Come l’arrivo del secondo figlio ha cambiato il mio rapporto con la primogenita

Quando hai il tuo primo figlio e lo tieni tra le braccia per la prima volta pensi che non c’è nulla al mondo che potresti amare di più. Poi scopri scopri di aspettare il secondo figlio. Segretamente, pensi che tu e il tuo primogenito avete questo legame indissolubile e che sicuramente sarà sempre il tuo preferito.

Poi torni a casa con il tuo secondogenito e il tuo primo figlio vi corre incontro troppo velocemente con in mano qualche giocattolo, ed ecco che ti irrigidisci, senti questo innato senso di protezione verso il tuo secondo figlio.

Io, ovviamente, amo entrambi i miei figli allo stesso modo, incondizionatamente. Ma, quello che nessuno ti dice di maturerai con il tuo secondo figlio è la frustrazione che tirerai fuori per la prima volta. Ti aspetti che il tuo primogenito ora si comporti da adulto. Inizierai a dire al tuo primo figlio di fare da solo le cose che prima facevi tu: puoi prendere l’acqua da solo, puoi metterti le scarpe da sola, riordina i tuoi giocattoli. E poi ti ritrovi a prendertela con lui per cose insignificanti, solo perchè hai bisogno di dormire.

Nel mio caso la primogenita è una bambina.

Sentivo mio figlio piangere e immediatamente pensavo che mia figlia avesse fatto qualcosa per ferirlo accidentalmente o svegliarlo (ovviamente non era niente di tutto questo). Potevo sentire questo crescente risentimento verso di lei, un risentimento che odiavo ma che non riuscivo a non provare. Mi stava accovacciata addosso mentre io stavo allattando e in quel momento volevo solo che se ne andasse. Volevo quel momento speciale con mio figlio e soprattutto volevo solo del tempo per me stessa.

Poi un giorno invece di prendermela con lei le ho solo chiesto “cosa c’è che non va? Perchè ti comporti così?” Si è girata verso di me con i suoi bellissimi occhi verdi e mi ha detto: “Voglio solo stare un pochino vicino a te.”

Il mio cuore è andato in mille pezzi. Non riuscivo nemmeno a pensare all’ultima volta che l’avevo tenuta vicino a me, noi due da sole. La messa a letto era ormai diventata un momento a tre, io, lei è il fratello e durava sempre meno, così come altri momenti della giornata.

È stato in quel quel momento che per la prima volta mi sono sentita un fallimento come mamma. Ho dovuto abbattere quella barriera che è avevo messo il giorno in cui ho portato a casa il mio secondo figlio. Ho preso mia figlia in braccio e l’ho stretta fortissimo. Poi il mio secondogenito ha iniziato a piangere e lei mi ha detto: “Mamma va bene così, vai a prenderlo”

Non l’ho fatto subito.  L’ho lasciato piangere ancora un pochino mentre tenevo tra le braccia mia figlia.

Sono trascorsi sei anni da quel giorno, mia figlia è la migliore sorella maggiore che potrei mai chiedere. Quei primi sei mesi sono stati il caos  , ma anche il momento per scoprire il grandissimo amore che proviamo l’uno per l’altro e che questo grande amore non si divide ma si moltiplica. Lei lo cerca, lei gioca con lui, lei lo ama. Litigano anche tantissimo, ma per la maggior parte sono fantastici

Ho imparato a rompere quella barriera invisibile. E anche se di tanto in tanto mi aspetto di più da mia figlia, lo faccio solo per stimolarla nel diventare una persona sicura di se stessa ed indipendente, anche perchè lo sappiamo che con i secondi è tutto più faticoso.

Ti può interessare anche: