Partorire ai tempi del Coronavirus

In questo periodo di emergenza da Coronavirus sono tantissime in Italia le future mamme che si ritrovano a partorire da sole. Purtroppo è una dura realtà e se ne parla davvero troppo poco.

Gli ospedali hanno assunto nuove norme igienico sanitarie che purtroppo vanno anche a rivedere il reparto di ostetricia e la sala parto in particolare.

I futuri papà, in quasi tutte le strutture ospedaliere, possono entrare in sala parto solo ed esclusivamente durante il travaglio e il parto. In altre strutture invece, a discrezione dei medici, la futura mamma partorisce completamente sola con il personale medico. Niente papà a vivere pienamente questo momento di gioia e ad immortalarlo con una fotografia che rimarrà per sempre.

Partorire ai tempi del Coronavirus non è semplice.

Diciamoci la verità, siamo completamente sole. I nostri familiari non possono stare in sala d’attesa, nemmeno fare visita al neonato e alla neo mamma. L’unica persona che può entrare è il papà, che però vede il figlio alla nascita e basta. In tantissime strutture il papà non può entrare e uscire per tutta la durata di degenza della neo mamma in ospedale insieme al bambino, ma torna solo a riprendere entrambi per portarli a casa al momento delle dimissioni.

Le future mamme si trovano a dover partorire indossando la mascherina.

Molti sono stati i casi di donne in gravidanza positive al Coronaviurs, ma questo non ha fermato e mai fermerà il grande lavoro delle ostetriche e dei ginecologi. La sicurezza in questi casi è ancora più accentuata per evitare qualsiasi forma di contagio, tra partoriente ed equipe medica, ma anche tra la mamma e il neonato. La trasmissione del Covid infatti può avvenire in sala parto, come anche dopo il parto o durante l’allattamento.

Coronavirus domande gravidanza, parto e allattamento

Il Ministero della Salute ha rilasciato, in data 31 marzo 2020, un vademecum con tutte le indicazioni per l’assistenza ostetrica prima e durante il momento del parto. Non solo per partorire in sicurezza, ma anche per le future mamme risultate positive al Coronavirus.

Ecco alcune delle domande più frequenti con relativa risposta:

Le donne in gravidanza positive al virus lo possono trasmettere al feto/neonato?

Dai dati presenti, non sono stati riportati casi di trasmissione dell’infezione da madre a figlio. I dati recenti riguardo bambini nati da madri con COVID-19 indicano che nessuno di essi è risultato positivo. Inoltre, il SARS- CoV- 2 non è stato rilevato nel liquido amniotico.

Le donne in gravidanza affette da COVID-19 devono necessariamente effettuare un parto cesareo?

In relazione alle attuali limitate conoscenze e agli esiti dell’unico studio effettuato in Cina in cui non è stata dimostrata la presenza del SARS-CoV-2 in sangue da cordone ombelicale, liquido amniotico e latte materno, non vi è indicazione elettiva al taglio cesareo nelle donne affette da COVID-19 e rimangono valide le indicazioni attuali al taglio cesareo.

Considerando, inoltre, che il taglio cesareo rappresenta un fattore di rischio indipendente per la mortalità materna, è opportuno valutare accuratamente tale modalità di parto nelle donne gravide affette da COVID-19.

Le donne positive al Coronavirus possono avere contatti con il neonato subito dopo la nascita? E possono allattarlo?

Ogni qualvolta sia possibile, l’opzione da privilegiare è quella della gestione congiunta di madre e neonato, ai fini di facilitare l’interazione e l’avvio dell’allattamento materno.

Qualora la madre sia paucisintomatica e si senta in grado di gestire autonomamente il neonato, madre e neonato possono essere gestiti insieme. In questo caso, è applicabile il rooming-in, applicando le normali precauzioni per le malattie respiratorie a trasmissione aerea.

Se la madre presenta, invece, un’infezione respiratoria sintomatica (febbre, tosse e secrezioni respiratorie, mialgie, mal di gola, astenia, dispnea), madre e neonato vengono separati.
La decisione di separare o meno madre-neonato va comunque presa per ogni singola coppia tenendo conto dell’informazione-consenso dei genitori, della situazione logistica dell’ospedale ed eventualmente anche della situazione epidemiologica locale relativa alla diffusione del SARS-CoV-2.

Se la madre è paucisintomatica, potrà:

  • allattare al seno adottando tutte le precauzioni possibili per evitare di trasmettere il virus al proprio bambino, lavandosi le mani e indossando una maschera chirurgica mentre allatta.
  • utilizzare il tiralatte, lavandosi sempre le mani e seguire le raccomandazioni per una corretta pulizia degli strumenti dopo ogni utilizzo.

Se la madre presenta, invece, un’infezione respiratoria francamente sintomatica (febbre, tosse e secrezioni respiratorie, mialgie, mal di gola, astenia, dispnea), madre e neonato dovrebbero essere transitoriamente separati.
In questo caso, andrebbe evitato il ricorso automatico ai sostituti del latte materno, implementando piuttosto la spremitura del latte materno o il ricorso all’uso di latte umano donato.

Nei casi di infezione materna grave la spremitura del latte materno potrà non essere effettuata in base alle condizioni generali della madre.

La compatibilità dell’allattamento materno con farmaci eventualmente somministrati alla donna con COVID-19 va valutata caso per caso.

L’utilizzo del latte materno spremuto di madre SARS-CoV-2 positiva, per il proprio neonato, all’interno di una Terapia Intensiva Neonatale segue protocolli specifici.

 

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