Assegno di mantenimento per i figli: quando non è dovuto

Assegno di mantenimento: sembra che ormai tutti gli organi legislativi siano concordi. I genitori non sono obbligati a mantenere a vita i propri figli, soprattutto non lo sono nei casi in cui questi ultimi rifiutano offerte di lavoro o non portano a casa risultati soddisfacenti negli studi. Si sente parlare sempre più spesso in Italia di giovani che tardano ad allontanarsi dal nido familiare e preferiscono rimanere sotto l’ala protettiva (affettiva ed economica) dei genitori. Ma siamo ad un punto di svolta. I figli non possono rimanere per sempre alle dipende economiche dei genitori. Al contrario devono fare il possibile per diventare indipendenti dal punto di vista economico. Senza dubbio ogni caso è diverso dagli altri e spetta sempre e comunque al Giudice l’ultima decisione.

Esistono quindi dei casi in cui l’assegno di mantenimento non è dovuto ai figli. Vediamone alcuni.

Assegno di mantenimento: non sempre è dovuto

Sono in aumento i giovani, maggiorenni e magari anche ultra trentenni, che preferiscono rimanere “a casa di mamma e papà” al posto di impegnarsi per trovare un lavoro. Lavoro che possa dargli una stabilità economica senza vivere alle spalle dei genitori. Senza ombra di dubbio i genitori sono tenuti a mantenere i figli fino alla maggiore età e anche oltre se questi non sono sufficienti economicamente. Ma ci sono anche casi in cui gli stessi figli se ne approfittano. Così l’obbligo cessa nel momento in cui è provato che i figli hanno raggiunto una indipendenza economica oppure, ancora peggio, sono stati posti nelle condizioni di lavorare e quindi di essere autosufficienti ma hanno rifiutato volutamente questa offerta. In questi casi il genitore può chiedere la revoca dell’assegno. Ovviamente non qualsiasi tipo di reddito fa venire meno il versamento dell’assegno di mantenimento dovuto al figlio maggiorenne. Questo accade solo nei casi in cui il figlio raggiunge uno status di adeguata sufficienza economica e non nei casi in cui il figlio svolge lavori saltuari o temporanei.

“Ragazzi, tiratevi su le maniche”

Non sono pochi i casi al vaglio di avvocati e giudici in cui si vede che i figli, poco volenterosi e molto comodi, rifiutano opportunità di lavoro anche remunerative perché hanno alle spalle i genitori che li mantengono. È il caso di due ragazzi di Verona di 22 e 24 anni, mantenuti ancora dai genitori. Questi ragazzi non si sono impegnati negli studi e non si sono neanche attivati per cercare lavoro. Inoltre nel momento in cui si sono presentate offerte concrete di lavoro le hanno rifiutate. Ecco che quindi il padre ha deciso di non inviare più alla madre l’assegno di mantenimento per i figli ritenuti da lui solo degli “scansafatiche”. Risultato? Il Tribunale di Verona ha dato ragione al padre! I ragazzi sono infatti colpevoli di non aver colto le concrete occasioni per inserirsi nel mondo del lavoro e per diventare economicamente indipendenti. Vengono in questo modo meno i presupposti per il riconoscimento di un mantenimento. Altro caso che ha fatto clamore è quello di una figlia (ultra trentenne) che una volta assunta a lavorare nella ditta del padre ha rifiutato, per l’assurdo motivo che la ditta era troppo lontana dalla sua abitazione e che quindi sarebbe stata costretta a fare la pendolare. Così la Corte di Cassazione ha desunto che la ragazza fosse indipendente e che il padre non avrebbe più dovuto versare alcun assegno di mantenimento alla madre. Ragazzi, è giunto il momento di impegnarsi!

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