Allattamento indotto: si può avere anche in assenza di gravidanza

Cosa accade per i neonati adottati? Perché devono essere a priori privati dell’esperienza dell’allattamento? Esiste per loro l’allattamento indotto. Questo permette ad ogni donna di allattare il proprio figlio anche se quest’ultima non ha attraversato e vissuto la gravidanza sulla sua pelle. Parliamo di casi di figli adottivi oppure ottenuti tramite maternità surrogata. Le mamme che ricorrono all’allattamento indotto non sono “meno mamme” delle altre e allo stesso identico modo avvertono la necessità di creare un legame con il bambino ed è proprio per questo motivo che decidono di intraprendere questa strada, bellissima ma al contempo non priva di difficoltà.

Come avviene l’allattamento indotto

Come può una donna che non ha vissuto la gravidanza produrre latte? È una domanda che si fanno in molti, ma in realtà questo è davvero possibile. Quella dell’allattamento indotto è una tecnica antica, conosciuta già nel 1800. Questa tecnica è conosciuta come il processo grazie al quale viene stimolato il corpo di una donna a produrre latte nonostante la mancata gravidanza. Ma come accade ciò? Innanzitutto, per la produzione di latte nelle madri adottive, è di primaria importanza che ci sia la stimolazione frequente e costante del seno (la donna dovrebbe iniziare a farlo qualche mese prima dell’arrivo del bambino). Per quanto riguarda le madri adottive però è raro che sappiano con largo anticipo quando arriverà il bambino, e quindi in alcuni casi possono ricorrere all’utilizzo di farmaci come la pillola anticoncezionale o come il domperidone, che aiutano ad imitare le condizioni della gravidanza e ad aumentare la produzione di latte nel seno. È importante anche sottolineare però che ci sono dei dubbi sul loro utilizzo e che il loro uso oggi è controverso. 

Fattori a favore

Tralasciando i farmaci, la buona riuscita dell’allattamento indotto può derivare da altri fattori. Vediamone alcuni. Prima di tutto ci deve essere la voglia e il grande desiderio da parte della donna di intraprendere questo percorso. Se la mamma avrà questo desiderio sarà più facile che si instauri quel vincolo mamma – bambino che durerà per tutta la vita. La mamma deve cercare di stimolare continuamente il petto prima dell’arrivo del bambino e inoltre può aiutarsi con degli strumenti esterni che consentono la migliore suzione del bambino. Ma fondamentale in questo processo risulta l’appoggio e il sostegno di familiari, amici e operatori. Nonostante tutti i dubbi che ci possono essere,  la percentuale di riuscita di questa pratica è molto alta. Negli Stati Uniti, ci sono stati risultati positivi per il 36% delle donne che hanno scelto di intraprendere la strada dell’allattamento indotto. A queste donne si aggiunge un’altra percentuale che invece ha avuto bisogno di integrare l’allattamento con il latte artificiale. Un consiglio per le mamme è quello di seguire i loro voleri e i loro desideri, senza lasciarsi fuorviare da pareri negativi di altri.

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