Meglio avere un figlio maschio: le femmine costano 34 mila euro in più

Ecco una nuova scoperta scientifica che potrebbe dare un nuovo senso alla nostra vita di genitore. Meglio un figlio maschio. Forse chi augura figli maschi ai neo-sposi non ha tutti i torti. Un nuovo studio, infatti, rivela che crescere una figlia costa molto di più rispetto ad un figlio. Secondo questo studio, infatti, per le figlie femmine i genitori (o forse le mamme) spenderebbero più di 124 mila euro. La differenza sarebbe dovuta al costo dei vestiti, al trucco, agli articoli da bagno, alle scarpe e molte altre cose.

Il costo stimato per crescere una figlia femmina è 124 mila euro. Gli esperti hanno affermato che il costo per crescere un bambino, dalla nascita alla maggiore età, è di 90 mila euro, mentre per le bambine è di 124 mila euro. Una differenza di 34 mila euro. Secondo lo studio, i fattori che comportano questa cifra esorbitante sono: vestiti, prodotti di bellezza, giocattoli costosi come la casa delle bambole o la cucina. Mentre i bambini sono meno esigenti delle bambine e chiedono cose meno costose.

Le ragazze, durante il periodo dell’adolescenza, riescono a spendere 14 mila euro solo in cosmetici e prodotti per la toeletta. I ragazzi, invece, spendono 9 mila euro solo in tecnologia. Una bella differenza tra le due cose. Questi però sono niente a confronto dei vestiti che costano quasi il 37% in più di quelli dei ragazzi.

I costi di abbigliamento femminile possono raggiungere fino ai 13 mila euro, quasi il doppio di quello che spendono i ragazzi. Per questo sembra che i ragazzi chiedano un 10% in più di soldi, la classica “paghetta“, quando escono in quanto spendono meno delle loro coetanee. I risultati di questo studio sono una sorpresa per i genitori, ma non per i ricercatori.

Questo divario aumenta nel periodo dell’adolescenza, in quanto i genitori sono pronti a sborsare qualsiasi cifra per ogni richiesta. L’indagine ha mostrato, infatti,  che i genitori dei bambini spendono, in media, un quinto del loro reddito mensile, quasi il 21 %, su articoli specifici per i loro figli.

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