Non chiudete le scuole: i bambini rischiano una deriva depressiva

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Con una pandemia in corso, “ogni luogo dove si incontrano persone è potenzialmente fonte di contagio. Ma è importante fare tutto il possibile per tenere aperte le scuole”.

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Lo sottolinea David Lazzari, presidente del Consiglio nazionale  dell’Ordine degli psicologi, che rivolge un appello per tutelare la didattica in presenza.

“Non si possono fare solo valutazioni economiche – afferma – e quelle epidemiologiche vanno considerate insieme ad altre. E questo vale soprattutto per le scuole dei più piccoli, dell’infanzia e primarie, che sono fondamentali. Per le esigenze di sviluppo psicologico di quelle età e l’impatto che hanno i vissuti di questa fase nella costruzione della persona adulta. Le decisioni su aperture e chiusure – rimarca Lazzari – devono tener conto anche di questi aspetti”.

L’appello degli psicologi: “Non chiudete le scuole, rischi psicosociali per i bambini”. I bambini rischiano una deriva depressiva.

Per i pediatri, scrive Le Soir, se il legame tra scuola e aumento dei casi non ha solide basi scientifiche, lo ha invece quello tra chiusura prolungata delle classi e problemi psicosociali dei bambini: “Abbiamo notato che molti giovani socialmente vulnerabili hanno avuto difficoltà a tornare a scuola dopo la chiusura. I medici devono anche far fronte a un marcato aumento dei disturbi mentali come disturbi alimentari, ansia e isolamento sociale “, ha detto Delphine Jacobs, psichiatra infantile presso la clinica universitaria Saint-Luc.

Uno studio dei ricercatori dell’ateneo di Leuven, condotto lo scorso giugno, ha anche identificato un ritardo scolastico medio di sei mesi tra i bambini delle elementari che sono rimasti a casa durante il lockdown della scorsa primavera. “Le scuole non devono chiudere una seconda volta. Le conseguenze sarebbero particolarmente sfavorevoli per i nostri giovani e per la nostra società. Soprattutto perché non crediamo che questa chiusura ridurrebbe significativamente la trasmissione di Covid “, conclude Dimitri Van der Linden, portavoce della task force pediatrica.