Siamo Fatti Così: il cartone animato sul corpo umano

Il 26 febbraio 1989 in Italia veniva trasmesso in tv il primo episodio, su Italia 1 faceva il suo debutto Siamo fatti così, un cartone animato che ben presto è passato alla storia per il suo mescolare divulgazione scientifica e racconti avvincenti. Infatti i piccoli spettatori potevano acquisire le nozioni di base sul funzionamento del corpo umano raffigurando le varie cellule e microrganismi come personaggi animati, dai saggi neuroni canuti agli agguerriti globuli bianchi, passando per i batteri malvagi.

Negli episodi in Italiano partendo dalla sigla vede delle censure su alcune tematiche. A stupire è un particolare della sigla originale, quella francese: c’è una scena che in Italia non è mai stata trasmessa, in cui un uomo a una donna si “accoppiano”…ma lo spieghiamo meglio in seguito…

Ecco alcune informazioni su uno dei cartoni che più ha segnato l’infanzia dei bambini cresciuti negli anni Novanta e che sarebbe utile replicare all’infinito per educare maggiormente il pubblico adulto, ad esempio sull’importanza dei vaccini….

1. Una serie francese

Siamo fatti così è una produzione francese firmata a partire dal 1987 da Albert Barillé, produttore e regista d’Oltralpe. In realtà questa di 26 episodi da poco meno di mezz’ora possiamo dire che fosse una stagione all’interno di quella che chiameremo oggi una serie antologica, anche se da noi sono andate in onda con titoli e programmazioni distinti. Il était une fois, infatti, vedeva sempre gli stessi personaggi umani poi trasmutati: un gruppo di bambini (Pierrot, Pierrette, Grosso ecc.) si riuniva per ascoltare le storie del vecchio Maestro per poi venire catapultati a esplorare di volta in volta le varie epoche storiche, i continenti e in questo caso appunto il corpo umano. Così Pierrot diviene il capitano linfocita, Grosso un neurocita plurinucleato e Maestro è il medico tuttofare che presiede alle funzioni del cervello.

2. In Italia gli episodi sulla riproduzione sessuale all’inizio non vengono mandati in onda

Come dice il titolo originale francese, il cartone animato voleva mostrare il funzionamento del corpo umano, attraverso la rappresentazione dei tipi cellulari, dei tessuti biologici e degli organi ecc. sottolineando soprattutto l’evoluzione della vita che da piccolissime cellule arriva a corpi completamente formati che nascono, crescono e puoi muoiono. Infatti i primi episodi della trasmissione francese sono proprio dedicati alla riproduzione cellulare e umana, mentre il 26esimo e ultimo è il toccante Et la vie va… (Le età dell’uomo in italiano).

Nella trasmissione italiana, però, questa continuità si perde e gli episodi vengono mandati in onda in ordine sparso, soprattutto per evitare che i temi della riproduzione sessuale fossero i primi argomenti a cui il giovane pubblico venisse esposto. Quindi si parte dai più innocui L’occhio, L’orecchio, La digestione ma la puntata sulla morte è appunto in ottava posizione, mentre L’origine della via e La nascita furono trasmessi a metà strada. L’ordine originale è stato poi ripristinato nella versione restaurata andata in onda anche in Italia a partire dal 2017.

3. La colonna sonora è da Oscar

Siamo fatti così rientrava in un più ampio progetto di co-produzione internazionale che vide la partecipazioni di diverse televisioni europee (belga, olandese, spagnola, polacca, della Svizzera romanda e di quella italiana). Ciò permetteva di avere un budget parecchio consistente anche perché il livello dell’animazione richiesto per questo tipo di prodotto era allora decisamente all’avanguardia. Fra i tanti aspetti molto curati della serie era la colonna sonora, curata da Michel Legrand. Il compositore e direttore d’orchestra francese, scomparso lo scorso 26 gennaio 2019, ha avuto al suo attivo la composizione di oltre 200 colonne sonore per il cinema e per la tv. Il suo impegno gli è valso ben tre premi Oscar per la canzone originale del film Il caso Thomas Crown nel 1969, e per le colonne sonore di Quell’estate del ’42 (1972) e Yentl (1984). In particolare per questa serie animata Legrand compose l’Hymne à la Vie, l’inno alla vita.

4. L’aspetto futurista

L’obiettivo principale di Barillé era quello di far arrivare dei messaggi chiari e semplici ai più piccoli ma anche quello di non perdere il valore nozionistico del messaggio. L’aspetto visivo era quello che contava di più per trasferire tutto quello che accadeva all’interno del nostro corpo. La scelta è quella di portare per una narrazione quasi epica, con le malattie che non sono altro che una battaglia fra i globuli bianchi, un esercito che è una specie di polizia anatomica, e i microbi, i cattivi invasori.  A supportare l’immaginazione ci sono poi i sali minerali che hanno forma di saliere, gli anticorpi che sono dei soldatini alati.  Il corpo umano è rappresentato in generale come un’enorme macchina fantascientifica, guidato da un’imponente sala computer in cui i neuroni centrali monitorano l’andamento e il funzionamento dell’intero organismo. Anche altri personaggi, come i globuli rossi o bianchi, si muovono poi a bordo di navicelle simil-spaziali, mentre gli spermatozoi sono piccoli robottini con la coda.

Siamo fatti così torna in tv: ecco dove vederlo

Siamo Fatti Così (noto anche come Esplorando il corpo umano nelle uscite DeAgostini) è disponibile da oggi in streaming su Netflix. Ideata da Albert Barillé con musiche di Michel Legrand, la serie animata educativa francese dedicata al funzionamento del corpo umano ha segnato l’infanzia di generazioni di italiani sin dalla sua prima comparsa sulla rete svizzera italiana nel 1987 e, due anni più tardi, nel 1989 con la celebre sigla cantata da Cristina d’Avena.

Non è la prima volta che la serie arriva in streaming: era già disponibile sul portale VVVVID, ma ora anche gli utenti di Netflix potranno vedere le avventure di Pierrot, Pti, Grosso e Pierrette e dei loro microscopici alter ego nei 26 episodi che compongono l’unica stagione realizzata.

Potete vedere Siamo Fatti Così su Netflix cliccando qui.

Qualche mese fa Mediaset, per festeggiare i 30 anni del lancio in Italia della serie, ha diffuso una nuova versione della sigla illustrata in maniera differente, sempre con la classica canzone scritta da Alessandra Valeri Manera e da Massimiliano Pani e arrangiata da Michele Centonze con la voce ovviament di Cristina D’Avena.