I bambini che si comportano peggio a scuola sono quelli che non trovano un posto sicuro a casa

Essere un insegnante richiede un’enorme quantità di pazienza e intelligenza sia emotiva che intellettuale. Devi capire come saperne di più sull’apprendimento e apprendere al contempo. Devi padroneggiare le capacità di gestione della folla, mediazione emotiva e l’insegnamento.
In un recente post di Facebook diventato virale la maestra d’asilo treno Jessica Gentry spiega perché ha lasciato l’insegnamento, e non é per lo stipendio.
Ma le ragioni sono ben altre…sono i genitori dei bambini. Ecco quello che dice nel suo post:
Penso che sia più facile per le persone credere che abbia lasciato l’insegnamento a causa della pessima paga. Lascia che ti dica invece perchè le persone che hanno la passione per l’insegnamento stanno abbandonando giorno dopo giorno questa occupazione…molti sostengono che i bambini siano cambiati, che siano più difficili da gestire. No. I bambini sono bambini. Sono i genitori ad essere cambiati è cambiato. La società è cambiata. I bambini sono solo le vittime innocenti di questo. I genitori hanno degli orari di lavoro folli, si consumano dietro cellulari, lasciano i bambini in balia di strumenti tecnologici …e poi ci chiediamo perchè i bambini siano cambiati? I bambini si comportano peggio negli ambienti in cui si sentono più sicuri. E i bambini che si comportano peggio a scuola sono quelli che non trovano un posto sicuro a casa”.
Come su devono comportare i genitori con gli insegnanti?
I genitori svolgono un lavoro, e credo che non proprio tutti siano eccellenze nel loro campo. Ma ogni genitore pretende invece che gli insegnanti siano tutti perfetti da ogni punto di vista, e soprattutto instancabili: sarebbe bello che si accettasse il fatto che gli insegnanti sono persone come tutte le altre, che stanno facendo il loro lavoro meglio che possono, e per questo motivo, nel momento in cui commettono qualche errore per stanchezza, dovrebbero essere compresi (ovviamente ci sono dei limiti da non superare!!!).
A volte un insegnante è irritato dal comportamento di certi alunni. Ma è lo stesso atteggiamento che hanno i genitori quando i figli disubbidiscono, quando si comportano male, quando mettono a repentaglio la loro incolumità. Sarebbe bene che i genitori capissero che lo stare tanto tempo con i bambini e i ragazzi porta gli insegnanti ad assumere atteggiamenti o a provare sentimenti e sensazioni simili a quelle dei genitori, tanto più che molti sono anche loro genitori.
Gli unici dati aggiornati e rappresentativi sono quelli raccolti dal sito Skuola.net. Sembra infatti che tra il 7% tra i genitori che partecipano ai colloqui con gli insegnanti abbia litigata con l’insegnante. Questi fenomeni sono più presenti al Nord (12%) e nelle scuole professionali (20%). Nella metà dei casi il litigio si limita a insulti o comunque si ferma alle parole. Nell’altra metà dei casi, invece, diventa violenza fisica che può partire sia dai genitori che dai docenti.
È cambiato il rapporto tra genitori e scuola, vanno ripetendo da tempo insegnanti e dirigenti. Roberta Fanfarillo rappresenta i dirigenti scolastici della Flc-Cgil. Dalle sue parole emerge la «crescente difficoltà di fare da cuscinetto tra le richieste delle famiglie sempre più personali e quelle delle scuole che invece devono tener conto degli interessi di un gruppo». Secondo Fanfarillo, il rapporto si è rovesciato: «Le famiglie sono sempre più protettive nei confronti dei figli e chiedono alle scuole di adattarsi alle esigenze degli alunni, mentre un tempo era l’alunno a doversi adattare alle regole delle scuole. Un esempio è la richiesta – che prima non esisteva in questi termini – di mandare via dalle classi delle scuole primarie alunni con disturbi di apprendimento. Negli ultimi tempi iniziano ad arrivare lettere ufficiali di gruppi di genitori firmate da avvocati. Tutto questo crea un clima teso che ha serie ripercussioni sulla classe».