La dieta vegana in gravidanza fa male al bambino?

dieta vegana in gravidanza

Scegliere di seguire una dieta vegana in gravidanza comporta dei rischi per il feto? C'è un legame tra la dieta vegana o vegetariana e il deficit di vitamina B12? Si può mangiare vegano durante l'allattamento o ci sono conseguenze negative per il bambino? Ecco qualche risposta.

La gravidanza è un periodo meraviglioso per una donna, che si trova in totale stato di grazia. Ma i dubbi su cosa sia più corretto mangiare durante la dolce attesa sono all’ordine del giorno. L’alimentazione merita sempre grande attenzione, dal momento che possiede un ruolo fondamentale sul nostro stato di salute. Specialmente, quando quest’ultimo non riguarda esclusivamente la propria persona, ma anche una nuova creatura che sta venendo al mondo.

Dieta vegana in gravidanza va bene o no?

Mangiare vegano non significa necessariamente mangiare bene. Non tutto ciò che è vegetale è salutare o leggero. Allo stesso modo, ci sono alimenti di origine animale che si rivelano fondamentali per la nostra salute. A tal proposito, consumare carne, pesce o derivati animali non è di per sé dannoso per la salute o eccessivamente calorico. Ciò che va tenuto a mente è che sono gli eccessi i principali danni che provochiamo al nostro organismo. E a quello del bimbo in arrivo, per le future mamme.

Insomma, quando si è in gravidanza, i propri desideri, le proprie convinzioni alimentari, devono essere messe in secondo piano, senza discussione. La priorità assoluta deve essere il bambino!

Dieta vegetariana o vegana in gravidanza e deficit di vitamina B12

La dieta vegana esclude totalmente prodotti di origine animale, e per tale ragione, va detto e sottolineato quanto questa alimentazione incrementi il livello di rischio sia per l’organismo della madre sia per quello del feto. Specialmente, dal punto di vista di carenze nutrizionali.

Per chi non lo sapesse, l’ultimo trimestre di gravidanza, in particolare, richiede un notevole fabbisogno di proteine. Nella dieta vegana, tale fabbisogno viene soddisfatto con l’assunzione di pane, pasta, latte e yogurt vegetali, legumi e anche di seitan. Quest’ultimo contiene un’abbondante quantità proteica, ma è composto quasi totalmente da glutine puro, che può favorire processi infiammatori intestinali e aumentare il rischio di insorgenza di celiachia. Ma l’aspetto più importante riguarda la B12, vitamina essenziale per la vita, la cui carenza in gravidanza causa gravissimi difetti neurologici del bambino. Questa vitamina, infatti, è presente esclusivamente in prodotti di origine animale ed è fondamentale che chi segue un’alimentazione vegana integri questa vitamina attraverso delle formulazioni sintetiche.

Un fabbisogno, quello della vitamina B12, che aumenta ancora di più  durante il periodo della gravidanza. Carlo Dionisi Vici, responsabile dell’Unità operativa complessa di patologia metabolica dell’ospedale Bambino Gesù di Roma sottolinea che:

“Se la madre non ne assume abbastanza, o non ne assume affatto, rischia di creare al neonato danni neurologici già in utero. Danni che proseguono e peggiorano nei mesi successivi, con l’allattamento”.

Gravidanza vegana rischi per mamma e bambino

Il rischio principale durante una gravidanza vegana è determinato dall’assenza della vitamina B12, indispensabile per lo sviluppo del feto, la cui assenza provoca danni permanenti. La dieta vegana, quindi, dimostra di essere uno stile alimentare davvero pericoloso.

Tra gli altri fabbisogni non soddisfatti da chi segue una donna in gravidanza che segue una dieta vegana sono quelli di:

  • ferro, la cui fonte principale è rappresentata  dai prodotti animali (anche se è presente in cereali ed ortaggi, ma con delle limitazioni)
  • calcio (in caso di carenze il nostro organismo si adatta rimuovendo calcio dalle nostre ossa per soddisfare le esigenze del bambino con gravissimi rischi per la madre, come l’indebolimento delle ossa e la caduta dei denti

In caso di ulteriore necessità sarà anche il bambino stesso a rischiare, sia per difetti di crescita, sia per motivi di distacco della placenta che può condurre alla morte).

A tal proposito, anche in questo caso, la fonte principale di latte è determinata da latte e latticini animali, ma è presente anche nelle acque minerali, nella frutta secca, nei legumi e nei vegetali.

Gravidanza senza carne si può portare avanti o no?

Vi state chiedendo se è possibile portare avanti una gravidanza senza l’assunzione di carne? Ebbene, pare che un’alimentazione vegetariana, ricca di prodotti di origine animale, può invece risultare corretta e adeguata durante la gravidanza, oltre che sufficiente a soddisfare tutte le richieste di madre gestante e feto. Ovviamente, se ben gestita! Cosa bisogna fare? Da rispettare l’alternanza durante la settimana di: uova, formaggi e legumi, oltre che consumare quotidianamente latte o yogurt e una spolverata di formaggio grattugiato sulla pasta. Tutto ciò vi consentirà di assumere le giuste quantità di proteine, vitamine e Sali minerali.

Dieta vegana allattamento: si può mangiare vegano dopo il parto

Come già è stato menzionato, la dieta vegana esclude alimenti ricchi di vitamina B12, che si trova soprattutto in cibi di origine animale. Un’alimentazione come quella vegana, che si basi su cereali, legumi e i loro derivati, verdura, frutta, frutta secca e semi oleosi con una piccola quota di grassi deve essere assolutamente integrata. Infatti, le donne vegane in gravidanza dovranno essere sicure di assumere in quantità adeguate ferro, iodio, vitamina B12 e acido folico(folati). Per quanto riguarda la vitamina B12, le donne vegane avranno bisogno di assumere un integratore per mantenere livelli di vitamina B12 adeguati allo sviluppo dell’organismo fetale. In merito all’acido folico, si sa che il fabbisogno di questa sostanza aumenta proprio durante il periodo della gravidanza, dal momento che si rivela in grado di ridurre il rischio che il bimbo nasca sottopeso. Tra le sue principali fonti troviamo soprattutto frutta e verdura come asparagi, broccoli, carciofi, cavolfiori, agrumi, tra cui arance e mandarini, kiwi, pomodori, lattuga e rucola. In questo modo, tale sostanza può essere integrata.

Per quanto riguarda il fabbisogno di ferro, questo deve essere ridotto a causa dell’amenorrea, mentre quello di calcio è minore rispetto alla gravidanza. Inoltre, proprio come in gravidanza, l’uso di poco sale marino iodato è la scelta più sicura.

Va detto, quindi, che una dieta vegana deve essere assolutamente ben pianificata (attraverso l’integrazione dei nutrienti carenti) per soddisfare i fabbisogni nutrizionali in allattamento.

Inoltre, gli esperti consigliano “che si faccia sempre uno screening dei deficit nutritivi che si possono presentare in chi osserva un tipo di alimentazione ristretta e, nel caso in cui si rilevino carenze specifiche, si intervenga con la supplementazione”.