L’allattamento al seno è una cosa meravigliosa, ma la serenità di una mamma lo è di più

allattamento al seno

Non c’è dubbio che l’allattamento al seno sia qualcosa di straordinario.

La sua importanza è anche attribuibile ad un minore rischio dello sviluppo di alcuni tumori per le mamme e una diminuzione delle infezioni e delle malattie come il diabete e leucemia per i bambini.
Aiuta anche a bruciare un sacco di calorie e quindi a far perdere più velocemente i chili presi in gravidanza,.
Ma queste sono statistiche. E i numeri non possono mai raccontare tutta la storia.
I numeri non mostrano il dolori – come frammenti di vetro nei capezzoli – che alcune donne sentono quando allattano.
Le statistiche non mostrano le lacrime  di una madre che lotta con problemi legati alla mancanza di latte e all’ingorgo mammario. E i dati non possono misurare il senso di colpa che una madre si trova spesso ad affrontare se sceglie di non (o non può) allattare al seno.
Nella maggior parte dei casi si raccomanda che i neonati siano esclusivamente allattati al seno per i primi sei mesi di vita,per poi proseguire  “per un anno o più, come desiderato reciprocamente da madre e neonato” insieme alla fase di svezzamento.
Quando sei in ospedale le ostetriche e le infermiere sono tenute ad “incoraggiare e consentire al maggior numero possibile di donne di allattare al seno e di aiutarle a continuare il più a lungo possibile”. Ma queste raccomandazioni non riescono ad affrontare le esigenze individuali di una madre, un bambino e una famiglia. Non considerano le sfide emotive e fisiche – per non parlare delle cicatrici a lungo termine che possono rimanere se l’allattamento al seno non funziona per diversi motivi. Non menzionano il vitale e importante legame madre-bambino che richiede innanzitutto una mamma sicura, stabile e felice.
In molti casi l’allattamento al seno non solo non facilita il legame madre-figlio, ma in realtà può causare danni significativi.  Infatti, molte donne trascorrono anni con sensi di colpa, rammarico e tristezza a causa della loro incapacità o mancanza di attenersi alle linee guida per l’allattamento al seno.
“Come psichiatri che si specializzano nel trattamento delle donne che soffrono di depressione e ansia durante la gravidanza e il postpartum, vediamo sempre più neo-mamme sviluppare una fonte di auto-recriminazione perchè non riescono ad allattare al seno”, ha scritto Vivien K. Burt, Sonya Rasminsky e Robin Berman nel Washington Post.

L’allattamento al seno è più che nutrizione; si tratta anche di coccolare e sentirsi emotivamente connessi al bambino in modo che il bambino si senta sicuro nel mondo circostante. Questo può essere raggiunto in modi diversi e non deve essere stigmatizzato in una minaccia (se non si allatta, il bambino è a rischio) o in un’accusa (se non si allatta, non sei una buona madre) , entrambe le quali possono essere dannose per molte madri.

Proprio come i neonati sono vulnerabili, così lo sono anche le loro madri. La salute mentale di una madre è cruciale – non solo per lei, ma anche per il suo bambino.