Imparare giocando: preparandoci per il back to school

Il dibattito compiti vacanze sì/compiti vacanze no è sempre molto acceso. Molti genitori infatti ritengono che durante il periodo estivo i propri figli non debbano stare sui libri ma fare esperienze diverse che comunque possano rivelarsi formative e al contempo divertenti.

Molto spesso però si cade in un errore di valutazione attribuendo al “compito delle vacanze” una valenza assolutamente negativa senza pensare a quanto invece questi possano comunque rendere un rientro a scuola meno traumatico e aiutino a regolamentare anche le giornate nei periodi di vacanza.

Molto spesso sono gli stessi genitori a trasferire il peso ai propri figli , rendendo il tutto ancora più complicato. L’apprendimento non deve essere sempre percepito in questo caso come una sospensione dalle attività vacanziere ma potrebbe essere integrato in maniera non invasiva.

Ecco alcuni consigli che potrebbero aiutarci ad affrontare al meglio i compiti delle vacanze:

  1. non farli sempre alla stessa ora – il bambino potrebbe percepire l’imposizione di orario come un obbligo . Approfittare dei momenti morti della giornata, indipendentemente dall’orario per coinvolgere il bambino in attività di apprendimento (non deve essere sempre e necessariamente il libro delle vacanze)
  2. non dare dei tempi – lasciare che il bambino si autogestisca in base alla sua capacità di attenzione. Obbligarlo a stare seduto ad un tavolo quando non ha voglia non serve a nulla.
  3. non ridursi a fare tutti i compiti in tempi troppo concentrati. Ridursi a fare i compiti la settimana prima dell’inizio della scuola o le prime due settimane di vacanza non serve a nulla. Diluire i compiti sul lungo periodo aiuta il bambino nella concentrazione e nell’apprendimento.

Come abbiamo detto apprendimento non vuol dire solo mettersi su un libro o su un quaderno. Anche il gioco può diventare uno stumento di apprendimento soprattutto nel periodo estivo.

Cosa fare invece con un bambino che deve affrontare la prima elementare?

La raccomandazione è sicuramente quella di non insegnare nulla di “scolastico”. Il bambino si sentirà naturalmente portato alla conoscenza di lettere e numeri ma è giusto no forzarlo nell’apprendimento ma accompagnare le sue curiosità. Arrivare alla prima elementare sapendo già leggere e scrivere porterebbe il bambino ad annoiarsi e a non trovare interesse nelle proposte dell’insegnante.

Può però rivelarsi molto utile fare dei giochi che possano comunque avvicinare i bambini all’apprendimento scolastico.

Play-Doh ha lanciato una nuova linea “educational” proprio rivolta a questa fascia di età. I bambini più piccoli possono così iniziare ad imparare a riconoscere i colori e a paragonare forme e dimensioni, stimolare le percezioni sensoriali e sviluppare le capacità motorie, iniziare a prendere dimestichezza con lettere, parole, ma anche lingue straniere!