La nube radioattiva di Chernobyl: ricordo che non potevamo mangiare frutta e verdura

La catastrofe di Chernobyl ha segnato in qualche misura profondamente anche la nostra infanzia, nonostante fossimo lontanissime dal luogo in cui è avvenuta ne abbiamo comunque di riflesso subito la contaminazione. Ricordo benissimo che a noi bambini era stato detto che non avremmo potuto mangiare la frutta e la verdura, che questi prodotti erano radioattivi e che dovevamo lavarci tantissimo le mani ogni volta che toccavamo qualcosa all’aperto.

Io avevo 9 anni e ricordo che a scuola per giorni non ci parlarono di altro. Nessuno di noi capiva veramente la portata di quel disastro ma il clima di ansia che si era diffuso sì quello lo comprendevamo ed eravamo davvero spaventati dalla NUBE RADIOATTIVA.

Cosa è successo davvero a Chernobyl?

Il 26 aprile 1986 all’1.23 del mattino, durante un test definito di sicurezza, ma condotto in realtà in aperta violazione di tutti i protocolli e delle più elementari regole del buon senso, il reattore numero 4 della centrale nucleare di Chernobyl, esplode.

Si tratta del più grave incidente nucleare della storia e, nonostante siano passati 33 anni, alcuni dettagli di questo episodio restano ancora oscuri. Di sicuro si sa che ci fu una fortissima esplosione nel reattore numero 4 della centrale, che ne provocò lo scoperchiamento e scatenò un vasto incendio. A seguito dell’incidente si sprigionò una nube carica di particelle radioattive cinquecento volte più micidiale di quella prodotta delle bombe di Hiroshima e Nagasaki.

I venti sparsero le particelle nell’atmosfera e presto vennero contaminate intere regioni di Ucraina, Bielorussia e Russia. La nube raggiunse poi gran parte dell’Europa occidentale, contaminata anch’essa (seppure in misura minore).

Nelle ore e nei giorni successivi più di 330.000 persone vennero evacuate in fretta e furia: fu detto ai cittadini di portare con sé pochi effetti personali, che sarebbero stati trasferiti in misura precauzionale e che in breve tempo avrebbero potuto far ritorno alle loro abitazioni.

In realtà, nessuno è più potuto tornare in quelle zone: l’area attorno alla centrale, infatti, (tra cui la cittadina di Prypyat, la più vicina) è del tutto inabitabile a causa dell’alto livello di radioattività nel raggio di 19 chilometri, ma anche più lontano la contaminazione resta altissima e la vita molto difficile. Ufficialmente ci furono circa 65 morti a causa dell’esplosione, ma si parla di4.000 casi di cancro alla tiroide tra Bielorussia, Ucraina e Russia, per l’esposizione a sostanze radioattive. I più colpiti sono stati bambini e i ragazzi sotto i 14 anni di età, perché hanno assorbito grandi quantità di radiazioni attraverso il latte.

La nube radioattiva,  seguendo le correnti atmosferiche predominanti,  nei successivi 14 giorni arrivò in tutta Europa e raggiunse il 30 aprile anche l’Italia ove la nuvola radioattiva  restò con elevate concentrazioni sulle regioni centro-settentrionali fino al 2-3 maggio.

Con quali conseguenze  ancora in atto sulla nostra salute  e su quella dei nostri concittadini che in quella circostanza sono stati bombardati da dosi massicce dosi di radioattività?  Nessuno è in grado dire quanti dei tumori registrati oggi a scoppio ritardato al Centronord siano una diretta conseguenza di Cernobyl!

Chernobyl: La serie tv su Sky Atlantic a 33 anni dal disastro nucleare

Chernobyl è una miniserie televisiva statunitense e britannica, creata e scritta da Craig Mazin e diretta da Johan Renck. I cinque episodi drammatizzano la storia del Disastro di Černobyl’ a oltre 30 anni dall’accaduto, e segue gli uomini e le donne che si sono sacrificati per salvare l’Europa da un disastro nucleare.

Le vicende raccontate si basano, in gran parte, sui resoconti degli abitanti di Pripyat, raccolti dalla scrittrice Premio Nobel per la letteratura Svetlana Alexievich nel suo libro Preghiera per Černobyl’.