Come spiegare la morte ai bambini

come spiegare la morte ai bambini

I nostri consigli su come spiegare la morte ai bambini, con risposte chiare e semplici, per ogni fascia d'età.

Spiegare la morte ai bambini non è semplice e queste sono alcune delle domande che molti bambini, prima o poi, fanno ai loro genitori.

Il più delle volte è la morte di una persona cara a stimolare domande così delicate. Altre volte, invece, ai bambini viene spontaneo chiedere delucidazioni in merito al tema in questione.

Il genitore deve spiegare la morte ai bambini. Sicuramente si tratta di un’impresa estremamente difficile, che tira in ballo il credo di qualunque genitore coinvolto. Nessun genitore vorrebbe mai turbare la serenità del proprio figlio, o impaurirlo. Per questa ragione, di solito finisce col rimandare il discorso ad un periodo futuro.

Spesso, sono proprio i genitori a bandire l’argomento dalle conversazioni con i propri bambini. Perché convinti che sia un tema che vada a contrastare la spensieratezza dei propri figli.

Come spiegare la morte ai bambini

Nonostante le nostre radici siano fondate in una cultura cattolica, abbiamo paura della morte. O meglio, pensiamo al momento della transizione verso l’aldilà in modo drammatico.  Questa paura viene indirettamente trasmessa ai bambini, che di conseguenza non vengono per niente aiutati, quando dovrebbero sapere fin da subito che la loro vita continuerà. Proprio per le basi che abbiamo, dovremmo vivere il passaggio in modo del tutto sereno.

I genitori religiosi trasmetteranno un messaggio di speranza alla domanda del bambino, dicendogli ad esempio “Un giorno saremo insieme in Paradiso”.

I genitori non credenti hanno più difficoltà. Sarebbe assolutamente sbagliato da parte loro trasmettere al bambino il loro pensiero, impedendogli di formarsi la propria opinione personale. Sarebbe opportuna, una risposta di questo genere: “Il nostro caro continuerà a vivere con noi finché noi ne manterremo vivo il ricordo”. 

Spiegare la morte ai bambini: cosa non bisogna fare

I genitori devono tenere bene a mente che tutte le domande del figlio devono essere prese in considerazione. Per spiegare la morte ai bambini, un genitore non deve rimandare, essere evasivo, superficiale nel rispondere. Meglio non dire: “Questa è una cosa che capirai quando sarai più grande”, oppure “Questa domanda è troppo complicata adesso per te, ne riparleremo in futuro”. 

I genitori devono soddisfare la curiosità del proprio bambino anche nei confronti di temi delicati come la morte.

Le “storielle inventate” in merito ad un tema così delicato, potrebbero essere ammissibili. Si può accennare la storia della stella luminosa, che lo proteggerà da lontano. Si può far riferimento al ciclo della vita attraverso la storia dell’albero, dicendogli che le foglie dell’albero muoiono e cadono, ma l’albero continua a vivere.

Favole per spiegare la morte ai bambini

Michela Tranquilli, psicologa e psicoterapeuta presso lo Studio OfficinaMente di Roma, sostiene che: 

“La difficoltà maggiore per i bambini, che spesso riscontriamo anche noi adulti, è comprendere che non si vedrà più quella persona, che fisicamente non sarà più presente. È bene dunque dare spiegazioni estremamente concrete e sincere su dove va e cosa è diventata quella persona. Il contenuto del messaggio dipende molto dal sistema valoriale familiare: per fare un esempio, se si professa la religione cattolica, si può dire che è diventata un angelo che noi non vediamo, ma ci guarda da lontano e ci protegge”.

La sincerità è fondamentale. Ovviamente, però, la situazione può variare in base all’età del bambino.

Le storielle confortanti potrebbero essere utilizzate per rassicurare temporaneamente il bambino, ma prima o poi gli si dovrà dire la verità. Più il bambino è piccolo, più si sente confuso, non comprendendo del tutto ciò che sta accadendo. Per questo, ha bisogno di essere rassicurato, abbracciato e coccolato.

Spiegare la morte al bambino in base all’età

  • I bambini tra i 3 e i 5 anni, vedono la morte come una partenza momentanea, una fase temporanea, pensando che la persona morta tornerà. Sono abituati a guardare cartoni animati in cui il loro eroe viene fatto scoppiare in mille pezzi, schiacciato, colpito, ma dopo poco ricompare miracolosamente vivo. Quando invece la morte li interessa da vicino, vivono in modo molto intenso la perdita e il dolore. Questo perché sono in grado di capire cosa sia la sofferenza. I bambini intorno ai 5 anni si mostrano spesso incuriositi dagli aspetti fisici e biologici della morte.
  • Tra i 6 e i 9 anni, i bambini vedono la morte come la fine delle funzioni vitali: la persona smette di respirare e il suo cuore smette di battere. Non sanno riconoscere le emozioni in modo del tutto chiaro, per questo, rischiano di esprimere rabbia e dolore con i loro compagni o con i familiari, mettendo in atto comportamenti tipici di quando erano più piccoli.
  • Tra i 9 e i 12 anni, invece, i bambini comprendono totalmente il concetto di morte. Quindi, è fondamentale gli si dica la verità, considerando che, proprio come gli adulti, potrebbero reagire in modi diversi. Ad esempio, potrebbero far fatica a gestire le proprie emozioni, potrebbe piangere, arrabbiarsi. Può anche succedere che si comportino da “duri”, mettendo un muro fra sé e il dolore, cercando di nascondere le loro vere emozioni.

Secondo gli esperti, la cosa importante è rispondere in modo adeguato a ciò che il bambino chiede. Se non dovessero arrivare domande da parte sua, allora non bisogna sollecitarlo o parlargli per forza.

Un genitore deve condividere la sofferenza del bambino, ricordare i bei momenti insieme, avvicinarlo alla verità in modo graduale ed evitare di piangere in sua presenza. Deve trasmettergli che il ricordo e gli insegnamenti delle persone care rimarranno sempre dentro di lui. In questo può essere utile il ciclo della natura, dicendogli che le foglie dell’albero cadono e muoiono, ma l’albero continua a vivere.