Eliminare il superfluo mi ha fatto essere una mamma migliore

Non dico di essere stata una sorta di accumulatrice seriale, ma ho sempre avuto cose in eccesso. Ero quel tipo di persona che difficilmente buttava le cose vecchie e tendente al collezionismo.

Poi le cose hanno incominciato seriamente ad essere tante, forse troppe e a generarmi uno stato di ansia dovuto ad un ordine che difficilmente riuscivo a mantenere. Io che non sopporto il disordine stentavo a mantenere l’ordine, soprattutto dopo essere diventata mamma. Ho iniziato ad accumulare oggetti, vestitini, accessori e anche quando ero consapevole che non mi sarebbero più serviti, faticavo a liberarmene, in questo caso per un valore affettivo che andava ben oltre la passione di collezionismo. Buttare o regalare oggetti che avevano fatto parte della vita del mio bambino generava in me una profonda malinconia. Alla fine era una continua lotta tra ansia da disordine e ansia da distacco.

Ho iniziato dunque a prendere in mano le mie cose.Ho iniziato a selezionare vestiti a accessori (ovvero il superfluo) in base al tempo di inutilizzo, quello che non mettevo più da parecchio tempo finiva direttamente nella borsa delle donazioni.

Lentamente, giorno dopo giorno, eliminavo tutto quello che non poteva più far parte della mia vita, quegli oggetti che riempivano le mie giornate da collezionasti ora non mi entusiasmavano più…le mie priorità erano ben altre. Ho incominciato a mettere in vendita quelli tenuti meglio e a regalare quelli peggio conservati.

Quando è venuto il momento di pulire le camere dei bambini, ero nervoso. L’ho fatto un giorno che loro erano fuori casa. Ho iniziato dalle cose più vecchie, i giocattoli della primissima infanzia. Ho iniziato a pensare a quanto questi giocattoli potessero far felici altri bambini fuori da quel contenitore ormai dimenticato. Mi sentivo come il protagonista di Toy Story quando si deve separare dai suoi giocattoli (si perchè i giocattoli dei miei figli è come se fossero i miei). Per i giocattoli un pochino più recenti ho pensato fosse giusto far scegliere ai miei figli. Volevo non arrogarmi un diritto su cose che per loro potevano avere un valore affettivo diverso dal mio. Ho preparato dunque due grossi contenitori vuoti e ho chiesto loro di mettere all’interno le cose che non utilizzavano più e che avrebbero potuto far felici altri bambini. All’inizio non è stato semplice convincerli ma a poco a poco si sono sentiti responsabilizzati e hanno iniziato a mettere nei contenitori quello che a loro avviso non serviva più.

Ora, la nostra casa possiede solo le cose che per noi sono più importanti, le cose delle quali non possiamo davvero fare a meno. Abbiamo iniziato a spendere molto meno per le cose materiali e riusciamo a mettere via i soldi per regalarci esperienze. Con i soldi risparmiati ci regaleremo un nuovo viaggio ad Disneyland. Ogni volte che siamo tentati a comprare qualcosa iniziamo a farci delle domande del tipo: “quanto lo useremo, in quanto tempo ci dimenticheremo di possederlo?”.

Vi consiglio la lettura di questo libro….