“C’era una volta” è l’incipit delle fiabe italiane. Ma come iniziano le storie nelle altre lingue del mondo?

Fin da piccoli quando i genitori ci leggevano o raccontavano le favole iniziavano con la frase “c’era una volta….”, un incipit che è entrato nella nostra testa e che a nostra volta utilizziamo con i nostri figli, “C’era una volta..” rimanda ad un tempo che fu, qualcosa che è esistito in un tempo indeterminato del passato e che non ha bisogno di essere definito, infatti è davvero difficile che un bambino chieda di quantificare quel tempo.

Ma non tutte le lingue utilizzano la stessa formula. Andiamo a vedere come iniziano le favole fuori dall’Italia…

In INGLESE, come molti sanno, l’incipit è “once upon a time” (più o meno c’era una volta).

In TAMIL, una lingua indiana, le favole iniziano con “In quell’unico posto”; in TELUGU, altra lingua indiana, le favole iniziano con “Essendo stato detto, detto e detto…”.

Il COREANO usa “nei tempi antichi, quando le tigri fumavano”;

il CATALANO: “c’era una volta, in un angolo del mondo dove tutti avevano il naso”, o “c’era una volta, quando gli animali parlavano e le persone stavano zitte…”.

E lo YORUBA ”Ecco una storia! E che storia sia!”

Le fiabe polacche iniziano spesso, “Za siódmą górą za siódmym lasem …” (“Oltre le sette montagne, oltre le sette foreste …”), che è simile ad alcune storie indiane, dice.

E in MAORI c’è una lunga formula che apre tutte le favole: “La Terra e il Cielo si unirono ed ebbero un bimbo chiamato Tāne, la foresta. Tāne ebbe un altro bambino, chiamato Mumuwhango e Mumuwhango ebbe un altro bambino, e quel bambino fu cresciuto sull’oceano…un giorno il bambino era sull’oceano e incontrò un banco di delfini.”

In alcune parti dei Caraibi, le storie iniziano con il richiamo e la risposta con il pubblico, con il narratore che dice in Creolo “E dit kwik?” (Dico torrente) a cui il pubblico risponde “kwak” (crack).

In Cile, la storia inizia con un’istruzione:” Ascolta, dillo e digli di insegnarlo “.

I finali sono anch’essi differenti. In italiano si è solito dire “e vissero tutti felici e contenti”.

Le favole tedesche in genere finiscono: “E se non morivano, sono ancora vivi oggi.” In Islanda: “Il gatto nella valle, ha perso la coda, fine della favola”.

Il racconto russo a volte coinvolge il narratore che appare all’improvviso nella storia proprio alla sua chiusura, con la dichiarazione: “Ero al matrimonio, ho bevuto l’idromele e il vino lì; mi scorreva giù lungo i baffi, ma non mi entrava in bocca! ”