia tendono a trovare una propria stabilità”.

È cosi che si è espresso Luigi Ferini Strambi, direttore del Centro di medicina del sonno dell’Istituto San Raffaele di Milano. Secondo il suo parere, infatti, “è bene armarsi di pazienza aspettando che maturino i centri nervosi che regolano i ritmi e la struttura del sonno”.

I genitori devono anche essere consapevoli che la famosa dentizione può contribuire ad un sonno disturbato del proprio bambino. E non solo. Un bimbo dorme poco anche perché agitato, eccitato per un evento bello, ma ci possono essere anche delle cause organiche a procurargli insonnia. Tra queste troviamo ad esempio l’ipertrofia di tonsille e adenoidi che possono causare difficoltà respiratorie.

Può anche accadere, più semplicemente, che sia stanco, che non riesca ad addormentarsi da solo. O ancora, che abbia paura di essere abbandonato dai genitori, svegliandosi e cercandoli nel cuore della notte. Oppure, dorme poco perché non ha una routine che precede l’addormentamento. Infatti, ripetere sempre le stesse cose prima di addormentarsi, come leggere una fiaba, andare in bagno, o dare l’ultimo saluto prima della buonanotte, può facilitare il processo.

 

Il sonno è importante per i bambini: ecco perché

Ovviamente, si sa che un bambino ha bisogno di dormire di più rispetto agli adulti, E soprattutto, si sa che dormire bene è fondamentale per crescere altrettanto bene. C’è da dire, però, che non tutti i bambini sono uguali: ognuno ha le sue esigenze “di sonno”, che possono variare. Se volete sapere con precisione le ore di sonno necessarie in base all’età dei bambini, eccone un elenco:

  • neonati 0-3 mesi: sonno raccomandato di 14 – 17 ore.
  • neonati 4-11 mesi: sonno raccomandato di 12-15 ore.
  • bimbi 1-2 anni: sonno raccomandato: 11-14 ore.
  • bambini in età prescolare 3-5 anni: sonno raccomandato: 10-13 ore.
  • bimbi 6-13 anni: sonno raccomandato: 9-11 ore.

Il sonno è davvero molto importante per i bambini, soprattutto per affrontare al meglio tutti gli impegni della giornata. Tra l’altro, secondo numerosi studi scientifici, il sonno contribuisce allo sviluppo psico-fisico del bambino durante la sua evoluzione: più cresce, più le ore di sonno si riducono gradualmente. Tra l’altro, il sonno si rivela fondamentale anche dal punto di vista cognitivo grazie alla connessione tra le cellule cerebrali. In che modo? Dormendo, il bambino assimila quello che ha appreso in giornata. E, per di più, impara sempre qualcosa di nuovo grazie alla formazione di nuove sinapsi (punti di contatto tra cellule nervose che propagano gli impulsi nervosi).

Se il bambino non dovesse dormire le ore necessarie ad affrontare la giornata seguente, potrebbe manifestare irrequietezza, agitazione, iperattività, ma può anche far fatica ad apprendere o a concentrarsi.

Cosa fare se mio figlio non dorme

Vi state chiedendo cosa fare, come comportarsi, se vostro figlio non dorme o fa fatica ad addormentarsi? Ebbene, prima parlavamo di routine, e creare una routine per il proprio bambino è fondamentale. Per routine si intende una serie di situazioni che favoriscono il sonno di vostro figlio, e che lo accompagnano più velocemente tra le braccia di Morfeo. La lettura di una favola, le coccole e le ninna nanne sono assolutamente ben accetti. Cosa bisogna evitare? Guardare la televisione o utilizzare videogiochi, ad esempio, non fanno altro che interferire il sonno. Si tratta di fonti luminose che stimolano il cervello e rendono più difficoltoso il rilascio della melatonina, ovvero quella cellula che regola il ritmo tra la veglia e il sonno.

Condividere il lettone con il bambino? Secondo il parere di Ferini Strambi “è giusto che il bambino si abitui a dormire nel suo lettino, ma non è una tragedia se condivide il letto con mamma e papà se la scelta contribuisce a far sì che tutti abbiano sonni tranquilli”. Infatti, la condivisione del lettone non deve essere un’abitudine, ma un modo per star più vicino al proprio figlio in un momento di transizione.

Ben venga prendere in braccio il bambino, coccolarlo, visto che per lui il contatto psico-fisico è fondamentale. Durante il processo di crescita, però, l’obiettivo dei genitori deve essere quello di riuscire a farlo addormentare da solo (fornendogli la cosiddetta “autoconsolazione”). A volte, può bastare anche una carezza affinché si riaddormenti e affinché acquisisca una maggiore autonomia del proprio sonno.

Se invece il bambino in questione comincia ad essere un po’ più grande, magari gli può capitare di essere soggetto ad un eccessivo stress durante la giornata. A quel punto, i genitori dovranno insegnargli a gestire meglio questa agitazione proprio durante il giorno, in modo tale che non si accumuli la sera. Evitando, quindi, di compromettere il suo sonno notturno.

 

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