Pacchetto famiglia: assegno unico fino ai 18 anni di 200-300 euro mensili

Assegno unico fino ai 18 anni: cos’è e come funziona

Rete di aiuti alla famiglia. Ora si studia l’assegno unico fino ai 18 anni. Questa sembra una delle novità che verrà introdotta nei prossimi anni e riportata da il Sole 24 Ore. Sembra infatti che un decreto legge del governo punti ad allargare la rete di incentivi a favore delle famiglie italiane.

La bozza presentata al governo prevede la creazione di un fondo nazionale per l’erogazione dell’assegno unico, voluto dal dipartimento per la Famiglia, che varrebbe 17 miliardi, fondato sulla riassegnazione di alcuni budget di spesa oggi destinati ad altre che sarebbero abrogate.

Sembra infatti che l’assegno unico vada a sostituire: gli assegni al nucleo familiare, istituiti con la legge 153/1988; il premio alla nascita di 800 euro alle neo-mamme, attivo dal 2017; le detrazioni fiscali per i figli a carico e quelle meno ‘incisive’ sulle spese per le attività sportive e l’istruzione dei ragazzi; infine il bonus nido e il bonus bebé.

Il ministro per la Famiglia, Lorenzo Fontana, sta per depositare in Parlamento un disegno di legge governativo per riformare il ‘pacchetto famiglia’ riassegnando le risorse esistenti, dando vita a un assegno unico di 200-300 euro mensili, destinato a tutti i nuclei familiari con bambini e con Isee inferiore a 50mila euro, da erogare a partire dal settimo mese di gravidanza della madre fino al compimento del diciottesimo anno di età dei figli.

Nel frattempo si sta pensando ad un aumento del bonus bebè

Nel Decreto crescita, in discussione proprio in questi giorni in Commissioni Finanze e Bilancio della Camera, era stato inserito un emendamento presentato dal ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana. Il «pacchetto Fontana» proponeva una serie di sostegni e agevolazioni in favore del «ceto medio», compresa la detrazione di pannolini e latte in polvere. Se dovesse passare così come presentato inizialmente (anche se la Lega ha annunciato una possibile modifica dopo la dichiarazione iniziale di inammissibilità alla prima lettura della Camera) raddoppierebbero i beneficiari del Bonus bebè.