I bambini disordinati e “maleducati” sono più intelligenti. Lo dice la scienza

Sembra proprio che secondo la scienza i bambini più disordinati e maleducati siano anche i più intelligenti. Ovviamente noi ci limitiamo a riportare i risultati dei soliti studi che portano alla luce diversi aspetti della vita genitoriale e dello sviluppo dei bambini.

Il disordine favorisce la creatività.

Lo ha dimostrato Kathleen Vohs, docente dell’Università del Minnesota.  Ai partecipanti alla sua ricerca è stato chiesto di sviluppare una serie di idee riguardo ad un progetto proposto, in due ambienti differenti. Coloro che si sono trovati in una stanza disordinata hanno prodotto la medesima quantità di soluzioni di chi si trovava in un ambiente in ordine, ma la qualità era nettamente differente. La creatività nata dal disordine era molto più alta.

Non esiste in nessun luogo un bambino che nasca dotato della capacità di riordinare. Se la si pensa così, allora, solo perché un bambino è disordinato i genitori non dovrebbero nemmeno vergognarsene o arrabbiarsi con lui. Un bambino che non sa riordinare non è né un cattivo bimbo né qualcuno da rimproverare. È normale che sia così. Dal momento che non ha acquisito il concetto del riordino, non capisce nemmeno come fare a sistemare qualcosa in un modo che si possa definire ordinato; insomma, anche se gli si ripete continuamente «metti a posto», il bambino va solo in confusione.

Poveretti quei bambini che vengono rimproverati di non essere in grado di riordinare solo perché non sanno cosa significhi farlo; o quelli che, a causa di ciò, vengono etichettati come disordinati. D’altra parte, sono sfortunati anche quei bambini a cui i genitori negano la possibilità di assimilare la capacità del riordino perché rinunciano subito, al pensiero di «tanto non riesce», «faccio prima a farlo io» o «d’altronde è ancora piccolo».

Per quanto possa essere impegnativo e difficile da intraprendere, l’unico modo è riflettere insieme al bambino e procedere nell’insegnamento con grande cura e attenzione. Così lo si indurrà un po’ alla volta a mettere in pratica quello che è in grado di fare da solo.

Chi conosce più parolacce ha una maggiore abilità linguistica.

È quanto emerge da uno studio condotto dagli psicologi del Massachusetts College of Liberal Art. Nel corso di un esperimento volto a stabilire le competenze linguistiche, hanno chiesto ai partecipanti di elencare più parolacce possibili in un tempo limitato. Chi riusciva a dirne di più in un minuto era anche chi possedeva una maggiore abilità linguistica in generale.

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