Fumo in gravidanza: c’è sempre più consapevolezza dei rischi

Fumo in gravidanza: quali rischi?

Dei rischi del fumo in gravidanza non se ne parla mai abbastanza. Molto è già stato fatto, ma restano ampi margini di miglioramento. Da una parte è difficile abbandonare il vizio, dall’altra anche il fumo passivo rappresenta una minaccia ancora troppo trascurata per salute delle donne. Per fortuna sempre più tra loro sono consapevoli dei rischi del fumo, in gravidanza in particolare, e questo di riflette su a che età decidono di smettere.

Fumo in gravidanza: quali rischi?
Fumo in gravidanza: quali rischi?

Fumo in gravidanza: quali rischi?

Continuare a fumare in gravidanza è sconsigliato senza eccezioni. I pericoli associati sono troppi per essere trascurati. Cosa dicono i ginecologi e i numerosi studi a riguardo non lascia spazio a equivoci: aborto spontaneo, gravidanza extrautetina, parto prematuro sono solo alcune delle complicazioni più gravi. Il fumo aumenta inoltre del 25% il rischio di morte in culla.  In ogni caso un apporto inferiore di ossigeno al feto può compromettere lo sviluppo del bambino. Anche durante l’allattamento fumare è da evitare: rende il latte più “irritante”.

Solo negli ultimi anni ci si è resi conto anche dei danni causati dal fumo passivo. Rappresenta un grosso problema perché i rischi e le complicanze sono identici a quelli a cui sono esposti le donne fumatrici. Anzi, secondo le ricerche, potrebbero essere pure peggiori. A questo servono le numerose regole a tutela delle donne in dolce attesa, ma non basta. Serve anche una maggiore cultura e sensibilità da parte di chi sta loro intorno. Il benessere di una mamma e del suo bambino vengono prima di ogni cosa. Il fumo in gravidanza rappresenta un grossa minaccia.

Gravidanza come occasione per smettere

Per fortuna da uno studio europeo pubblicato sulla rivista PLOS ONE arrivano buone notizie. Negli ultimi trent’anni la metà dei fumatori ha perso il vizio. Significa che le numerose iniziative per mettere in guardia la collettività hanno avuto il loro effetto. In particolare sempre più future mamme sono consapevoli dei danni del fumo per loro e il feto. Ciò emerge con chiarezza perché proprio intorno ai trent’anni, età media in cui le donne cercano il primo figlio, un gran numero di donne smette di fumare, superando gli uomini che smettono alla stessa età.

Lo studio evidenzia anche la classica situazione a macchia di leopardo, con i paesi del Nord Europa in testa e quelli del Sud ancora indietro rispetto alla tabella di marcia. Molto si deve fare ancora nel nostro paese per abbattere questa pessima abitudine, ma ci sono i giusti presupposti per riuscirci. Il trend è positivo, serve continuare a sensibilizzare le collettività sui danni che il fumo comporta. E dove non ci si riesce per se stessi, per una buona parte delle donne il benessere dei figli rappresenta una fonte inesauribile di motivazione capace di eliminare per sempre questo brutto vizio.